Cucine del castello.

16.3K 450 110
                                    

Scagliò l'ennesimo stupeficium mentre correva nella foresta alla ricerca dei suoi compagni. Correva senza una meta precisa, non sapeva nemmeno perché scagliava stupeficium alle sue spalle, contro cosa stava combattendo?
Continuava a correre, attraverso i rami della foresta che le graffiavano la pelle, le foglie intrise d'acqua le bagnavano il viso ed i capelli mentre guardava da lontano il castello come ancora di salvezza. Ma perché era sola nella foresta? Questo non riusciva proprio a ricordarlo. Si guardò di nuovo le spalle e notò che nessuno la stava inseguendo, così si concesse qualche secondo per guardarsi attraverso il riflesso dell'acqua, ma non vide assolutamente nulla se non il viso di Voldemort. Scattò all'indietro e riprese a correre, anche se era stanca ed avrebbe voluto stendersi per terra per riprendere fiato. Iniziava non sentire più le gambe, le braccia, nemmeno più le dita delle mani. Cercò di stringere la bacchetta e si fermò cercando di capire da dove venisse il suono che sentiva. Cercò di riprendere a correre verso il castello, anche se sembrava allontanarsi ad ogni passo che faceva, ma si ritrovò pietrificata sul posto mentre una figura le si avvicinava.

«Hermione.»

Si alzò di scatto e sentì che qualcuno bussava alla porta della sua camera. Si scrollò le coperte dal corpo e si guardò allo specchio, questa volta riusciva a vedersi ed era sudata con le lacrime agli occhi. Si diede una veloce sistemata, ormai abituata ai ripetitivi incubi che faceva ed era annoiata al fatto che non riusciva a riconoscerli in tempo. Aprì la porta stranita e ci ritrovò Ginny con le braccia incrociate al petto con l'aria stanca di chi non stava esattamente dormendo ma annoiata come se l'avessero appena svegliata dal migliore dei suoi sogni.

«Hermione-» iniziò con quello sguardo accusatore ed indagatore, che la caratterizzava spesso. «stavi urlando come se ti avesse morso il gatto. Ma non poteva essere il gatto, dato che dormiva in camera mia!»

«Ho avuto un incubo, Ginny. Scusami. Stavi dormendo?» chiese Hermione invitandola ad entrare e non se lo fece ripetere due volte, seguita da un pigro Grattastichi che si appisolò subito sulla poltrona libera. Hermione chiuse di nuovo la porta con un incantesimo e prese posto sul letto, accanto alla rossa. «Ma che ore sono?»

«Sarà notte fonda. E non ho ancora chiuso occhio. Tu sarai anche prefetto e caposcuola con la tua bella stanza singola, io intanto sono ancora tra i comuni mortali e condivido la stanza con due ragazze del primo anno che russano come due troll!» spiegò Ginny stendendosi sul letto della sua migliore amica, lasciando intendere che non aveva alcuna intenzione di alzarsi e di cederle il posto. Hermione non dovette nemmeno rispondere a ciò che aveva detto la ragazza perché era già caduta in un sonno profondo, facendola sorridere. Decise di lasciarla dormire nel suo letto, tanto comunque non sarebbe riuscita a prendere di nuovo sonno, così si munì del suo mantello ed uscì dal dormitorio per fare un giro veloce nei corridoi, per schiarirsi le idee. Si assicurò che nessuno fosse in giro per poter camminare tranquilla, ormai Gazza non faceva più da guardiano e ciò aveva portato la preside ad aumentare il numero dei ragazzi che controllassero che tutti rispettassero il coprifuoco, cosa che evidentemente non stava funzionando dato che Hermione era proprio una di quelle persone che doveva assicurare che nessuno girovagasse senza un valido motivo per i corridoi, ma in realtà era la prima a farlo. Si diresse verso la cucina pentendosi di non aver cenato quella sera precedente. Si intrufolò in punta di piedi e si rilassò solo quando notò che nessun elfo fosse nei paraggi. Si mosse sicura attraverso l'enorme cucina, non era la prima volta che si prendeva la libertà di prepararsi un infuso babbano nella cucina di Hogwarts, aveva anche la sua tazza personale nascosta in uno degli scomparti di quella cucina.

«Granger?» una voce interruppe la sua tranquilla routine e le fece cadere la tazza dalle mani. Afferrò subito la bacchetta dal mantello e la puntò contro la persona che l'aveva infastidita. Un lumos accecava gli occhi di Draco Malfoy, che si aggirava nella cucina con un piatto tra le mani. «Abbassa la bacchetta, Granger. Mi accechi.»

«Malfoy.» sussurrò la ragazza abbassando la bacchetta dal viso del ragazzo, solo per riparare la sua tazza e continuare con la sua routine. Se fosse stato un altro momento si sarebbe infuriata, avrebbe chiesto spiegazioni, ma in quel momento poco le importava. Posò la bacchetta nel suo mantello ed afferrò la tazza per bere il suo adorato the ormai pronto. Mentre sorseggiava il suo the si chiese perché Malfoy era ancora lì, in piedi difronte a lei mentre mangiava una fetta di torta, cose se fossero amici di vecchia data, come se..

«Se vuoi sapere, chiedi e basta.» commentò il ragazzo alzando annoiato sullo sguardo sulla figura che lo faceva compagna inaspettatamente quella sera. La ragazza fece scontrare la tazza contro il tavolo mentre si rendeva conto che il biondo le aveva appena letto la mente senza alcun permesso, intanto Draco si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo allontanandosi per prendere un'ulteriore fetta di torta.

«Cosa? Adesso dove vai, furetto? Pensi di poter leggere la mia mente senza conseguenze?»

«Se tu imparassi Occlumanzia non avresti di questi problemi.» commentò alzando le spalle. Si girò di nuovo per tornare al posto di prima, ma trovò la ragazza proprio dietro di lui pronta a sfidarlo, con la bacchetta già pronta tra le dita. «Non ho la bacchetta con me, Granger. Rimandiamo alla prossima, ti va?» domandò ironico poggiandosi contro al bancone alle sue spalle per poter mangiare, mentre la mora faceva quasi uscire il fumo dalle sue orecchie.

«Non tutti abbiamo parenti che ci insegnano le arti oscure, Malfoy.» disse la ragazza sperando che ricordargli la morte della zia lo infastidisse, ma Malfoy non disse nulla e la guardò senza alcun rancore o sfida. Era ancora calmo, era fin troppo calmo per i suoi gusti. Hermione fu infastidita da quell'atteggiamento e gli puntò di nuovo la bacchetta contro il petto, ma lui rimase calmo, mangiando come se stessero avendo un discordo tranquillo.

«Torna a giocare con San Potter e Lenticchia, Granger.»

Hermione spalancò gli occhi dalla rabbia e si chiese come potesse ancora avere diritto di parola dopo ciò che aveva fatto, così reagì d'istinto. «Stupe-» non ebbe però il tempo di terminare che la Malfoy fu molto più veloce di lei, afferrando la sua bacchetta per lanciarla dall'altro lato della stanza, poi il suo polso fu avvolto dalle dita gelide del ragazzo che la tirarono verso di lui. In pochi secondi si ritrovò ad una distanza minima dal ragazzo, forse di qualche centimetro. La differenza di altezza era palese, Hermione dovette alzare la testa per guardarlo negli occhi e cercare di reggere il suo sguardo.

«Non infastidirmi.» sussurrò gelido, per poi lasciarla da sola nella cucina, con milioni di dubbi che le attraversavano mentre si teneva il polso, rendendosi conto che era la prima volta che la toccava di sua spontanea volontà senza nominare la provenienza del suo sangue.

Note:
Salve ragazzi! Come state?
Lo so, avevo detto ogni venerdì però mi sembra troppo tempo.. pubblicherò ogni lunedì, mercoledì e venerdì sera. Se la storia andrà bene, aumenterò i giorni con la domenica sera.
Comunque considerazioni del capitolo..
Ecco qui il primo incontro tra Hermione e Draco. Come vi sembra?
Non dimenticate di commentare!
Spero voi possiate divertirvi a leggerla quanto io mi sono divertita a scriverla. ❤️

The truth about monsters; Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora