Capitolo X

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Passeggiando per le strade illuminate dalla luna mi perdo fra le note delle mie canzoni preferite ripensando a tutto quello che ho passato e superato da sola. A volte mi prendono dei momenti di panico, i pensieri prendono il sopravvento e sono loro a guidare me e non più il contrario. Ho diciotto anni e sono al massimo della felicità, ho recuperato i rapporti con la mia famiglia, mi sono guadagnata la mia libertà, ho degli amici che mi vogliono bene e una vita soddisfacente. Non è sempre stato così. Mio padre ha un lavoro che lo obbliga a trasferirsi spesso, e noi con lui negli ultimi anni. Quando ci siamo trasferiti qui ho avuto moltissimi problemi ad integrarmi. Ho sofferto enormemente, bullizzata da un gruppo di idioti per più di due anni, mi hanno sottomessa, distrutta psicologicamente, poche erano le cose che mi hanno permesso di arrivare qui. Sono caduta in depressione, non parlavo, non uscivo, passavo tutte le mie giornate a piangermi addosso cercando nuovi modi per ferirmi. Ho attentato alla mia vita più volte ma non sono mai riuscita ad andare fino in fondo, c'è sempre qualcuno a strapparmi alle leggiadre braccia della morte. Sono andata avanti per anni, da sola in un mondo in cui non c'era nessuno a cui interessasse la mia vita, ce l'ho fatta a superare tutto, a vedere il suo vero valore e vedere la poca importanza delle persone che cercavano di sovrastarmi. In un'estate sono cambiata radicalmente, al rientro mi sono fatta numerosi amici e ho ignorato completamente i miei compagni di classe. In quei giorni ho conosciuto Teresa, veniva da una realtà simile alla mia e aveva problemi ad integrarsi, siamo diventate subito complici. C'è voluto poco tempo ed ero amica di tutti a scuola, anche con quelli che erano stati ignari complici dei miei aguzzini. Ho raggiunto l'apice e ci sono rimasta. Tutto grazie a tanto lavoro, tanta testardaggine ma anche tanta stronzaggine. Ho un carattere assolutamente prevalente se non gestito bene e l'ho lasciato agire in mia difesa. Sono stata superiore a quelli che hanno cercato di fare di tutto per affossarmi. E sono ancora qui, sono intoccabile.

Con la mia camminata veloce sono arrivata dall'altra parte del quartiere, mi accade spesso di non accorgermi dove vado quando penso troppo intensamente o quando sono arrabbiata. In questo momento sono esasperata. Sono legata a Domenico da poco ma mi fa sentire viva come mai, ho paura, paura di essere delusa ancora una volta, di deluderlo, di perderlo o anche solo di non rispecchiare la ragazza che pensa che io sia. Devo parlargli, raccontargli la mia storia, lasciarmi confortare e non avere filtri. Devo mostrargli chi sono davvero, come non ho mai fatto con nessuno.

Non abita lontano da dove sono in questo momento, non dovrei metterci molto ad arrivare. Prendo due cappuccini e mi dirigo verso l'appartamento qualche isolato più in la. Lo chiamo aspettando la sua risposta dall'altro parte della strada in modo che mi possa vedere dalla finestra. "Hey piccola, come stai?", "Non tanto bene, devo parlarti.", rispondo con la voce tremante, "Dimmi dove sei, vengo a prenderti.", "Non ce n'è bisogno, affacciati, sono qui sotto.", dopo qualche istante vedo la luce della sua camera e il suo volto che mi scruta attraverso il vetro, "Vengo a prenderti.". Gli ho raccontato tutto, dai problemi con mio padre alle mie azioni più bastarde, a quando mi drogavo e ubriacavo a tal punto di non ricordare neanche il nome di mia sorella. Sono completamente nuda, qui, davanti ai suoi occhi languidi a cercare di dimostrare di essere cambiata e di volerlo fare ancora, con lui accanto. Ho iniziato a piangere quasi subito, mi sento così vulnerabile, non ho mi ero mai aperta tanto. Ho finito.

Mi abbraccia fortissimo e mi sussurra in un orecchio: "Non dovrai più essere chi non sei, con me al tuo fianco non dovrai avere paura di nulla e di nessuno, soprattutto di te stessa, ci sono io e sono qui, non me ne andrò.", sono talmente grata che la vita ci abbia unito. Mi riprendo un attimo dal pianto e vado al bagno a lavarmi la faccia e ne approfitto per chiamare mio padre, gli spiego la situazione dicendogli che probabilmente sarei rimasta qui a dormire per poi proporgli di invitare Domenico a pranzo l'indomani per le presentazioni ufficiali. Anche attraverso il telefono sento che sta sorridendo, non ho mai portato nessuno a casa, "Deve essere davvero importante questo ragazzo da portarlo a farmelo conoscere eh", "Lo è.", "Va bene amore, buonanotte allora, chiamami domani mattina quando partite, vi aspetto per mezzogiorno e mezza.", "Buonanotte papà, ti voglio bene.". Tornando in salotto trovo Mimmo ai fornelli, sta preparando del the, mi avvicino a lui e cingo la sua vita con le mie braccia, sono distrutta ma il suo odore mi da ancora un po' di forza. "Che progetti hai per pranzo domani?" chiedo, "Nulla a parte sperare che Lorenzo riesca a cucinare qualcosa, cosa proponi?", "Voglio presentarti la mia famiglia, ora sono trasparente come l'acqua per te e sei ancora qui, voglio che sappiano che ho finalmente trovato qualcuno che conoscendo i miei demoni sia ancora al mio fianco. Sei una delle persone più importanti della mia vita, voglio dimostrartelo.", "Ne sarei onorato.".

Lo prendo per mano e lo guido verso la sua camera, iniziamo a baciarci con equilibrio fra passione e dolcezza, senza neanche accorgermene siamo nel letto mezzi nudi ad abbracciarci, sento le sue mani che tastano tutto il mio corpo mentre sento il suo sguardo bramoso su di me. Non mi è mai piaciuto il mio fisico ma in questo momento è tutto relativo, so di essere come dovrei, nel posto giusto al momento giusto. Mi slaccio il reggiseno e l'unico indumento che mi copre ancora sono il paio di mutandine rosse che mi ha regalato Mati lo scorso Natale. Domenico ha indosso solo i boxer, mi squadra con uno sguardo serio, "Sei sicura di volerlo fare?", non avevamo mai affrontato l'argomento prima d'ora ma sento che è la cosa giusta da fare e con un accenno del capo gli do il consenso per avermi, per farmi sua in tutto e per tutto. Lo skyline della città è l'unico spettatore di una serata di amore puro. Mi sdraio tranquilla sul letto, Mimmo è sopra di me con le dovute precauzioni, mi chiede di nuovo con gli occhi il permesso, "Voglio solo te." rispondo con una voce profonda. Lo sento dentro di me, mi rende ancora più completa di quanto non lo facesse solo con la sua presenza, sperimento nuove sensazioni che non avevo provato con nessun altro, sono in estasi.

"Sei la cosa più bella che mi sia successa, sono grato alla morte per non averti presa con se, questo è il tuo posto ora." sussurra senza fermarsi, "Credo di amarti...", "Io non lo credo, io lo so. Ti amo Camilla. Ti amo come non ho mai amato prima.". Continuiamo fino a raggiungere la completa simbiosi e ricadere distrutti fra le magiche lenzuola bianche del letto matrimoniale. "Non sono perfetta, sono davvero insopportabile a volte ma grazie a te sento di essere libera. Grazie, grazie, grazie. Perché mi ami, senza pregiudizi o altro, perché mi fai star bene anche quando sto male. Non sono pronta a dire quelle parole ma posso giurarti che sei la prima persona sulla faccia della Terra con cui riesco ad aprirmi, sei la persona che sa più cose su di me di tutto il mondo, non sono una persona facile ma con te al mio fianco so che riuscirò a migliorare perciò concludo con un grazie." giusto il tempo di finire che prende in mio volto fra le sue mani per lasciare tanti dolci baci dappertutto. Continuiamo a chiacchierare abbracciati fino ad addormentarci, domani ci sarà un lungo pranzo ad aspettarci.

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