Questa è la recensione dell'opera Dietro alle colline di Vinci di Sybilrain
La recensione qui presente non intende essere offensiva, è un mio parere personale. Sono caustica, lo so. Ma lo sono sull'opera, non su di voi. Non sono attacchi personali, lo devo specificare perché qualcuno purtroppo fraintende. Potete prendervela, e anche tenervela. Sorry, not sorry.
Let's go!
Oggi faccio la sovversiva e levo le categorie. :)
No, in realtà ho tolto le categorie per il semplice motivo che la forma è molto buona e scorrevole, per cui mi sembra inutile perdersi nelle minuzie e stare a soffermarsi su cose che funzionano.
Solo un dettaglio: Cap 3 "La piccola, rasserenata, si congedò da me correndo in cortile." Io sostituirei il gerundio con una coordinata, e corse, per rendere meglio la sequenzialità delle azioni. Prima si congeda e poi se ne va. Con il gerundio sembra che il congedo avvenga andandosene, ma così si attenua troppo il significato intrinseco di congedare, in cui io leggo una certa intenzionalità di azione, che mal si sposa con il fatto che la bambina la pianta lì dov'è e se ne va per i fatti suoi. Fine dell'appunto.
Che dire, la storia è intrigante.
L'inizio, ovvero fino al capitolo 3,5, cioè fino a quando la protagonista non arriva a casa della cugina di Rose, è un po' strano. Il tono dei paragrafi mi suona sfasato rispetto al contenuto. Ti spiego. Mi sembra infodumping a livello pro. Protagonista parla a migliore amica ripercorrendo cose di cui migliore amica - pur essendo morta, ma questo è un dettaglio che scopriamo poi - è già perfettamente al corrente. È un dialogo immaginario, capisco, tuttavia è forte la sensazione di non partecipazione al racconto da parte della protagonista stessa, come se le cose che sta raccontando non fossero la sua vita, ma quella di un ignaro passante. Il tutto assume allora i toni di un mega spiegone scientifico a beneficio del lettore, tipo un riassunto delle puntate precedenti modello Grey's Anatomy in inizio di stagione. Questo stratagemma a me personalmente fa storcere il naso, non lo trovo efficace. Mi sembra una telefonatura di dettagli su carta. Quindi, capisco la necessità di inserire il prequel degli eventi per poi partire con la storia vera e propria, ma perchè non lo fai mettendo protagonista e migliore amica (anche se morta, sì, lo so, va beh!) dalla stessa parte del tavolo, invece che una di fronte all'altra con il lettore di mezzo, testimone involontario dello scambio? Una specie di ricordo "con" invece che un ricordo "a". Esempio spicciolo, "Rose, ti ricordi quando ci siamo conosciute? Ti ricordi che mi hai pescato in mezzo alla strada con una bottiglia di qualcosa e l'aria di qualcos'altro?"In questo modo, protagonista parla a migliore amica, ma il lettore sente come se stesse parlando con lui, invece di sentirsi uno che origlia a tradimento. Quello che a me arriva, fino al cambio effettivo di scenario, in cui la storia decolla realmente, è che Protagonista faccia un riassunto a Migliore amica a beneficio di terzi. Ciò crea un distacco enorme tra tutte le parti in causa. O almeno questa è la mia impressione. Spero di essermi spiegata in maniera chiara, ma non è detto.
Altro dettaglio: lo so che è una scelta stilistica, tuttavia l'utilizzo del passato remoto, soprattutto nelle prime parti quando c'è il flashback, crea un'effetto ancora più acuto di distanziamento dal lettore, quasi estraniamento. Anche la protagonista stessa sembra estraniata da quello che le succede, il che è tutto dire.
Direi che come idea di fondo, la tua storia mi ha ricordato molto il libro di Nicholas Sparks, La risposta è nelle stelle, in cui c'è il parallelismo tra due vicende temporalmente staccate ( e un po' anche il film Woman in gold). Qui tuttavia la trama secondaria, a mio parere, fagocita del tutto la trama del presente. Potrebbe essere una scelta voluta, ma in questo caso mi permetto di farti notare che forse sarebbe il caso di cambiare il punto di vista dalla prima alla terza persona. Ciò che stride è che le vicende narrate in prima persona - e che io quindi tenderei a definire gerarchicamente più importanti, proprio alla luce di questa scelta - finiscono per passare in secondo piano per coinvolgimento emotivo, e si crea una specie di paradosso narrativo per cui la protagonista, è in realtà una comparsa nella vicenda della migliore amica. Di nuovo spero di essermi spiegata, che oggi non è che ragioni proprio come si deve (a mia discolpa, nella mia testa tutto questo ha un senso!).La protagonista è di per sè piuttosto molle. Parla del tradimento del futuro ex fidanzato quasi marito, con lo stesso coinvolgimento mio quando mi chiedono se preferisco il calcio o il ciclismo (Risposta, entrambi mi fanno cag***). Cioè, questa prende un palo atomico alle porte del matrimonio con una che, come se non bastasse, la tira pure per il culo perché si pianta nuda a casa del fidanzato (che voglio dire, te sei l'amante, c'avresti poco da fare la galla, ma va beh), e niente nel giro di tre righe stiamo già passando ad altro. Se questo è dispiacere... Perplessità.
Reso molto bene, è invece, il legame tra Rose e la protagonista (protagonista di cui ahimè continuo a dimenticarmi il nome, ah no ecco, Nicole). Le vecchie signore sono sempre fonte di grande successo, e qui non si fa eccezione. Oltretutto, lo ripeterò allo stremo, la vecchia signora, che non è quella di Dürrenmatt, ha una storia di gran lunga più colorata e interessante e avvincente di tutto quello che succede alla protagonista (o è già successo, visto che anche la protagonista ha un bel carico da undici nel passato, tra l'abbandono del padre e il fidanzato che te lo vengo a raccomandare).
Come dicevo, nel cambio di setting, la storia inizia a decollare. (Posso dire, finalmente?). Devo dire che la molteplicità di personaggi - e parlo del set italiano - è gestita piuttosto bene, ognuno ha una sua identità riconoscibile e ben definita. Paradossalmente e di nuovo, la protagonista, risulta essere la più blanda, e l'interesse amoroso telefonato e fulminato, per una ragione che ancora sto cercando, boh, risulta, rispetto a tutto il circondario molto più vivido e variegato, quasi un anticlimax. Perplessità parte seconda.
L'inciucio tra Protagonista e Tizio è talmente telefonato da risultare a tratti noioso. Va bene lei, dalle foto che proponi è una figa atomica, però uff, dai, un po' di sforzo, che anche alle fighe atomiche, la mattina presto puzza il fiato. E invece, la storia dei due protagonisti "wannabe", fin dal primo sguardo di fuoco (che te lo dico con sincerità, questo senso di predestinazione, ci ha pure un po' fracassato la minchia) si sa già dove andrà a finire (c'abbiamo pure la fidanzata stronza! Abbiamo fatto l'en plein!), e finisce per risultare molto più piatta rispetto alle vicende del passato che catturano molto di più e hanno una stratificazione molto maggiore e più profonda rispetto a tutto quello che succede nel presente. Dalle premesse del presente sembra infatti, che gli ingranaggi siano costruiti verso l'inesorabile "e vissero tutti felici e contenti," che va bene, sapete tutti che io sono una sostenitrice sfegatata del lieto fine, però insomma, io voglio il lieto fine guadagnato, non quello per contratto. Qui invece la sensazione è che sia tutto un po' prestabilito e si perde un po' di pathos. Peccato.
Un'altra cosa che mi sento di farti notare, soprattutto all'inizio, è la mancanza di differenza nel registro tra la narrazione in prima persona della protagonista e quella di Rose, nelle sue pagine di diario. Parliamo di due persone profondamente diverse, per background, istruzione, esperienze, nazionalità di origine: mi aspetto che queste differenze traspaiano nello stile di scrittura delle due. Oltretutto Rose, nonostante tutto, non è madrelingua inglese di nascita, e questo si deve in qualche modo riflettere sull'uso della lingua, sia in espressioni un po' macchinose che in costruzioni non sempre corrette. Sarebbe come l'equivalente dell'accento nel parlato. È una tribolata, ne sono consapevole, ma ho visto il livello di dettaglio che hai messo nella storia, e mi aspetto che anche questo si allinei.
Ho trovato la lettura comunque molto gradevole, e ti faccio, appunto, un plauso per la cura dei dettagli, anche storici che si percepisce durante la narrazione. Si vede che in quanto scrivi c'è una ricerca minuziosa e questo è molto apprezzabile e gradevole per chi legge.
Non ho grandi osservazioni sulla forma, perchè è molto curata e siccome la trama è ben strutturata e "ricca", tutte le osservazioni in merito passano in secondircesimo piano.Concludendo.
Che dire. Come vedi non ho molti appunti da fare. La storia funziona e funziona bene. Oltretutto ho snasato anche qualche capitolo più avanti e vedo che è una storia che cresce, e lo fa bene. Io ti direi di sentire qualcuno che se ne intende, perchè direi (una volta sistemato l'inizio) che la vedrei molto bene pubblicata.
Fine
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Recensioni tremende
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