Questa è la recensione dell'opera Ermes di enola_pfau_1991
La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.
Let's go!
Grammatica/Ortografia/Sintassi. La lettura risulta, nonostante i molteplici strafalcioni, abbastanza scorrevole, ma il lessico non è molto variegato. Penso agli appellativi vari, tipo feccia, principessa, cane, etc, etc, etc. che dopo poco stufano. Anzi, prima di poco. Li ho trovati poco incisivi. E questo non è per dire che devi fare le capriole a cercare termini ricercati, ma una maggiore cura nella scelta dei vocaboli darebbe più colore alla narrazione, che invece risulta scialba.
Domanda. Ma il punto fermo che male ti ha fatto? Ci sono un sacco di frasi, soprattutto quelle che contengono un discorso diretto, in cui dimentichi il punto fermo.
Cap. 2 "Gli lanciò la maglia della tuta addosso «Ti portiamo...» gli fece un ghigno in senso di offesa."
Se ci fosse un verbo dichiarativo che introduce il discorso diretto, ci andrebbero i due punti.
- Gli lanciò la maglia e gli disse: «Ti portiamo....»
Siccome non c'è, ti conviene spezzare le due frasi, mettendo un punto dopo addosso e andando a capo con il discorso diretto. Stesso discorso con la frase successiva, Gli fece un ghigno, che è una frase a sé stante e non contenendo nessun dichiarativo sembra sospesa senza un inizio come si deve, ovvero con una lettera maiuscola. Qui potresti cavartela in questo modo: dopo la caporale, metti una virgola e inserisci un verbo dichiarativo e poi continui con gli fece.
- «Ti portiamo...», gli disse e gli fece...
E in senso di offesa, che significa esattamente? Un ghigno, nel contesto che mi descrivi, difficilmente avrà significato di cameratismo.
Ho trovato molti altri esempi simili nel corso dei capitoli, quindi ti invito a riguardare le frasi in cui hai inserito il discorso diretto a gamba tesa, senza la giusta imbeccata. Rivedi la struttura dei paragrafi e non esitare a usare gli "a capo" per dare respiro alla pagina.
Altro appunto. Attenzione all'uso dei puntini di sospensione. Anzi all'abuso. La maggior parte dei tuoi discorsi diretti termina con i tre puntini di sospensione. Aiuto. Tra l'altro in chiusura di discorso diretto, se non seguiti dalla principale (ovvero il famoso verbo dichiarativo di cui sopra) sono un segno forte che richiede la lettera maiuscola nella parola che segue. Praticamente chiudono la frase come un punto. Attenzione quindi. In generale comunque, non abusarne. Se usati con equilibrio, veicolano l'idea di una pausa nel testo/parlato, se invece vengono inseriti a ogni piè sospinto sembrano l'escamotage di uno stile povero che non sa veicolare l'incertezza in altro modo che quello. Occhio che il troppo stroppia.
Cap. 4 "«Principessa, io sono stanco...» lo prese..." NO.
Corretto: "«Principessa, io sono stanco...» Lo prese..."
Cap. 3 "«Lascialo stare...» Sussurrò lei, ..." NO
Qui c'è l'errore inverso, ovvero, se il discorso diretto è seguito dalla sua reggente, si continua con la minuscola.
Corretto: "«Lascialo stare...», sussurrò lei, ..." Postilla: la virgola dopo la caporale è a discrezione della casa editrice.
E a proposito di troppo che stroppia. I punti esclamativi. Uno basta, alla fine della frase. Davvero. Non stiamo scrivendo le frasi di Jim Morrison sulla Smemo.

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Recensioni tremende
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