"Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
Sono sempre i sogni a fare la realtà
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
E sogna chi ti dice che non è così
E sogna chi non crede che sia tutto qui"Luciano Ligabue -
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo~~~~~~~~
La bambina era davvero bellissima e continuava a toccarsi le trecce che pendevano dolcemente dalla sua testa, tutta presa ad ammirarle come fossero un incantesimo di ineguagliabile splendore.
<<Questa è un'acconciatura?>> chiese quindi lei, continuando a giocare con i suoi capelli.
<<Esatto. Sono come quella che avevo io il giorno del festival culturale... solo più grandi>> le risposi io, posandole una mano sulla testa.
Eri aveva terminato il suo periodo in ospedale proprio quella mattina e siccome non poteva andare in un orfanotrofio come una qualsiasi altra bambina era stata presa sotto la custodia dello Yuei, così da garantire la sua sicurezza e quella degli altri.
Il suo quirk infatti era ancora a tratti sconosciuto e anche altamente pericoloso, quindi bisognava tenerla sotto osservazione e darle allo stesso tempo l'opportunità di apprendere come gestirlo. E quello era il posto giusto per imparare, considerando tutti quegli insegnanti abituati a gestire ragazzini ancora nella fase della scoperta e del potenziamento delle unicità.
Mirio mi aveva avvisata immediatamente del trasferimento della bambina e si era offerto di accompagnarmi da lei, essendo che poteva entrare tranquillamente a scuola e fare da mediante per far ottenere il permesso anche a me.
Senza un badge e un permesso speciale non si poteva infatti accedere nella sua scuola, considerando l'irrinunciabile e sofisticato sistema di sicurezza di cui disponeva per proteggere il perimetro, così come gli studenti che frequentavano i corsi e vivevano di conseguenza nei dormitori. Tutte misure necessarie considerati i tempi e i numerosi attacchi dei villain a carico di quei poveri ragazzi.
In quel momento ci trovavamo nella sala comune della sezione A, quello della stessa classe frequentata da Izuku Midoriya.
Non appena la bambina aveva messo piede lì, accompagnata da noi, aveva immediatamente attirato su di sé le attenzioni delle persone presenti, in particolar modo quella delle ragazze.
Tutti erano gentili con lei e non potevo che esserne immensamente felice.
Anche Mirio doveva pensarla allo stesso modo, a giudicare dal sorriso soddisfatto onnipresente sul suo viso dal momento dell'ingresso. Rischiava una paresi facciale.
La rischiavamo entrambi.Lasciammo la scuola solo due ore dopo, promettendo alla bambina di tornare a trovarla quanto prima, siccome entrambi ormai molto affezionati a lei dal primo momento.
<<Cosa ne pensi della sua sistemazione?>> mi chiese Mirio una volta fuori, guadagnandosi la mia completa attenzione.
<<Penso che starà bene qui. Sembrano tutti molto gentili e attenti con lei, inoltre potrà contare sulla protezione di un personale preparato. Qui è al sicuro>> risposi.
<<Anche io lo credo. L'ho vista felice, anche perché tutto sommato deve essere un gran passo avanti per lei rispetto a una stanza d'ospedale.>>
Annuii leggermente, mostrando un piccolo sorriso al ragazzo, per poi lasciargli un piccolo buffetto sulla guancia più a tiro.
Non c'era un vero scopo dietro a quel mio piccolo slancio d'affetto, semplicemente mi sentivo unita a lui più che mai dopo le mie recenti confessioni e non trovavo difficoltoso o forzato avere piccoli contatti fisici con lui.
Era passata una settimana da che avevo rivelato al ragazzo dell'esistenza del diario e della mia lista dei sogni da realizzare prima del mio trapasso. Quell'evento aveva segnato profondamente il nostro rapporto, rendendoci ancora più intimi e vicini.
Non era cosa da tutti i giorni entrare così velocemente in sintonia con qualcuno, ma potevo facilmente ricollegare quell'insolito strappo alla regola a diversi motivi. In primo luogo al carattere espansivo del ragazzo al mio fianco e in secondo luogo alla situazione in cui vivevo e a tutte le confidenze scambiate.
Erano questioni che portavano solo a due strade: un'irrimediabile rottura o un legame indistruttibile. Mirio aveva deciso di percorrere con me il secondo percorso ed era la prima volta che una persona esterna al mio nucleo familiare imboccava quel bivio.
Per entrambi era una situazione nuova e sconosciuta, ma tutto sommato di una bellezza unica nel suo genere.
<<Stavo pensando che sono passati dei giorni dal tuo primo desiderio realizzato e che non voglio far passare troppo tempo tra una cosa e l'altra. Quindi che ne dici di riprendere? Abbiamo ancora tutta la giornata davanti e diverse ore a nostra disposizione>> suggerì improvvisamente Mirio dal nulla, prendendomi alla sprovvista.
Tuttavia non riuscii a tirarmi indietro, giacché ormai avevo accettato di farmi aiutare e non avevo nessun valido motivo per rifiutare.
<<Perché no? Ci sono diverse cose non particolarmente complicate da realizzare in giornata. Se mi dai un attimo guardo e decido.>>
Aprii lentamente la lista, iniziando a passare con gli occhi quelli più semplici da realizzare, trovandomi indecisa.
Alzai lo sguardo in direzione di Mirio, notandolo lanciare occhiate incuriosite in direzione del foglio, tuttavia troppo distante per poterne leggere il contenuto.
Sospirai. <<Ti permetterò di leggerla prima o poi, spero avrai pazienza. Per me non è stato facile parlarti di tutte queste cose... pensa che nemmeno i miei zii sanno dell'esistenza del diario e della lista, solo delle lettere di mia madre.>>
<<Tranquilla, non avere fretta. Sono semplicemente curioso, ma rispetterò qualsiasi tua decisione e tempistica>> rispose lui.
Accennai un sorriso e poi riportai le mie attenzioni sull'elenco, trovando finalmente qualcosa di interessante. <<Ti va di fare un giro in tandem?>>
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𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚐𝚒 || 𝙻𝚎𝚖𝚒𝚕𝚕𝚒𝚘𝚗 𝚡 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
PoetryMirio Togata era apparso nella mia vita come una stella cadente. All'improvviso, senza nessun preavviso. Così come una stella cadente aveva realizzato i miei sogni. Così come una stella cadente la sua luce era destinata a sparire presto dalla mia...