Capitolo XIV

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"Mi sembra di volare quando Lorenzo è al mio fianco, abbiamo stretto un sacco quella sera, ed è tutto grazie a te. Ci scriviamo continuamente durante il giorno ed è davvero piacevole avere qualcuno che si interessa così tanto a me.", "Te lo meriti piccola!". È davvero persa per lui e faccio il tifo per loro. Arrivata a casa c'è solo mia sorella, mamma è a yoga probabilmente e papà sicuramente a lavoro e grazie alla calma che regna sovrana mi metto a studiare seriamente.

Mi sveglio tutta sudata alle 3:27 del mattino, ho fatto un sogno strano e inquietante, Mimmo era stato rapito insieme a Damon per qualche problema di droga, il solo pensiero mi fa rabbrividire. Chiamo Domenico, rischio di svegliarlo ma non mi interessa, "Hey amore, perché mi cerchi a quest'ora?", "Scusa, ho fatto un incubo, stai bene?", "Si Cami, sono a casa a vedere un film con Lollo, non ti devi preoccupare, sto bene.", "Okay, domani dobbiamo parlare di una cosa, non è molto importante, buonanotte.", "Va bene, buonanotte amore mio.". Cerco di riaddormentarmi con molta difficoltà, lo faccio senza neanche accorgermene rendendomene conto solo al suono della sveglia. Ho la faccia gonfia come se avessi passato la notte a piangere, scrivo a Damon di vederci dopo scuola per poter parlare del sogno e per chiedergli una cosa che mi sono ricordata ora. Quei due si conoscono, Mimmo era alla sua festa, come e perché in tutti questi mesi non l'ho mai visto? Odio essere sempre così sospettosa ma non mi farò imbrogliare di nuovo, devo stare attenta.

La giornata passa lentamente e mi fanno notare tutti la mia espressione da morta vivente, solo Teresa sembra messa peggio di me, andiamo in bagno a sciacquarci la faccia. "Cami, devo dirti una cosa.", "Dimmi pure.", "Sono successe due cose negli ultimi giorni...", "Dai su, racconta", sta per iniziare ma entra Dalila arrabbiatissima, "Che succede Dal?" le chiedo, "La prof di francese mi ha appena cacciata dalla classe per una cazzata. James mi ha svuotato lo zaino sul tavolo e la prof si è girata mentre sistemavo e accusandomi di disturbare la lezione e di non ascoltare mi ha buttata fuori!", "Ci dispiace un sacco Dal, lascia perdere anche quell'idiota di James, stai tranquilla e alla prossima lezione spiega alla professoressa quello che è successo." la rassicura Tere, "Va bene, grazie ragazze, è un problema se resto qualche minuto con voi? Tutti i miei amici sono a lezione e non mi va di stare da sola.", "Si, stai con noi, non c'è problema!" così rimanemmo un po' li. Raggiungendo gli altri alla fine dell'ora guardo Teresa, "Ne parliamo dopo scuola, ci vediamo al cancello." per poi vederla annuire e salutarmi.

Le ultime ore sono le peggiori soprattutto quando sono di ginnastica, in questa scuola ci tengono particolarmente all'attività sportiva, non è sempre leggera. Stremata mi cambio e raggiungo Teresa al cancello. "Quindi, cosa sono queste due cose?", "Andiamo alla stazione intanto", "Va bene ma inizia a parlare.", ribatto con un tono leggermente alterato. "Sono andata dal ginecologo con Giulio", "Okay, è magnifico.", "Sono caduta dalle scale e sbattendo la pancia ho perso il bambino.", dice con le lacrime agli occhi. "Teresa, mi dispiace da morire, come ti senti?", "Mi sento vuota ma penso che sia stato il destino, era la cosa giusta, questo bambino non avrebbe vissuto felicemente.", "Capisco, sei andata dal ginecologo prima o dopo?", "Sia prima che dopo, è stato lui a confermarci l'aborto.", "Cosa pensi di fare con Giulio ed Enzo?", "Grazie a questa esperienza ho capito che devo lasciar perdere Giulio, io amo Enzo, non dovrà mai sapere di questa cosa. Devi promettermi che non racconterai a nessuno di questa cosa. Sei l'unica persona di cui mi fido ciecamente, non mi tradire.", "Non lo farei mai ma pensa bene a quello che vuoi fare.", "Lo farò.". Nel frattempo siamo arrivate alla stazione, io salgo sul bus che mi porterà da Dam e Teresa sale sul tram che la porterà a casa. Sono un po' sconcertata ma spero che lei stia bene e pensi attentamente a quello che vuole fare.

Dam è sul letto a studiare, gli salto accanto per spaventarlo con scarsi risultati, "Buongiorno amichetta mia, come stai?", "Non lo so, penso bene ma ho fatto un sogno molto poco rassicurante.", inizio a dire, "Non spacci più vero?", "No, ho smesso da quando... lo sai.", "Sisi, mi fido, non hai nessun conto in sospeso?", "No, ho chiuso con tutti e tutto.", "Okay, ora le domande serie, come conosci il mio ragazzo?", "Oh, beh, è molto semplice, è venuto in palestra all'inizio dell'anno, cercava una piscina con corsi di pallanuoto e non sapendo come aiutarlo ho invitato lui e Lorenzo ad una lezione di parkour.", "Menomale, ora si, sono felicissima. Tu come stai piccoletto?", "Non chiamarmi piccoletto, abbiamo solo due anni e qualche mese di differenza e non mi sembra sia mai stato un problema.", "Non cominciare signorino, quindi, come stai?", "Sto bene dai, l'altro ieri per poco la pula non mi prendeva con tre grammi, non so come ho fatto a seminarli.", "Sempre all'avventura tu eh?", "Ovvio, lo sai che sono un mago della fuga.", "Stai attento, non filerà sempre liscio, evita di metterti nei casini, non voglio recuperarti mezzo morto un'altra volta.", "Cami, siamo cresciuti entrambi, puoi stare tranquilla.", "Se lo dici tu... Dai su, facciamo un giro che fra un'ora viene Mimmo a prendermi.".

Siamo quasi arrivati nello skate park, amo andare sullo skate ma non ho mai tempo per farlo e lo lascio spesso a casa di Dam, il mio fedele compagno di avventure poco raccomandabili. All'entrata del parco incontriamo Tio, Ben e Luca, un altro dei miei cugini, li salutiamo al volo e torniamo sulla nostra strada. "Cami, devo dirti una cosa, è strano.", gli faccio cenno con la mano di continuare a parlare, "Penso di essermi innamorato.", a quest'affermazione per poco non cado dalla tavola, "Tu, il più Don Giovanni dei Don Giovanni, credi di esserti innamorato?", "Si, è fantastica, è una nuova, è arrivata quest'anno ed è più grande di me. Ha un corpo da paura e lunghi capelli neri liscissimi. Incute timore alle sue compagne di classe ma ogni volta che parliamo resto senza parole. Si chiama Vittoria, è un'amica di Ele. Potrebbe essere un problema questo, lei ancora non mi ha dimenticato.", "Wow, che casino. Te ne sei accorto così tutt'a un tratto?", "Si, sento che lei è quella giusta, dopo vado a prenderla, usciamo a prendere un boccone.", "Sono contenta, magari sarà colei che riuscirà a farti mettere la testa a posto.", "Lo spero anche io. Sai cos'è divertente? Abita a due isolati da me e l'ho vista solo una volta arrivata a scuola, non idea di come non l'abbia mai notata.", "Mi ricorda tanto qualcuno." affermo ridendo. "Vorrei ricordarti che quest'estate ho scoperto di avere dei vicini stra fighi e l'ho scoperto solo conoscendoli per caso in spiaggia e tornando a casa insieme. Ringrazia che tu l'abbia ignorata per qualche giorno, non come me che l'ho fatto per tutta la mia vita fino a quest'estate." rispondo ridendo per la mia idiozia. "Beh, non hai tutti i torti, sei una scema di prima categoria.", "Già.", passa il tempo fra i vari trick che Damon cerca di insegnarmi, lo lascio li e corro a casa sua per prendere le mie cose e aspettare il mio bel moro che sfortunatamente mi ha preceduta. Lo trovo fuori alla porta, in dubbio fra il suonare il citofono o bussare. Correndo sul vialetto lo spavento e salutandolo con un bacio vado a prendere le mie cose al piano di sopra, "Aspettami qui, arrivo subito!", "Va beneee".

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