Capitolo XIII

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CHARLIE'S POV

Arrivai in palestra, e scesi più velocemente possibile da quella macchina. Un tempo la amavo, era l'unico nascondiglio che avevamo io e Tony, oltre che a casa sua, ma ora la odiavo e non avevo intenzione di passarci nemmeno un secondo di più.

Entrai in palestra e non vidi Sophie, ma si può sapere perché aveva saltato ancora l'allenamento? L'avrei coperta come sempre, non mi andava che la coach si arrabbiasse con lei. Però volevo si prendesse la responsabilità di questo impegno, anche se diceva di non essere abbastanza brava, che non era vero, serviva alla squadra se volevamo arrivare alle regionali.

"Taylor, tua sorella si può sapere dov'è?" mi chiese la nostra allenatrice, in modo scorbutico come sempre.

"Coach deve studiare, le hanno assegnato un progetto oggi da completare entro domani: non ha avuto il tempo nemmeno di mangiare praticamente. Sa com'è, la scuola." le dissi, cercando di tranquillizzarla.

Si girò e andò via senza dire niente: non la sopportavo quando si comportava così. Facemmo allenamento, uno dei più stancanti che avessimo mai fatto: a Sophie sarebbe servito come lezione un allenamento del genere. Ma dov'era? Non potevo riempire la mia testa con migliaia di domande inerenti a cosa stesse facendo: dovevo concentrarmi e già la concentrazione non era una mia qualità, soprattutto in momenti come quello.

Finito l'allenamento la coach si complimentò con me: tutta la rabbia che Tony mi aveva messo in corpo era servita finalmente, se mai fossimo arrivate alle regionali dovevo litigarci poco prima di giocare, avrei fatto la partita del secolo. Mi disse anche che dopo il primo allenamento avevo reagito bene alle sue sgridate e che quindi la fascia sarebbe rimasta mia. Grazie Tony! Finalmente sei riuscito a fare qualcosa di buono, e per la prima volta sono io che ho usato te! Tony 100- Charlie 1.

Mi sbrigai a fare la doccia, non avevo intenzione di incontrare quella faccia. Mi vestii, ormai avevo la borsa pronta quando qualcuno bussò alla porta.

"Non pensarci" dissi, convinta che fosse Tony.

"Mi scusi?" era la voce della coach, che figura.

"Mi scusi, pensavo fosse una mia compagna." risposi, imbarazzata.

Mi ordinò di comunicare a Sophie che se la prossima volta non si fosse presentata sarebbe stata fuori dalla squadra. Fortunatamente la convinsi a non prendere decisioni affrettate e soprattutto così drastiche: anche lei riconosceva come importante il suo ruolo di Sophie nella squadra. Un'altra volta che ti salvo, Taylor. Mi sa che mi doveva non so quanti favori. 

Inevitabilmente arrivò Tony in spogliatoio. Non gli dissi niente, non avevo intenzione di parlare con lui. Sorprendentemente anche lui non parlò riguardo alla litigata, e mi chiese se volessi che mi accompagnasse a casa.

"Accetto di nuovo, grazie. Non ci sono i miei per cui puoi anche lasciarmi davanti a casa." gli dissi, senza guardarlo negli occhi e uscendo dalla porta di fretta: volevo evitare che la situazione diventasse ancora più imbarazzante.

Tony passò tutto il tragitto a scusarsi con me per tutte le volte che si era comportato da completo deficiente: però tutte le sue parole mi entravano da un orecchio ed uscivano dall'altro. Continuava a dire che sarebbe migliorato per me, che voleva recuperare il nostro rapporto e che era geloso di Josh.

"Mi spieghi cosa succede se sono amica con lui? Io e te non stiamo insieme", mi svegliai non appena pronunciò il suo nome.

"Non voglio tu ci esca." mi disse, arrabbiato. Ma davvero stava continuando a dirmelo? Evidentemente non aveva capito NULLA di quello che gli avevo spiegato: non aveva il monopolio su di me! Nonostante io glielo avessi dato, non significava ce l'avesse ancora.

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