not ANOTHER love story

Capitolo VII

SOPHIE'S POV

"Siete sicure di volerci andare? Potete sempre stare a casa con noi" ci disse papà quando eravamo pronte per uscire. Stava appoggiato allo stipite della porta e non voleva farci passare.

"Lasciale andare tesoro, alla loro età anche noi ci divertivamo così" lo rimproverò la mamma, facendo l'occhiolino alla loro gioventù.

"Non voglio sapere i dettagli" esclamai tappandomi le orecchie. Mia sorella si avvicinò a papà e lo rassicurò che saremmo state giudiziose. Che parlasse per lei! Io il giudizio l'avevo chiuso a chiave nel cassettone su in camera. Finalmente ci lasciò passare e la mamma ci chiese di salutarle Bryce, quel ragazzo le piaceva davvero tanto.

In macchina Charlie, alzò il volume della radio al massimo, la vedevo davvero carica. "È la prima volta che non devo costringerla a seguirmi ad una festa. Non me la racconta giusta" pensai, guardandola in modo diffidente.

Tik Tok di Kesha riempieva tutto l'abitacolo, adoravo quella canzone. "Stasera voglio superare quel limite, sai quello che dici che non supero mai" urlò Charlie per non abbassare la musica. Ero sconvolta, mia sorella che VOLEVA superare il LIMITE? Non era possibile. Le passai una mano sulla fronte per sentire se avesse la febbre, non era calda. Lei fece una smorfia, pensava che non la prendessi sul serio ed era proprio così.

"Non ci credo" le dissi guardandola dall'alto al basso "TU?"

"Si proprio io" era molto sicura di quello che stava dicendo.

"Allora ben venuta nel club sorella. Ti avverto, una volta che assapori il divertimento non riesci più a farne a meno" le dissi maliziosa.

Suonammo il campanello. La musica si sentiva da fuori. La casa era enorme, sembrava un Hotel. Non vedevo l'ora di entrare.

Bryce ci accolse, e fra bicchieri, bottiglie e gente dappertutto, ci presentò i suoi coinquilini uno dopo l'altro senza darmi il tempo di inquadrarli bene. Non mi sarei mai ricordata i loro nomi, ma avrei avuto tempo per imparali ora che Bryce era tornato.

Sembravano tutti molto simpatici, sorridenti e davvero belli. Uno però mi era familiare, l'avevo già visto, ma dove? Charlie gli corse incontro per salutarlo, prima che Bryce potesse dirci: "Lui è Josh, mio cugino."

Il mio cervello collegò subito. Mi tornò in mente la scenata che avevo fatto quella mattina a scuola, non potevo crederci. Che stupida che ero. Gli rivolsi un sorriso di scuse, ma lui sembrò non notarlo perché mia sorella lo trascinò via. Mi dispiaceva averlo trattato male perché sembrava davvero gentile. "Mi scuserò dopo, promesso" pensai.

Bryce mi prese per mano e mi attirò a se, facendomi fare una giravolta. "Sei bellissima stasera" mi sussurrò all'orecchio. Era talmente vicino che sentivo il suo fiato caldo sulla mia pelle. Sapeva di alcol, il che mi spiegò il motivo del complimento. Era leggermente imbarazzante sentirlo così vicino a me, così mi staccai e gli dissi di andarmi a prendere qualcosa da bere. Lui non ci pensò due volte, e senza lasciarmi la mano mi trascino in mezzo alla folla.

Chissà dov'era mia sorella? Accantonai il pensiero quando Bryce mi porse un bicchiere. 

 "Quindi avremo il piacere di conoscere un'altro Hall?" gli dissi ironica, portando il bicchiere alle labbra. Bevvi un sorso, era amarissimo. Ma che schifo, che cos'era benzina? Feci una smorfia di disgusto mandando giù quel liquido caldo.

"Cos'è, non sei più abituata?" mi disse in tono di sfida, indicando prima me poi il bicchiere. Gli feci la linguaccia e buttati giù un altro sorso, questa volta molto più consistente. Era davvero forte. "Comunque non è un Hall. È il figlio della sorella di mia madre, infatti si chiama Josh Richards" continuò lui togliendomi il bicchiere dalle mani e finendolo tutto in un sorso. Era compiacimento quello che vedevo sul suo volto? Cos'era una sfida? Il modo in cui mi guardava mi fece venire ancora più voglia di batterlo, di cancellargli dal viso quell'espressione soddisfatta. Sapevo che il mio fegato avrebbe chiesto pietà a causa del mio orgoglio.