"Nel mio silenzio
Anche un sorriso può far rumore"Lucio Battisti - Nel cuore nell'anima
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Quella sera tornai a casa almeno tre ore più tardi del solito, trovandola immersa nel buio e nella quiete.
I miei zii erano infatti andati per qualche giorno alle terme per festeggiare il loro ventesimo anniversario di matrimonio, mentre io avevo preferito restare a casa per non rovinare la loro meritata intimità coniugale, ma anche per continuare la mia opera di volontariato.
Mi trascinai stancamente in cucina, non prima di aver infilato le pantofole che ero solita indossare nell'atrio, decisa a prepararmi qualcosa da mangiare.
Soppesai la pentola col curry preparato la sera prima e decisi di riscaldare quello e di accompagnarlo con del riso in bianco, per niente decisa a sprecare del cibo.
Solitamente si mangiava in salone, rigorosamente con la televisione spenta per non intralciare le conversazioni, ma siccome ero sola scelsi di mangiare davanti al mio programma televisivo preferito e che parlava degli eroi professionisti.
Ogni sera infatti era dedicata a raccontare la storia completa di uno di loro, scelto casualmente di volta in volta. Era molto interessante e soprattutto veritiero, quindi non perdevo mai nemmeno un episodio, anche se solitamente ero costretta a registrarli e vederli in un secondo momento.<<So che siete tutti impazienti di conoscere l'identità del misterioso eroe protagonista di questo episodio e sinceramente anche noi siamo molto impazienti di comunicarvelo>> disse il presentatore, facendo crescere a dismisura la mia curiosità.
<<Fa' che sia lui. Ti prego, fa' che sia lui>> mormorai sottovoce, sperando di veder comparire alle spalle dell'uomo l'immagine del mio eroe preferito in assoluto.
<Pronti?>> chiese il presentatore.
<<Uno.>>
<<Due.>>
<<E tre... eccoci qua>> disse infine con enfasi, indicando con un gesto teatrale il volto dell'eroe apparso sullo schermo dietro di lui.Praticamente urlai dalla gioia, facendo rimbombare quel suono per tutta la stanza.
Non saltai giù dal divano solo per non mandare in aria il piatto che stavo lentamente consumando, ma alzai i pugni al cielo, esultando come una bambina.
Era uscito Fat Gum, l'eroe che adoravo praticamente dalla sua prima apparizione in pubblico. Talmente tanto da aver invaso la mia stanza con diversi suoi gadget e talmente tanto da custodire gelosamente da anni un suo portachiavi in edizione limitata che puntualmente attaccavo a qualsiasi borsa o zaino che ero solita portarmi dietro per contenere le mie cose.
Riuscii a calmarmi solo diversi minuti dopo, in tempo per l'inizio dell'episodio a lui dedicato.
Quella sera crollai sul divano ad episodio finito, sorridendo.• • • •
<<Bambini, non correte per favore. Rischiate di cadere e di farvi male>> dissi preoccupata, notando diversi di loro correre lungo il corridoio, rischiando più volte di sbattere contro carrelli per la terapia o il personale sanitario lì presente.
Ne acciuffai due particolarmente spericolati, trattenendoli delicatamente per il colletto del pigiama.
<<Eddai T/N, ci stavamo divertendo>> mi supplicò uno dei due, ricoverato da diverso tempo per una malattia genetica abbastanza seria. Le cure fortunatamente stavano dando un ottimo esito e l'aveva quasi debellata, anche grazie a un trapianto di un mese e mezzo prima. Infatti era pieno di energie ed era quello che solitamente compiva più monellate.
<<Ayato, non farmelo ripetere. È pericoloso e sai che non potete correre per i corridoi>> ripetei di nuovo <<inoltre rischiate di fare del male a qualcuno.>>
Il bambino gonfiò le guance e smise di ribellarsi, seguito dal suo amico fidato.
<<Ecco, da bravi. Piuttosto non avete voglia di vedere l'ultimo episodio di "Hero"? L'ho registrato proprio per voi, ma se volete continuare a correre per i corridoi posso riportare il computer a casa...>>
Gli occhi di tutti i bambini presenti si illuminarono, soprattutto quelli di Ayato, in quanto appassionato come me di quel programma televisivo e degli eroi in generale.
<<A chi è toccato questa settimana? Ce lo dici per favore?>>
<<Sì, voglio saperlo anche io.>>
<<Anche io.>>
Commentarono in coro i bambini, facendomi sorridere. <<Fat Gum>> ammisi fieramente, facendoli esultare tutti, nessuno escluso.
Evidentemente amavano anche loro quell'eroe.
Mi seguirono tutti nella sala giochi del reparto senza fiatare, supplicandomi di far partire l'episodio il prima possibile, poi si accomodarono tutti buoni buoni su vari cuscini disposti sul pavimento.
Li lasciai lì tranquilli a visionare la puntata, sorridendo davanti ai loro occhi meravigliati che brillavano e posizionandomi in fondo alla stanza per avere una visuale completa.
Fu dopo dieci minuti che lo notai. Un ragazzo biondo appena arrivato in reparto, con al seguito un altro ragazzo con i capelli verdi e un uomo con dei lunghi capelli scuri che riuscivo a vedere solo di sfuggita.
Il primo ragazzo mi colpì particolarmente e per diversi secondi restai a fissarlo come imbambolata, lasciando scorrere i miei occhi sul suo corpo muscoloso, messo in risalto da una maglietta bianca abbastanza aderente.
Lo trovai bellissimo, talmente tanto da non riconoscere in un primo momento nemmeno l'identità dell'uomo in sua compagnia, finalmente visibile.
Era Eraserhead, l'unico esterno al personale che avevo visto entrare e uscire dalla stanza 203, attualmente occupata dalla misteriosa bambina di nome Eri.
Quello mi strappò dai miei pensieri interessati nei riguardi del ragazzo biondo, portandomi ad avvicinarmi alla porta che dava al corridoio.
I tre dapprima non notarono la mia presenza continuando tranquillamente a parlare tra di loro.
<<Sono davvero felice di rivedere Eri. Chissà se anche a lei farà piacere rivederci>> commentò il ragazzo con i capelli ricci e verdi, guardando in direzione della porta che dava alla stanza di quest'ultima.
<<Secondo me sarà felice di ricevere delle visite. Almeno lo spero...>> parlò per la prima volta il biondo, sorridendo felice.
<<Badate bene, non avete il permesso di restare molto nella stanza. Non sappiamo ancora come potrebbe reagire la bambina>> li riprese Eraserhead, spegnendo leggermente la felicità dei due ragazzi in sua compagnia.
L'uomo si voltò poi lentamente nella mia direzione, posando su di me i suoi occhi estremamente stanchi ed annoiati.
<<E tu chi sei? Non ti hanno insegnato che non sta bene origliare le conversazioni altrui?>> mi chiese, facendomi vergognare come una ladra.
Mi inchinai immediatamente con la testa in segno di scuse, mostrando tutta la mia mortificazione. <<Perdonatemi, non intendevo origliare. Ero solo curiosa, perché sono giorni che cerco di vedere la bambina in quella stanza, ma non me lo permettono.>>
Notandoli fissarmi con espressioni interrogative, soprattutto i due ragazzi dietro di lui, mi affrettai a spiegare le mie ragioni.
<<Io faccio volontariato qui e gioco con i bambini ricoverati qui...>> aggiunsi quindi <<vorrei vederla per vedere come sta e fare la sua conoscenza, non ho cattive intenzioni...>>
<<Al momento non è concesso. È stato già difficile far ottenere loro il permesso di entrare>> rispose svogliatamente Eraserhead, indicando i due alle sue spalle.
Alzai leggermente lo sguardo in direzione dei due e sussultai notando il bel ragazzo biondo guardarmi con un sorriso amichevole stampato sul viso.
<<Capisco>> commentai, rattristandomi tutta d'un colpo.
L'uomo iniziò a camminare lentamente, notando un infermiere del reparto fargli cenno di avvicinarsi, forse per dargli delle informazioni sulla bambina in questione. Restai quindi da sola con i due ragazzi.
Entrambi mi guardavano. Il biondo sempre sorridendomi, mentre il secondo con un'espressione accostabile a quella di una persona parecchio timida.
<<E così fai volontariato qui, sembra molto divertente...>> commentò il ragazzo muscoloso, parlando per la prima volta.
Aveva una voce allegra e piacevole, che quasi mi fece sorridere.
<<Effettivamente lo è. Proprio per questo vengo sempre qui da due anni, tutti i giorni>> risposi io, grattandomi una guancia in leggero imbarazzo; sentendomi a disagio davanti un ragazzo così bello.
Anche l'altro era molto carino con il suo viso dai lineamenti dolci, ma il ragazzo biondo rispondeva maggiormente ai miei gusti.
<<Mi chiamo Mirio Togata>> si presentò lui, sorridendomi ancora più calorosamente.
<<Io sono Izu-Izuku Midoriya>> disse l'altro, balbettando leggermente nel mentre, confermando quindi la mia ipotesi: era davvero timido.
Decisi di sorridere anche io e di presentarmi a mia volta. <<T/N T/C, piacere di conoscervi>> dissi quindi <<conoscete quella bambina di nome Eri? Siete suoi parenti o qualcosa del genere?>>
Mirio scosse leggermente la testa. <<Nulla di tutto ciò, semplicemente abbiamo partecipato al suo salvataggio e siamo curiosi di vedere come sta.>>
I miei occhi si illuminarono a quelle parole e mi venne spontaneo fare un passo in avanti. <<Siete aspiranti eroi alle prime armi? Stagisti? Studiate in qualche accademia famosa? Io adoro gli eroi, so tutto su di loro>> chiesi a raffica, facendo sorridere ancora più apertamente il ragazzo.
<<Siamo studenti dello Yuei>> mi spiegò lui, mentre Izuku annuì in appoggio alle sue parole <<o meglio... lui lo è fino in fondo, io mi sono preso una specie di pausa.>>
<<Ah, se posso chiedere come ma->>
Bloccai le mie parole, notando Eraserhead richiamare i due giovani nella sua direzione.
<<Ci vediamo dopo>> mi disse Mirio, iniziando ad allontanarsi insieme al ragazzo in sua compagnia.
<<Aspetta>> dissi, riottenendo la sua attenzione <<visto che non posso entrare con voi puoi dare alla bambina questo da parte mia?>>
Lui mi guardò incuriosito, non notando nulla tra le mie mani, ma sgranò gli occhi vedendo un palloncino fuoriuscire dal mio palmo. Per l'esattezza un palloncino rosa che intrecciai in fretta e furia, creando un orsetto niente male, nonostante fosse uno dei più difficili da realizzare tra tutti quelli che avevo tentato di creare in passato.
<<Spero le piacerà. In fondo non posso fare molto con la mia unicità, se non tentare di far sorridere quanti più bambini possibile>> commentai, affidandolo nelle mani del ragazzo.
<<Wow, che bello>> disse lui, osservandolo da più angolazioni <<sono certo che lo apprezzerà, glielo consegnerò volentieri.>>
Sorrisi al ragazzo e lo salutai con la mano, notandolo correre in direzione della stanza della bambina.
Lui si voltò un'ultima volta, con un'espressione estremamente bella e felice. Talmente splendida da farmi immediatamente capire una cosa: non sarei riuscita a dimenticarla mai più.
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𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚐𝚒 || 𝙻𝚎𝚖𝚒𝚕𝚕𝚒𝚘𝚗 𝚡 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
PoetryMirio Togata era apparso nella mia vita come una stella cadente. All'improvviso, senza nessun preavviso. Così come una stella cadente aveva realizzato i miei sogni. Così come una stella cadente la sua luce era destinata a sparire presto dalla mia...