Capitolo IX

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I raggi del sole mi arrivano dritti in faccia svegliandomi, sono immersa nell'esorbitante piumino bianco che ricopre il letto di Mimmo, mi giro a cercarlo ma a quanto pare sono sola. Cerco di darmi una sistemata in bagno, sciacquo la bocca con un po' di dentifricio, mi lavo e provo a dare una forma alla mia capigliatura dopo di che mi rimetto nel letto a trastullarmi fra la morbidezza dei cuscini dandogli un ordine. Mimmo entra nella stanza con un vassoio per la colazione con sopra tutto quello che si può desiderare, lo appoggia sul comodino e si avvicina per lasciarmi un piacevole bacio sulla guancia. "Buongiorno, sei stupefacentemente raggiante stamattina. Non sapevo cosa ti sarebbe piaciuto ed ho portato un po' di tutto, spero sia di tuo gradimento.", "Buongiorno, beh se io sono raggiante è solo merito tuo. Grazie per tutto questo, non dovevi, sarebbe bastato molto di meno ma grazie. Facciamo colazione insieme?", "Certo, sto facendo anche i pancake, vuoi venire a vedermi mentre incendio la cucina?", "Assolutamente si.".

Lorenzo è ancora sul divano a dormire beato e lo osservo mentre mi siedo su uno degli sgabelli posizionati attorno all'isola della cucina che divide l'ambiente del salotto e quello della cucina. Questa casa è degna dei miei sogni più intimi, mi rispecchia a pieno, ha uno stile vintage ma diversi dettagli moderni le conferiscono un'aria più fresca e innovativa, un equilibrio impeccabile. Amo il ripiano di marmo bianco è spettacolare, lindo e splendente e sempre fresco. Domenico cerca di far saltare le frittelle con la padella senza grandi risultati, ridendo lo raggiungo per dargli una mano. "Cucini spesso?" mi chiede, stupito della maestria con cui sto preparando i pancake, "Effettivamente si, riesco a non pensare a nulla quando cucino, la trovo una forma d'arte e l'arte è l'unica che non mi giudicherà mai." faccio saltare una frittella per non sembrare troppo seria anche se lo sono. "Io non lo farei mai, voglio diventare il tuo posto sicuro, voglio che tu possa fidarti ciecamente se me lo permetterai.", "Voglio farlo ma sono stata delusa molte volte, dipende tutto da te, non sarà semplice.", "Lo so ma so anche di essere la persona più caparbia che conosca, ce la farò." risposi con un sorriso speranzoso, se ci riuscirà sarò la persona più contenta di tutte. Mangiamo i pancake con tranquillità seduti attorno all'isola e, mentre sorseggio un po' di succo d'arancia, Lorenzo si sveglia stiracchiandosi rumorosamente. "Buongiorno splendore, dormito bene?", lo saluto, "In realtà no, avrei preferito dormire nel mio letto ma almeno non sono stato accecato dal sole ma solo dalla tua bellezza." risponde frastornato. "Amico, occhio alla lingua.", "Calmo calmo, lo so che è tua. Vado a fare una doccia e lasciatemi qualche frittella!", lo osserviamo mentre traballante si dirige verso il bagno della sua camera.

Resto dai ragazzi fino dopo pranzo, devo studiare per delle verifiche e purtroppo ho già procrastinato abbastanza. Decido di non approfittare ancora della dolcezza di Mimmo e prendo il tram che mi riporta a casa, accompagnata dal suono ripetitivo dei vagoni sulle rotaie. Chiamo Teresa per vedere come sta, Veronica è tornata prima dell'alba ed hanno avuto finalmente del tempo per parlare seriamente come mai prima d'ora. Assicuratami delle buone condizioni della mia amica decido di sentire anche Mati, dovevamo studiare biologia insieme questo pomeriggio ma non credo che sia una buona idea anche perché non saprei come comportarmi sapendo della sua ignoranza dei fatti accaduti la sera prima. Scendendo dal tram, passo al volo da Irene, abita a qualche isolato da me, per domandarle di venire a ripassare da me e farmi un po' di compagnia. Accetta quasi subito ma solo in cambio di un gelato prima di chiuderci in casa, c'è un sole pazzesco ed è un peccato rimanere a casa ma non avrei dovuto tralasciare così tante cose da fare.

Ci concentriamo per un paio d'ore poi facciamo una pausa in terrazza, "Devo confessarti un cosa.", "Dimmi piccoletta", "Penso di essermi presa una cotta per un ragazzo ma quel ragazzo sa a malapena della mia esistenza.", "Uh, dimmi chi è, magari riesco a darti una mano, sei stupenda e anche un cieco lo noterebbe.", "È Lorenzo." ammette con un velo di tristezza nella voce. "Irene, Lorenzo è un ragazzo maturo e intelligente, sono certa che non avresti troppi problemi ad ammaliarlo, uno di questi giorno potrei presentartelo ufficialmente se vuoi..." propongo, "Sarebbe perfetto, grazie Cami.".

È una ragazza splendida, ha solo sedici anni ma è più matura di molte mie coetanee, ha dei lunghi capelli corvini mossi da delle onde lunghe e lente, ha dei magnetici occhi che passano dall'azzurro al verde in base alla luce, incantano sempre tutti risaltando la sua candida carnagione. Finiamo di bere un the freddo e Ire torna a casa in tempo per la cena, sono contenta che mi abbia parlato, dovremmo farlo più spesso, in questi ultimi tempi l'ho trascurata decisamente troppo e mi sento tremendamente in colpa.

Ceno con la mia famiglia, "Cami, noi andiamo al cinema più tardi, vieni con noi, esci o resti a casa da sola?" mi chiede mia madre, "In realtà non ho programmi per stasera ma penso di uscire comunque, ho un ragazzo adesso e magari faccio un giro con lui oppure raggiungo Mati alla festa dei suoi genitori per farle un po' di compagnia, devo ancora decidere.", "Va bene, noi torneremo verso mezzanotte, non penso faremo troppo tardi, anche tua sorella è abbastanza stanca. Mandaci un messaggio con i tuoi spostamenti.", "Okay, buona serata, vi voglio bene!".

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