Capitolo XVII

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Mi sveglio grazie alla fredda brezza mattutina, sono ancora sul tetto e l'unica differenza è Mimmo accanto a me e Filo che russa sul divano più in la. Mi alzo facendo attenzione a non svegliare il bel moro e vado in camera di Mati a rubarle una felpa, entrando silenziosamente trovo sul letto Dorian e Mati abbracciati sotto le coperte, si da da fare la mia amica eh, penso ridendo, prendo velocemente la felpa e vado di sotto a vedere in quali condizioni sia il salotto. Non ho mai dormito molto nella mia vita e devo ammettere che alle feste sono sempre la prima a svegliarmi, insieme a Irene, le mia fedele compagna che questa volta è impegnata da un biondo che le ho rubato il cuore.

In cucina trovo Cinco, l'altro ragazzo della band, "Buongiorno, già sveglio?" gli chiedo con gentilezza, "Giorno, in realtà non ho proprio dormito...", dice versandosi un caffè, "Ho conosciuto un sacco di gente e abbiamo parlato fino all'alba e poi il sonno non mi ha più raggiunto quindi ho sistemato una parte del giardino e sono venuto qui per un caffè. Tu sei l'amica di Lucio?", "Si, sono Camilla. Grazie per aver sistemato, non dovevi.", "Certo che dovevo, ho contribuito anche io a questo casino e mi ha fatto piacere!", risponde per poi sorseggiare un po' della magica bevanda rivitalizzante. "Come sei finito qui?", "Alla festa o all'aver lasciato tutto per rincorrere i miei sogni?", "La seconda, ieri ho parlato con Filo, anche tu hai una situazione del genere?", "Non proprio, io sono una persona che ama studiare e avevo iniziato l'università, economia è una delle mie passioni ma alla fine ho ceduto grazie a Filo, Lucio e Pino. Siamo amici da molti anni e ci siamo sempre sostenuti a vicenda in tutto, anche in questa scelta di venire qui lasciandoci tutto alle spalle.", "Siete stati coraggiosi.", "Già ma non riesco a star tranquillo, ho un costante dubbio di non aver fatto la scelta giusta, penso di dover solo aspettare e vedere cosa accadrà.", "Lo penso anche io, per ora non crucciarti troppo e goditi questi momenti, hai sempre tempo per ritornare sui tuoi passi ma se sei qui deve esserci un motivo, non dimenticarlo. Dopo questo profondo discorso io vado al bar in fondo alla strada a prendere qualche cornetto, vieni con me?", "Certo!".

"Quindi, il modello moro è il tuo ragazzo?", "Eh si, stiamo insieme da poco ma è quello giusto.", "Lucio ti ama ancora, non ha fatto altro che parlare di te negli ultimi tempi sapendo di tornare nella tua stessa città.", "Lo so, lo percepisco. Non posso farci nulla, non l'ho mai amato, gli sono grata perché mi è stato accanto in un momento difficile ma non potrà mai essere di più di quel che è, un amico.", "Ti capisco, dovrete parlarne prima o poi.", "Io non ho nulla da dirgli, se vorrà, verrà da me.", "Tranquilla, non farò nulla. Basta con argomenti pesanti, tu come occupi il tuo tempo in città? Qualche consiglio su dei posti in cui andare?" continuiamo a chiacchierare mentre passeggiamo ma i ricordi mi rendono irrequieta, nascondendolo continuo come nulla fosse.

Tornati troviamo quasi tutti svegli intenti a sistemare e iper contenti per la pausa cornetto, Domenico mi viene incontro con il segno della coperta ancora impresso sulla faccia, "Hey, dov'eri finita?" mi chiede con voce assonnata, "Ho sistemato un po' e sono andata a prendere una brioche per tutti, eri così calmo mentre dormivi che mi dispiaceva svegliarti.", "Mhh, hai fatto bene, vado ad approfittare della tua bontà allora.", dice mugugnando per poi darmi un bacio sulla fronte e andare in cucina. Il giardino è disastrato, abbiamo sistemato tutti gli interni ma è ora di pranzo e davanti a noi c'è un cataclisma, arriva Mati, "Ragazzi, i miei non torneranno prima di domani, il giardino è mezzo andato, che ne dite di un bel barbecue e una nuotata per poi pulire tutto?", è disarmante l'energia infinita di quella ragazza ma un urlo di gioia esce dalle bocche di tutti così ci dividiamo i compiti e prepariamo il necessario.

Mi mancavano le nostre grigliate, sono contenta che il nostro gruppo si sia allargato così tanto, stiamo tutti molto bene, Irene è in braccio a Lorenzo, quei due faranno strada, mi stupisco quando vedo Gea baciare Michela, mi imbambolo un attimo per poi essere riportata alla realtà da Dam. "Oi amica, come è andata ieri, tutto tranquillo?", "Si pazzoide, nessuna cazzata, tu che fine hai fatto?", "Non lo so, non mi ricordo, mi sono svegliato in salotto sul tappeto, è stata una grande festa!", annuisco senza riuscire a trattenere le risate per il suo buon umore. Prendo una bruschetta e vado da Mimmo.

Sono a casa dei ragazzi, è un tranquillo sabato sera, proprio quello che ci vuole dopo lo sbaraglio di ieri. Mancano due settimane alla partenza e con Domenico le cose non fanno altro che migliorare, la nostra è un'intimità unica, siamo amici, complici, amanti, complementari, non ho mai avuto qualcuno tanto importante per me. Può essere un problema con il mio passato, Domenico sta diventando il mio punto debole, non voglio metterlo in pericolo, se mai tornasse qualcuno che conosceva la vecchia me sarà un vero problema. Ho preso tanto scelte sbagliate, la droghe, le scommesse, le cattive compagnie, non sono più quella persona. Sono cambiata, con tutta me stessa ho sperato per anni di avere la forza di uscire da quei brutti giri e se non ci fossero stati Diego e Dam non so come avrei fatto ma diversi danni sono stati fatti e un giorno dovranno essere riparati.

Cercando di scacciare quei pensieri mi infilo sotto la doccia ma la musica rilassante e lo scroscio dell'acqua calda sulla mia pelle non aiutano, Mimmo entra in bagno e canticchiando mi raggiunge. La chimica che c'è fra di noi annulla le distanze fra i nostri corpi muovendosi all'unisono completandoci lasciando tutte le emozioni fuori dalla porta, regnano sovrani l'amore e la passione.

Siamo sul letto, illuminati solo dalla luce della candida luna, tutto tace e ci addormentiamo tranquilli sperando di non spezzare questa magia una volta svegli ma la vita tutt'altro che dolce ha altri piani in serbo per noi. Nel frattempo ci godiamo questi attimi fuggenti al sicuro dalle incertezze.

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