Capitolo IX

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JOSH'S POV

La festa sarebbe iniziata a momenti, ed io ero impaziente di vedere Charlie: quella ragazza aveva fatto colpo, nonostante la conoscessi da stamattina. Ero pronto ad andare fuori insieme a mio cugino, era passato tanto tempo. Era la mia prima volta fuori dalla mia città dopo un arco di tempo che mi sembrava infinito.

Arrivarono Sophie e Charlie, e salutarono tutti i coinquilini miei e di Bryce.

Charlie era così bella: aveva un tubino completamente nero, con uno scollo non troppo profondo, ma che faceva intravedere le sue curve. Aveva delle scarpe col tacco, nonostante fosse molto alta. Non aveva un fisico da modella, ma di sicuro con quell'abito era da urlo: ed era formosa, non magrissima. Mi piaceva come le segnava le forme. Era truccata poco, come avevo immaginato, poiché a scuola veniva struccata, però aveva un lieve ombretto rosso che metteva in risalto i suoi occhioni verdi. Erano stupendi, mi ci sarei perso dentro, e anche molto volentieri. Inoltre i suoi capelli ricci erano sciolti, le ricadevano sulle spalle. Stamattina l'avevo vista con i capelli ricci, un riccio naturale, ma devo ammettere che anche con i capelli lisci era uno schianto.

Mi venne incontro con un sorriso smagliante. Le porsi il bicchiere che avevo in mano, mi sembrava indecisa: l'avrebbe preso?

"Richards, senti, non sono più capace di fare queste cose, mi insegni tu?", mi chiese con fare malizioso: stava flirtando con me?

Le risposi dicendo che sarebbe stato un piacere ed andammo a prendere da bere, subito dopo le dissi che era troppo presto per farle fare un beer pong. Mi squadrò come se avessi ammazzato qualcuno e mi disse che era la migliore.

Mi piaceva la sua competitività, la caratterizzava così tanto. Secondo me in tutte e due le gemelle Taylor scorreva il fuoco nelle vene, erano molto simili: anche se Sophie era davvero una testa calda, dopo quello che era successo stamattina; Charlie sembrava più calma.

Finì che io bevvi tutti i bicchieri e lei solo uno: forse aveva ragione riguardo ad essere la migliore.

"Tutto qua Richards?" disse, e poi subito dopo disse qualcosa inerente al fatto che l'allievo supera il maestro, ma erano parole confuse.

La guardai, sentivo le mie guance in fiamme, mi stava salendo la botta(la che?) e tutto quello che riuscivo a fare era pensare a quanto fosse bella. Senza rendermene conto le mie labbra le stavano sfiorando l'orecchio mentre la prendevo dalla vita.

"Oh, è solo l'inizio." le sussurrai, sentendo l'alcol che iniziava a scorrermi nelle vene.

Si staccò dalla mia presa, forse ero stato troppo sfacciato, me ne pentii subito ma cercai di non pensarci: inoltre stava distante da me come se le avessi fatto del male. Ero stato certamente troppo sfacciato, dovevo rimediare.

"Passami gli shot" disse, e gliene passai. Uno, due.. Sei..

La guardai, probabilmente pensò che volessi chiederle di bere ancora, ma la stavo semplicemente ammirando. In ogni caso prese altri shot, non so quanti perché ero frastornato, ma erano tanti: non sarebbe andata in come etilico?

Ad un certo punto se ne andò, e io la seguii.

La gente era sfocata, non capivo cosa stesse succedendo. La musica mi rimbombava nelle orecchie, facendomi scoppiare la testa. Vidi due figure ballare sul tavolo, per poi finire a baciarsi, ma erano quasi irriconoscibili. Cercai di focalizzarli: erano Bryce e Sophie. Guardai Charlie che era perplessa. "Centro Bryce" pensai. 

Sophie saltò giù dal tavolo, com'era intrepida quella ragazza per saltare giù da un tavolino ubriaca. "OBBLIGO VERITÀ" urlò. Non so come ma ci ritrovammo in cerchio io, Charlie, Sophie, Bryce ed i nostri coinquilini.

Non capii molto, l'unica cosa che vidi fu Charlie a pochi centimetri da me:

"Richards.." era così sensuale mentre pronunciava il mio cognome in quel modo, era stata al mio gioco di chiamarci così...

"Taylor.." sussurrai.

Non potevo lasciarmi scappare quell'opportunità: colsi l'attimo e la baciai. Posai le labbra sulle sue, cautamente, per poi lasciarmi trasportare completamente dal bacio: era una sensazione diversa, ero più da "una notte" ma con lei era così strano. Mise una mano dietro la mia nuca, stavolta la sfacciata era stata lei, mi piaceva. Mi lasciai avvicinare a lei, mentre sussultavo dalla sorpresa.

Di colpo si staccò da me e corse via. Mi alzai senza pensarci due volte e le corsi dietro: era in giardino e stava piangendo. L'alcol aveva abbandonato il mio corpo, sentivo il bisogno di consolarla. 

"Ehi, parliamo?" le chiesi, preoccupato. Si buttò tra le mie braccia ed io la strinsi. Non voleva parlare quindi cercai di rassicurarla. Si accoccolò e smise di piangere.

***

Sophie era collassata sul letto, per cui proposi di rimanere a dormire da noi: bastò che Bryce parlò con la mamma delle gemelle per far sì che le lasciasse a dormire. Vidi Charlie in cerca di una camera vuota, ma erano tutte occupate dai miei amici.

"Dovrei chiederle di dormire con me?" pensai, e decisi che era la cosa migliore, non potevo lasciarla a dormire sul divano!

Strappandomi le parole di bocca mi disse che avrebbe dormito sul divano al posto mio, dato che mi sembrava abbastanza scossa dalla mia proposta. Infine cedette e accettò di dormire con me.

Non aveva un pigiama, per questo dormì con la mia maglietta: nonostante fosse alta quella maglia le stava enorme. Le sue cosce erano coperte nemmeno a metà dal mio pigiama: erano così belle, avevo voglia di accarezzargliele. 

Ero solito dormire senza maglietta, perciò anche quella sera l'avrei fatto: in più la mia l'aveva indosso Charlie. Era già sotto le coperte, quindi la raggiunsi. Mi osservò per un po', fino a quando non mi ritrovai la sua mano sopra il petto. Cominciò a percorrere con i polpastrelli tutto il mio corpo fino ad arrivare agli addominali. Sospirai, mentre mi scioglievo completamente sotto il suo tocco. Le misi un braccio sotto il suo collo, mentre si accoccolava a me continuandomi ad accarezzare.

Le diedi un bacio sulla fronte, e subito dopo mi ritrovai di nuovo incollato alle sue labbra. La sensazione fu ancora più bella di quella del bacio che mi diede poco prima: volevo godermi il momento al massimo, per questo la stavo baciando lentamente. Mi staccai dalle sue labbra e le dissi:

"Come sei bella", era bella davvero, e le parole scivolarono fuori dalla mia bocca come se fossero acqua: non avevo mai detto una cosa del genere ad una ragazza. Subito dopo si addormentò tra le mie braccia.

Era quasi l'alba quando un grido mi svegliò di soprassalto: era Charlie, doveva aver fatto un incubo. Tentai di rassicurarla ma corse in bagno: sentii tirare l'acqua ma non avevo la più pallida idea di cosa fosse successo.

Tornò in camera e si sdraiò dandomi le spalle: che strano, poco prima mi aveva baciato. Era stato solo l'effetto dell'alcol?

Non mi importava, ora volevo starle vicino. Per cui non mollai nonostante il suo "rifiuto" e decisi di abbracciarla da dietro. La volevo proteggere da altri incubi imminenti. Mi piaceva quella ragazza, e volevo farla sentire al sicuro. Nonostante la conoscessi da poco, pensavo all'amicizia che poteva nascere tra noi o chissà magari qualcosa di più.

"Voglio conoscerla meglio, le chiederò di uscire con me" dissi tra me e me, a scuola gliel'avrei chiesto.

Pensai a tutte le cose che potevo fare con lei per conoscerla meglio, e per la prima volta mi addormentai felice.

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