Capitolo XIX

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Ho passato tutti i giorni ad allenarmi con Dam al Garage, siamo ancora così bravi quanto lo siamo sempre stati, non sarà difficile vincere ma non dovrei parlare troppo presto. Devo solo pensare che dopo questa gara non rivedrò più quei due luridi aguzzini e passerò due settimane con Domenico a casa sua, con la sua famiglia, non vedo l'ora. Mi sono cambiata, Dam mi aspetta sotto casa per andare alla palestra, la competizione ci aspetta. Entriamo con calma, incontriamo qualche vecchio rivale, osserviamo il percorso e andiamo in un angolo per elaborare una strategia.

Eccolo li, Ryan Decars, il nostro acerrimo avversario, in compagnia della sua allenatrice avanza verso di noi con fare fiero. "Guardate un po' chi si rivede, i miei vecchi compagni di podio, come mai siete tornati? Volete mangiare la mia polvere?", "Credici Ryan, vedremo se sarai così veloce da batterci per la prima volta in vita tua." ribatto a denti stretti ricevendo come risposta una debole smorfia prima che si volti e continui per la sua strada. "Grandissima Cami!", "Grazie grazie, ora pensiamo a vincere.", sono determinata a chiudere questo capitolo della mia vita. Merito di andare avanti.

La sfida è ardua la tensione si percepisce sulla pelle, siamo tutti alle posizioni, la trombetta segna l'inizio, ora è guerra aperta. Io e Dam ci muoviamo fluidi fra le sbarre, saltando da un ostacolo all'altro senza pensare troppo agli altri, si elimineranno a vicenda con ammonizioni e cadute inutili. Come sempre abbiamo ragione, mancano quattro minuti alla fine e in campo ci siamo io, Dam e Ryan, finisce sempre così ma ora tocca giocare duro, devo vincere. Scappo da Ryan su una rampa scivolosa, cambiando strada all'ultimo e mi fermo un attimo ad osservarlo scivolare giù sul materasso, adesso tocca al mio socio, sarà divertente, abbiamo due minuti se non di meno. Mi guardo intorno ma non riesco a vederlo, devo salire più in alto, non può trovarmi impreparata, scavalco un muretto e con l'aiuto di una fune raggiungo il cubo più alto, vedo Dam, è a qualche passo di stanza, lo rincorro e neanche a farlo apposta inciampa su un tubo ma si riprende grazie alla stessa fune che ho usato per salire. Con un'acrobazia lo raggiungo e saltando su un cubo più basso riesco a spingerlo leggermente, abbastanza da farlo precipitare nella piscina di spugna, giusto in tempo per il suono finale. Ho vinto, è finalmente finita.

Siamo fuori dalla palestra, Charlie e Ingrid sono qui con noi, "Ecco il vostro 20%, ve lo siete guadagnati, un patto è un patto ma se mai voleste rientrare in gioco sapete dove trovarmi, a mai più." concludendo con una stretta di mano girarono i tacchi e si allontanarono verso la loro berlina grigia con autista che li avrebbe portati in un qualche casinò a spendere i soldi appena riscossi. "Dam, ce l'abbiamo fatta.", "No Camilla, tu ce l'hai fatta. Ammettilo che ci hai goduto quando mi hai spinto fra i materassi." risponde dapprima serio per poi sorridermi compiaciuto, "Si, lo ammetto. Andiamo a mangiare? Ormai i soldi non saranno un problema per un bel po'.", "Sono d'accordo!".

Verso le cinque torno a casa con i miei 43.000 euro, devo preparare la valigia, domani si parte ma prima devo cambiarmi e andare a parlare con Mimmo, non ci vediamo da quella sera al parco e voglio spiegargli tutto. Nina mi aspetta in camera, lei sa tutto, "L'hai fatto di nuovo?" sussurra con le lacrime agli occhi, "Si piccolina ma non ti devi più preoccupare, è stat l'ultima volta, te lo prometto." dico abbracciandola, si asciuga le lacrime, "Quindi domani parti con Domenico?", "Si, non vedo l'ora di conoscere la sua famiglia, vuoi che ti porti qualcosa?", "Si per favore, un bell'adesivo per la mia parete.", "Va bene, ora scusami ma devo cambiarmi, finire la valigia e portare a cena fuori il mio ragazzo, di a mamma e a papà che non torno troppo tardi okay?", "Va bene." e uscendo dalla camera mi urla un "Divertiti a casa del bel moro!", lo prende in giro con quel soprannome da quando mamma lo ha chiamato così durante il nostro primo pranzo insieme, è bello avere finalmente una famiglia unita.

Ho una tutina di velluto viola, non troppo pesante ma abbastanza da poter andare in moto senza morire congelata, Mimmo mi aspetta sotto casa sua e quando arrivo sembra non riconoscermi finché non alzo la visiera del casco, "Buonasera bel ragazzo, spero che la tua fidanzata non sia nei paraggi perché sto per rapirti stasera.", "Wow, spero proprio non ci sia, passa il casco scema del mio cuore." risponde sorridendo a trentadue denti. Ha un outfit perfetto per dove lo sto portando, un locale esclusivo sulla costa, degno per festeggiare il mio ufficiale ritiro dalle scommesse clandestine e il nostro nuovo inizio.

L'atmosfera è perfetta, arriviamo con le prime sfumature del tramonto, parcheggio la moto all'interno del club e conduco il mio stupefacente ragazzo alla terrazza, il gazebo bianco, le luci calde e il chiacchiericcio della gente rendono tutto perfetto. "Questo è il mio regalo per te, tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, con te non ho filtri, mi hai dato la forza per affrontare il mio passato, mostrandomi a te esattamente per quello che ero e che sono. Io sono tua ora, ti amo Domenico.", ho gli occhi lucidi e così anche lui, "Ti amo da morire Camilla.", annullo la distanza fra di noi e coroniamo questo momento con un lungo abbraccio, significativo al punto da far comprendere la profondità del nostro legame, è l'equilibrio perfetto fra due persone.

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