Capitolo IV

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Dopo aver fatto colazione lasciamo dormire gli altri e sistemiamo il restante della casa per poi sdraiarci sul divano a vedere un film. Verso mezzogiorno tutti tranne Damon erano in piedi quindi decido di cucinare un po' di pasta, da vera mamma della casa. Non mi dispiace occuparmi degli altri e ormai ne abbiamo passate talmente tante insieme che ormai questo è diventato un vero e proprio rito. Alle cinque di pomeriggio arrivo finalmente a casa, ho ignorato i messaggi tutto il giorno e ne trovo due da Domenico e uno da Michela, decido di leggere prima quello di Michela,  Scusa se prima mi sono comportata così, non riesco ancora a sopportare che tu possa essere di qualcun altro. Voglio riprendere i rapporti con te, sono stata una stronza, mi manca la mia amica. Non so bene come risponderle ma anche a me manca la mia amica ed io sono una persona buona in fondo perciò decido di darle un'altra possibilità restando fredda, almeno all'inizio, spero sia cambiata davvero. Le risposi con va bene, ci vediamo a scuola.

Apro con calma la chat con Mimmo: Buongiorno splendore, sarò da te alle 19:30 precise, non farti desiderare troppo...scherzo seguito da un mi manchi, non vedo l'ora di vederti. Guardo l'orologio, 18:02, guardo lo specchio. Merda. Mi fiondo subito sotto la doccia e uso il buonissimo bagnoschiuma di mia madre di Chanel n5, mi fa sentire sicura di me. Ci metto una vita ad asciugarmi i capelli che lascerò sciolti per mettere in mostra le onde che formano fino alle spalle sperando che l'umidità non li distrugga, corro in camera ed apro l'armadio, vuoto totale. Non ho un appuntamento da mesi, sono un po' arrugginita, opto per qualcosa di semplice visto il piano della serata, dei bellissimi jeans neri a vita alta con una camicietta bordeaux di raso, una giacca nera elegante e l'immancabile trench nero per coprirmi dal freddo della sera. 19:08, ho pochissimi minuti per truccarmi e scegliere borsa e scarpe, creo qualcosa di semplice ed elegante, una linea di matita nera nell'interno dell'occhio e un po' di mascara, non ho bisogno d'altro. Scelgo una pochette lucida e delle scarpe nere non troppo sportive ne troppo eleganti. 19:29, ce l'ho fatta! Tutta contenta saluto la famiglia ed esco.

Domenico è appoggiato alla sua elegantissima macchina sportiva e la sua bellezza mi lascia ancora una volta senza parole. Ha dei pantaloni eleganti ma senza esagerare, accompagnati da un maglioncino a collo alto che risalta la squadratura della sua mascella e le sue spalle larghe. Mi viene incontro salutandomi con un casto bacio sulla guancia per accompagnarmi all'auto e aprendo lo sportelo da vero gentiluomo. Una volta essersi seduto al posto di guida accende la radio dicendo "Mi sono informato, so che ami queste canzoni perciò ora rilassati perché sto per portarti in un posto speciale". Così mi lascia cullare dalle note di Bandito dei Twenty One Pilots rimanendo incantata dal panorama illuminato dagli ultimi raggi di sole della giornata.

Parcheggiamo in centro, in una via nascosta da tutti c'è un piccolo ristorante, non lo avevo mai notato nonostante passi spesso in questa zona. Entriamo, c'è un clima familiare, il cameriere ci fa accomodare in un tavolo abbastanza isolato, il caldo e i sorrisi delle persone rendono il locale accogliente e perfetto per l'occasione. Stupefatta chiesi a Domenico: "Come hai trovato questo angolo di paradiso?", "È il ristorante della famiglia di un mio compagno di corso, mi ricorda molto casa e voglio che tu mi conosca fino in fondo, questo è uno dei miei posti del cuore.", non sapevo cosa rispondere e lo guardai teneramente. La cena è andata benissimo e al momento del conto per poco non mi uccideva con lo sguardo perché volevo fare a metà.

Usciamo dal locale e l'aria fresca mi riempie i polmoni, ci dirigiamo verso il centro storico, la parte della città che mi piace di più. È affascinante il contrasto dei secoli nei palazzi che incontriamo durante la nostra passeggiata, lo stile gotico è interrotto sovente da enormi palazzoni di vetro che mantengono tuttavia un loro fascino tramite i numerosi giochi di luce che gli donano un non so che di tetro. Arriviamo nella piazza principale e Mimmo mi invita a prendere una birra in un locale sui bordi della piazza, accetto di buon grado. Una volta seduti mi domanda: "Come sta andando questo appuntamento dolce signorina?", "È tutto perfetto ma, per favore, non farmi troppi complimenti, mi metti in imbarazzo" rispondo arrossendo, "Non dovresti, io dico solo quello che penso e voglio che tu ti senta a tuo agio con me e se può aiutare smetterò di dirtelo ma di pensarlo... mai probabilmente." risposi timidamente con un grazie in preda all'imbarazzo. Nessuno mi aveva mai fatta sentire così importante. Bevemmo e parlammo a lungo e verso le due mi accompagna a casa.

Arriviamo in poco tempo e decide di scortarmi fino al portone dove mi da la buonanotte, sono stata davvero bene e decido di fare una mossa. Mi avvicino intimorita alle sue labbra sussurrando "Grazie" per poi lasciare un dolce bacio a stampo e voltandomi subito dopo. Mi trattiene per il polso e richiamandomi a se mi da un altro bacio, molto più passionale del primo. A poco a poco si trasforma in un bacio unico, come se fossimo una cosa sola, mi sento completa ma spaventata, quando il nostro contatto finirà tornerò ad essere la solita Camilla, piena di paure e insicurezze. Quando si stacca da me sorride e controbatte con "Dovrei essere io a ringraziare te, grazie per la magica serata, buonanotte piccoletta." Mi allontano verso l'ingresso del palazzo voltandomi a guardarlo ancora una volta ed entrare nell'ascensore che mi avrebbe portato in alto ma non abbastanza per raggiungere il mio cuore in quel momento.

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