"Ho cercato a lungo qualcosa che non c'è, invece di guardare il sole sorgere"
Elisa – Qualcosa che non c'è
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Mirio era in ritardo, ovviamente.
Non era una novità, eppure davvero non riuscivo ad essere arrabbiata con lui, perché poi arrivava con quel bellissimo sorriso davanti a te e dimenticavi anche il tuo nome.
Approfittai di quel tempo morto per navigare un po' su qualche social di mio interesse ed inevitabilmente tornai a rileggere tutti gli ultimi messaggi scambiati tra me e il ragazzo.
Era più forte di me, continuavo sempre a tornare su quella schermata, sorridendo come una scema davanti alle nostre conversazioni.
Il sorriso si allargò sul mio viso quando tornai con lo sguardo sulla fotografia che mi aveva inviato proprio quella mattina, mentre era ancora tutto insonnolito e col segno del cuscino su una guancia.
Era un ragazzo così semplice e puro, talmente tanto da farmi a volte quasi dubitare della sua vera esistenza.
Non poteva esistere una persona così perfetta, così pura.
<<T/N>> mi sentii chiamare da dietro e voltandomi trovai il ragazzo in questione, tutto intento a correre nella mia direzione con un evidente fiatone <<sono in ritardo, scusa.>>
<<Non che sia una novità>> commentai io, passando velocemente gli occhi sul suo abbigliamento <<bella questa giacca, mi piace.>>
Mirio infatti indossava un indumento bianco e blu notte che ricordava molto quello dei giocatori di baseball che ero solita vedere nei film ambientati nei licei americani. Oltretutto gli stava benissimo.
<<Anche il tuo vestito è molto bello... o meglio... sei bella tu>> commentò lui, portandosi una mano dietro la nuca, forse perché leggermente imbarazzato da quella confessione.
Mi imbarazzai leggermente anche io, tuttavia riuscii a camuffare in qualche modo il rossore sul mio viso, voltandomi rapidamente in direzione dell'ospedale.
<<Allora... direi che possiamo andare, no?>> chiesi.• • • •
Il viaggio in macchina era iniziato da almeno venti minuti, ma mancava ancora un po' per arrivare alla destinazione finale, complice il traffico di quella mattina.
Io mi ero sistemata nei sedili inferiori al fianco di Eri, posta tra me e l'eroe Eraserhead.
Mirio invece sedeva nel sedile avanti e da qualche minuto sfogliava interessato il depliant con il programma del festival culturale.
<<Lo spettacolo della sezione A è previsto per le ore nove, seguito dalla recita della sezione B un'ora dopo. Poi a mezzogiorno ci sarà il concorso di bellezza, dove parteciperà anche una mia amica>> spiegò il ragazzo, voltandosi nella nostra direzione con un enorme sorriso stampato sul viso.
<<Sembra interessante>> commentai sincera, continuando a spazzolare lentamente i lunghi capelli argentati della bambina, siccome Mirio li aveva pettinati davvero male.
Lei sembrava felice di essere spazzolata e mi lasciava fare.
<<Peccato non avere il materiale. Avrei potuto farti una bella acconciatura, ci sono tante acconciature che vorrei provare su di te, visto che hai dei capelli così belli>> dissi alla bambina.
<<Acconciature?>> chiese incuriosita lei.
<<Non sai cos'è un'acconciatura? Un'acconciatura è un modo per sistemare i capelli così da renderli diversi dal solito>> spiegai <<vedi questa che ho io qui nascosta? Si chiama treccia ed è un'acconciatura.>>
La bambina sollevò timidamente la mano e accarezzò lentamente la piccola treccia che spuntava dal resto dei miei capelli sciolti, siccome avevo deciso di farne solo una piccola che partiva da dietro l'orecchio.
<<È bella>> commentò lei.
<<Allora ne farò anche a te, tantissime. E magari ti insegnerò anche a farle da sola>> le promisi.
Lei annuì e tornò a farsi spazzolare i capelli.. . . .
<<Ti sei affezionata molto ad Eri, non è vero?>> mi chiese Mirio, una volta scesi dalla macchina.
Guardai per qualche secondo la bambina, tutta presa a lisciarsi le pieghe sul bel vestito rosso che indossava quel giorno. Era così carina.
<<Impossibile non affezionarsi a lei. È una bambina così dolce...>>
Il ragazzo sorrise alla mia risposta e mi scompigliò leggermente i capelli, ridendo leggermente dopo la mia espressione imbronciata per quel gesto.
<<È vero>> rispose lui, fissandola intenerito.
Anche lui voleva chiaramente molto bene alla bambina e stava facendo ogni cosa in suo potere per farle comparire il sorriso.
Ci teneva davvero molto ed era preoccupato, tanto da avermi scritto due settimane prima per messaggio una frase ancora capace di gelarmi il sangue nelle vene: "Eri non sa sorridere. Questa bambina non è stata ancora salvata. E noi dobbiamo salvarla, dobbiamo salvarla davvero, insieme."
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𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚐𝚒 || 𝙻𝚎𝚖𝚒𝚕𝚕𝚒𝚘𝚗 𝚡 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
PuisiMirio Togata era apparso nella mia vita come una stella cadente. All'improvviso, senza nessun preavviso. Così come una stella cadente aveva realizzato i miei sogni. Così come una stella cadente la sua luce era destinata a sparire presto dalla mia...