Bosco

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Raven's POV

Quando rinvenni, la mia stanza era avvolta nelle tenebre, segno che doveva essere notte inoltrata.
Mi guardai attorno e mi resi conto di essere sola, qualcuno, probabilmente Storm, mi aveva messo una coperta addosso per evitare che prendessi freddo.
Mi misi a sedere sul letto e guardai fuori dalla finestra dove la pallida luna illuminava il bosco.

Le parole di Storm echeggiavano ancora nella mia mente, "Sybil Vane è la maga che incantò le armi che uccisero Thomas e Anika" aveva detto; non potevo credere di aver vissuto due anni con un'assassina.

Sentii un groppo alla gola e mi costrinsi a non piangere, mi alzai e mi avvicinai alla finestra aprendola; fissai intensamente la luna e in quel momento pregai silenziosamente la Dea perché mi desse forza per affrontare il destino. Chiusi gli occhi e una lacrima solitaria solcò il mio volto e andò ad infrangersi sul davanzale di pietra.

Rimasi immobile per qualche minuto, lasciando che la brezza notturna mi accarezzasse.

"E' una splendida notte" disse la mia lupa Eris "Perché non andiamo a correre? Servirà per schiarirci le idee".

Annuii ed allontanandomi di qualche passo dalla finestra, diedi inizio alla trasformazione.

In pochi secondi le ossa si spezzarono rimodellando il mio corpo, le zanne e gli artigli si allungarono e un lucente e folto pelo mi ricoprì dalla punta del naso alla punta della coda.

Mi trasformai la prima volta all'età di sedici anni, più tardi del normale e ciò mi rese oggetto di scherno da parte di tutti gli altri ragazzi della mia età. Questo unito al fatto di avere il manto color tenebra, portò il branco ad affibbiarmi il soprannome di Ombra Nera.

Nonostante il nomignolo, la gente guardava con rispetto e timore quell'imponente lupo nero dagli occhi di ghiaccio che ora mi fissava dallo specchio.

Scossi la testa, liberandomi dai pensieri e poco dopo mi voltai verso la finestra e mi catapultai fuori, riuscendo ad atterrare tranquillamente su quattro zampe pur avendo fatto un volo di quasi dieci metri.

Una volta fuori, mi lancia velocemente verso la foresta, con l'intento di raggiungere la piccola radura dove solevo passare il tempo da piccola.

Amavo correre di notte, soprattutto perché riuscivo a passare inosservata grazie al colore del mio manto.

Dopo aver corso una decina di minuti, accompagnata dai rumori e gli odori del bosco, mi ritrovai all'ingresso della radura e subito mi diressi verso il piccolo laghetto al centro per abbeverarmi.

Mi allontanai di qualche passo e sapendo di essere al sicuro, mi accucciai a terra e chiusi gli occhi, sfinita.

Mi lasciai cullare dal delicato scorrere dell'acqua nella pozza e presto mi assopii e ripresi a sognare.
Immersa in un silenzio innaturale, mi trovai ben presto nel bel mezzo di un campo di battaglia dove lupi adoranti da meravigliose corazze dorate si scagliavano contro i nemici, abbattendoli senza fatica.
Alle mie spalle, sopra la collina, si ergevano delle tende regali che racchiudevano chissà quali segreti.
Mi guardai intorno smarrita, tentando di capire dove mi trovassi e ben presto capii; inconsciamente stavo immaginando come avrebbe dovuto apparire la leggendaria battaglia degli Alpha.
D'improvviso il fragore della battaglia si fece man mano più forte. Sentivo lamenti lontani provenire da quella che poteva essere l'infermeria e urla strazianti provenire dal campo in cui mi trovavo.
Da lontano vidi creature malvagie correre nella mia direzione e iniziai ad indietreggiare di qualche passo cercando di comprendere se potessero realmente vedermi.
Lo sguardo letale che mi rivolgevano confermò la mia paura e dandogli le spalle, inizia a correre per cercare rifugio.
Percorsi forse una dozzina di metri quando inciampai su quello che con orrore compresi fosse una testa mozzata.
Gli occhi verdi e morti parevano scrutarmi l'anima e un urlo silenzioso si propagò nel mio petto, senza che un suono uscisse dalle mie labbra.

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