Capitolo 5.- L'Asta

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-Questa sarebbe la sesta?-chiese il Rhiel lentamente e Griff si massaggiò il mento qualche secondo, pensieroso.- Credo di sì...sei Schiave: un record!

Lilieth non pensava fosse esattamente sbagliato ridurre in schiavitù un altro essere vivente, ma non aveva mai tenuto Schiave in quegli anni, neppure quando qualcuno gliene voleva cedere una, neppure quando il desiderio di avere qualcuno come Zefira accanto prevaleva; ne aveva viste moltissime al Villaggio dei Rhiel, soprattutto nella Locanda, e alcune erano così piccole da fargli quasi paura, bambole di ceramica gettate con malagrazia su pavimenti sporchi, che sembravano destinate a servire e morire entro poche settimane.

C'erano anche degli Schiavi maschi, ma erano pochi: costavano molto ed era raro che un Mercante vendesse qualcuno che poteva usare come manodopera.  Solo i Demoni più potenti come Lucifero avevano molti maschi al loro servizio: se si era semplici Mercenari non conveniva sprecare soldi in un uomo... a meno che non si fosse desiderosi di una distrazione dalle Schiave.

Lui non sentiva il richiamo del loro sangue come gli altri, neppure se pensava solo ad uno sfogo.

Era l'unico a non possedere almeno una Schiava privata e molti lo consideravano strano: non c'erano donne tra i Rhiel e le serve diventano uno strumento utile per divertirsi; oppure prendevano il ruolo di mogli, sia pure non amate e sempre sfruttate, dei Mercenari più malleabili.

 C'erano alcuni bambini al Villaggio, che venivano addestrati da Ombra come fossero Rhiel, destinati a diventare come i padri che non li avevano mai voluti.

Lilieth non avrebbe mai avuto la forza di comprare una Schiava, neppure se avesse sentito il desiderio di fare sesso con qualcuno o avesse avuto bisogno di aiuto per gestire la casa.

Qualcosa, una piccola parte ancora pura in lui, si rivoltava al pensiero di dover punire qualcuno perchè aveva disubbidito o di dover frustare una ragazza o un ragazzo affinchè si sottomettesse alla sua volontà. Per un istante ebbe un moto di ribellione e pensò di tranciare le corde che legavano le Schiave dentro le Aste e lasciarle scappare, proteggerle mentre raggiungevano il Deserto Nero e poi vederle libere.

Libere...

Una parte di lui ricordava le cicatrici di sua madre, lasciate da una vita di schiavitù, ricordava di averle sfiorate nelle notti in cui era insonne e ricordava anche di averle bagnate di lacrime quando lei se ne era andata per sempre dalla sua vita, lasciandolo solo, per mano a quella Fata che lo trascinava via veloce nella notte tiepida, sempre più lontano da quelle braccia amorevoli...

Scosse violentemente il capo.

Non doveva pensare a questo, non mentre era con Griff ad Edom.

Non importava cosa lui credesse, Chelis aveva il diritto di torturare tutte le persone che voleva e a lui non importava. Non doveva importare.

-Bene, allora andiamo a vedere cosa combina.- mormorò alzando la testa e Griff gli fece cenno di seguirlo verso una delle baracche permanenti, struttuata come un piccolo negozio, con pareti di legno; Lilieth sapeva che stava rendendosi complice di un crimine orribile e che Natasha avrebbe potuto spazzare via il Mercato Grigio se avesse avuto la conferma che qualcuno stava per essere venduto come Schiavo, ma il mercenario sapeva che la Fata non poteva vedere ovunque e che, almeno per quel giorno, aveva ben altro per la testa che non la legge.

Ciò non toglieva che la Signora del Convento era ancora una delle creature più potente dei Mondi e anche se da dopo la Rivoluzione Armata era stata bandita dalla Terra, continuava ad esercitare tutto il suo influsso su Edom e sull'Eremo.

Natasha era una forza dela natura, al pari del Vento, di Lucifero o di Neithel.

Era deciamente più saggio non farla arrabbiare, almeno nei limiti del possibile.


Lilieth sistemò il cappuccio sul viso mentre entrava con Griff in una delle baracche, spintonando quanti ostacolavano il loro cammino e guardandosi attorno; molte persone indossavano abiti lerci, cenciosi ed era chiaro che non potevano permettersi degli Schiavi, ma vedere le trattative era fonte di divertimento per tutti loro...una sorta di spettacolo gratuito.

Si stringevano l'uno all'altro formando una vera folla, cercando di avvicinarsi ad un palco rialzato di legno, dove una fila di ragazze stava immobile, le teste chine, avvolte nelle toghe semplici delle Schiave. In primo piano, una ragazza particolarmente magra tremava, mentre un uomo alto e untuoso decantava a grande voce le sue doti da Schiava, esaltando doti che quasi sicuramente la giovane non possedeva: sembrava solo una Fata dalle ali flosce e dai capelli stopposi, senza forza o altro di interessante da donare ad un eventuale padrone.

Le offerte, notò Lilieth sorpreso, fioccavano comunque, soprattutto da parte dei Demoni minori, avvolti nei loro mantelli di pelliccia per non essere riconosciuti, ma che non potevano nascondere del tutto le loro corna, i loro occhi, le zampe di capra; il prezzo per la Fata continuava a crescere: sarebbe stata un'Asta fruttuosa.

Il chiasso era infernale e gli faceva dolere la testa.

Non vedeva l'ora di andarsene.

Dopo pochi istanti riconobbe nella massa di acquirenti disgustosi Chelis, in prima fila, che svettava sui suoi vicini cenciosi ed ostentava un'aria insoddisfatta e insofferente, come sempre.

Si distingueva dagli altri clienti non solo per la stazza, ma anche per il mantello nero e raffinato, il cappuccio che lasciava scoperto un viso sottile, spigoloso e i tatuaggi sul cranio; aveva occhi marroni con pagliuzze dorate, freddi e annoiati, fissi sul palco. Alla cintura portava una spada a due mani e una piccola cerbottana, con dei dardi avvelenati custoditi in un astuccio di cuoio scuro.

Non aveva ancora fatto nessuna offerta, eppure stava seguendo l'Asta.

Gli altri clienti cercavano di stargli lontano, anche se dato lo spazio ridotto era molto difficile; il Rhiel scostò nerosamente un folletto che gli si era incautamente avvicinato troppo e alzò la testa, facendo un cenno ai due compagni, per poi tornare a concentrarsi sul palco.

-Eccolo lì, lo spendaccione.- commentò Griff impassibile.- Annoiato e arrogante come sempre.

Lilieth non sapeva da dove arrivasse esattamente Chelis, cosa o chi fosse, quali crimini avesse compiuto per finire tra i Mercenari e se fosse un pericolo, ma non gli importava saperlo.

Non gli piaceva per nulla: aveva sempre quell'espressione di annoiato divertimento, tendeva ad essere un impiccione e sapeva sempre tutto di tutti; esattamente il tipo di persona che Lilieth doveva tenere lontano il più possibile; mentre Griff cercava apertamente lo scontro, Chelis aggirava la sua guardia con abilità, per coglierlo nei momenti più inopportuni a infrangere delle regole.

Era però anche un bravo combattente, veniva messo a parte dei piani dei Rhiel più eminenti, era intimo amico di moltissimi Mercanti che viaggiavano in Regni lonatni e apprezzato dalla maggioranza dei Mercenari, anche se Ombra lo trattava con superiorità molto marcata: il ragazzo aveva delle ottime ragioni per non inimicarselo più dello stretto necessario: era la sua seconda fonte di informazioni dopo i Dannati di Lucifero.

Era uno che condivideva molti segreti dopo una belle sbronza alla Locanda e Lilieth faceva tesoro di ciò che usciva da quella bocca ubriaca e a tratti stupida.

I due mercenari si avviarono nella sua direzione fendendo la folla; se anche qualcuno avesse voluto protestare per le loro spinte, la vista delle loro armi bastava a zittire ogni possibile lamentela.

Mettersi contro un Rhiel poteva essere l'ultimo gesto di chiunque.



ANGOLO DELL'AUTORE

Scusate eventuali errori nel capitolo, ma per aggiornare sto sfruttando il fatto che la mia connessione abbia magicamente ripreso a funzionare e non so quanto durerà questo miracolo.

Buona lettura :3

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora