"Amici altrove, amici per errore.
Allontanarti per urlare per sempre in testa il tuo nome.
È un altro viaggio mettila così.
Stringimi forte che non voglio perderti"Tiziano Ferro - Amici per errore
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Il grande giorno era arrivato e non stavo più nella pelle. Ogni minuto che mi separava dal concerto previsto per quella sera era insopportabile e lungo come non mai.
Avevo appuntamento con Mirio nel primo pomeriggio per fare un giro e andare a mangiare qualcosa insieme, prima di dirigerci nel luogo designato per il concerto dei Cold smokey.
Mancava ancora un'ora all'appuntamento col ragazzo e decisi di passarlo visionando nuovamente tutto il materiale ottenuto dal mio recente incontro con il mio eroe preferito.
Fat Gum si era confermato per il ragazzo di buon cuore che avevo sempre immaginato e che mi aveva spinta a diventare una sua grandissima ammiratrice.
Mi aveva coinvolta nella sua quotidianità in agenzia e addirittura mi aveva portata con sé per un breve giro di ronda nelle vicinanze. Ben conscio di non mettermi in pericolo in nessun modo.
Spesso infatti le ronde erano svolte semplicemente per tranquillizzare i civili e renderli consapevoli di essere sempre protetti in caso di bisogno.
L'eroe era stato molto gentile con me per tutto il tempo e mi aveva permesso di scattare diverse fotografie insieme, oltre che di registrare un video che non riuscivo più a smettere di guardare per decine di volte di fila.
Mirio mi aveva fatto davvero un bellissimo regalo e non era l'unico ricevuto da lui.
Quel ragazzo mi benediva semplicemente con la sua presenza, ma anche con tutto l'impegno che ci stava mettendo per aiutarmi a rincorrere i miei sogni, nonostante le mie brevi aspettative di vita.
Era davvero un ragazzo speciale, sicuramente il migliore mai apparso sul mio cammino. Soffrivo semplicemente al pensiero di doverlo lasciare andare prima o poi ed era proprio quella sofferenza ad avermi impedito di accettare il suo bacio, nonostante il mio fortissimo desiderio di riceverlo.
Dare il primo bacio era anche un desiderio scritto sulla mia lista, ma a mia discolpa potevo ammettere di averlo scritto diverso tempo prima e quando ero ancora completamente ignara del suo significato, così come delle sue conseguenze.
Conoscendo Mirio avevo infatti capito di non poter baciare una persona solo per un mio capriccio o per un mio sciocco desiderio, perché prima bisognava tener conto anche dei sentimenti dell'altra persona.
Non potevo calpestarli solo per un mio tornaconto personale. Sarebbe stato molto crudele da parte mia.
Smisi di pensare in contemporanea col suono del campanello di casa mia. Era Mirio. Era arrivato.• • • •
Quel pomeriggio stava proseguendo meravigliosamente e raramente ero mai stata così felice come lo ero al fianco del ragazzo che passeggiava tranquillo accanto a me, scoccandomi di tanto in tanto degli sguardi divertiti. Probabilmente a causa del mio essere completamente su di giri e logorroica come non mai. Mi succedeva quando ero davvero emozionata per qualcosa.
<<Pensi che riuscirò a vedere bene? Pensi che faranno il bis della mia canzone preferita? Pensi che lanceranno qualche oggetto come ricordo?>> chiesi a raffica.
<<Non lo so, ma una cosa la so per certo...>>
<<Cosa?>>
<<Che di questo passo non ti resterà nemmeno più la voce per cantare>> commentò divertito, beccandosi una sberla sul retro del collo come penitenza per le sue parole.
Lui non sembrò accusare nemmeno minimanente il colpo, tanto da iniziare a ridere senza badare minimamente alla mia espressione leggermente offesa.
<<Non prendermi in giro. Sono la mia band preferita e sono felice, tutto qui.>>
<<Sì lo so, scusa. È solo che vederti così allegra mi rende davvero felice. Farti sorridere è diventato il mio obiettivo quotidiano>> rispose lui, facendo battere più velocemente il mio cuore per qualche secondo.
Non ero abituata a sentire simili frasi a me rivolte uscire dalla bocca di un ragazzo, specie da quello che segretamente mi piaceva molto.
<<Come fai a dire determinate frasi con una simile naturalezza? Quasi ti invidio>> domandai, guadagnandomi uno sguardo decisamente confuso.
Mirio fece spallucce e disse: <<Non lo so, semplicemente non sto a pensarci troppo. Dico quello che mi sento di dire, anche se è sconveniente o se dopo mi imbarazzo. Faccio male secondo te?>>
<<No. Secondo me va bene dire le cose per come stanno e avere il coraggio di rendere tangibili i propri pensieri. È solo che tu dici tutto con una tale naturalezza da stupirmi.>>
<<Quindi era un complimento?>> chiese.
<<Era un complimento>> confermai.
La mano del ragazzo si avvicinò lentamente alla mia e sentii le sue dita cozzare dolcemente contro le mie, prima di avvolgersi con delicatezza. Mirio le unì, stringendo la mia mano con un che di possessivo.
Puntai interrogativa lo sguardo sulla sua figura, chiedendogli silenziosamente il motivo di tanta foga nello stringermi in quel modo.
<<Possiamo stare così per un po'? Mi piacerebbe davvero poter camminare mano nella mano con te, sempre se vuoi...>>
<<Mirio...>> pronunciai leggermente in difficoltà, indecisa se dargli il permesso.
Quella infatti non era una stretta di mano finalizzata a qualcosa o un breve momento per rassicurare l'altro, ma nascondeva un intento romantico impossibile da non cogliere.
Tuttavia lo sguardo sofferente del ragazzo spezzò la mia ultima difesa e per comunicargli il mio consenso mi limitai a ricambiare la presa, stringendo con maggior intensità le sue dita.
Lui sorrise in un modo talmente genuino da farmi arrossire seduta stante. Quindi spostai il mio viso fuori dalla sua portata, in modo da impedirgli di notare il mio colorito.
Mirio sembrò non rendersi conto di nulla e continuò a camminare felice per le strade di quei coloratissimi vicoli che si diramavano in tutte le direzioni, alla ricerca di un posto caratteristico dove fermarci per una cena veloce.
Ci infilammo nelle strade seguendo gli odori, i suoni o semplicemente il nostro istinto, decidendo di non mangiare in un unico posto, ma piuttosto di stuzzicare tante piccole cose strada facendo, così da provare più pietanze.
Alla fine di quel percorso gastronomico ci ritrovammo soddisfatti e con la pancia piena, tuttavia in una stradina decisamente senza l'ombra di un'anima viva intorno.
<<Abbiamo camminato un bel po'>> valutai io, guardandomi intorno con aria spaesata.
Non ero preoccupata di aver smarrito la strada, in quanto oramai si poteva raggiungere una destinazione semplicemente utilizzando il cellulare come mappa, ero semplicemente divertita da quella situazione.
Infatti nessuno dei due aveva tenuto conto della direzione, ognuno troppo preso a seguire percorsi dettagli dal proprio spirito d'avventura.
Tuttavia il mio divertimento sparì quando inciampai come l'ultima delle imbranate a causa del gradino di un marciapiede, risparmiandomi una bella caduta solo grazie agli incredibili riflessi di Mirio.
Il suo allenamento da aspirante eroe aveva sicuramente dato i suoi frutti.
Potevo dedurlo dalla sua velocità di reazione, così come dai muscoli decisamente sviluppati del suo petto, quelli che percepivo chiaramente con la mia guancia e le mie mani. Infatti il ragazzo per istinto mi aveva afferrata e poi spinta nella sua direzione, facendomi per l'appunto finire contro il suo corpo.
<<Stai bene?>> mi chiese lui a bassa voce, facendomi annuire in risposta.
Feci per staccarmi lentamente dalla sua presa, ma lui me lo impedì.
<<Non te ne andare>> disse semplicemente, utilizzando un tono di supplica che mi destabilizzò nel profondo. Sembrava triste, forse a causa dei miei continui rifiuti.
<<Non vorrei dovermene andare, ma sai che non posso fare altrimenti>> commentai, tuttavia lasciandomi andare contro il suo petto.
Era caldo e si stava immensamente bene tra le sue braccia. Ancor di più quando il ragazzo mi indirizzò verso il suo collo, facendomi posare la guancia destra esattamente nell'incavo in comune con la spalla.
Amavo quella sensazione, mi faceva sentire dannatamente in pace con il mondo.
Mirio aveva una pelle così morbida da causare una dipendenza e un continuo bisogno di contatto. Per non parlare dell'odore che emanava, così dolce... ma allo stesso tempo così rassicurante. Un po' come lui.
Le labbra del ragazzo si posarono gentilmente sulla mia nuca e a quel contatto chiusi automaticamente gli occhi, incapace anche di ragionare.
Lui mi piaceva davvero troppo, talmente tanto che mi stavo sciogliendo lentamente tra le sue forti e calde braccia.
<<T/N...>> sussurrò lui, cercando di richiamare a sé la mia attenzione.
<<Dimmi>> sussurrai a mia volta, strusciando inconsciamente la mia guancia contro il suo collo in un gesto spontaneo.
Mirio non aggiunse nemmeno una parola e automaticamente alzai il viso nella sua direzione.
Immediatamente le sue mani si posarono sulle mie guance e i suoi occhi si puntarono nei miei, prima di scendere lentamente sulle mie labbra.
Aveva lo stesso sguardo carico di desiderio e di tenerezza di due settimane prima fuori la porta di casa mia e sentii di conseguenza un tuffo al cuore. Era troppo per me.
<<Sei così bella>> commentò lui, accarezzandomi dolcemente il viso, sia con le dita e sia con gli occhi <<e voglio davvero baciarti in questo momento.>>
Per pronunciare quelle parole usò un tono di voce talmente dolce da far scoppiare una vera e propria lotta nel mio stomaco. Le farfalle non svolazzavano placide, ma avevano organizzato una rissa clandestina e se le stavano suonando di santa ragione.
<<Davvero tanto>> disse di nuovo lui, in modo da rafforzare il concetto appena espresso.
Non riuscii a pronunciare nemmeno mezza parola e lui lo prese come un invito ad avvicinarsi lentamente, così da sondarmi.
Per un momento sentii la forte tentazione di smettere di resistergli e permettere a quel bacio di avvenire, ma in un flash vidi il mio corpo morente su un letto e lui accasciato al mio fianco in preda alle lacrime.
Quel pensiero bastò a farmi allontanare di scatto.
<<Scusami, ma è meglio di no. Piuttosto sarà meglio incamminarci in direzione del concerto non manca molto... perdonami davvero.>>
Mirio alle mie parole abbassò la testa sconfitto e chiaramente triste, senza avere il coraggio di guardarmi negli occhi.
<<Almeno posso tenerti ancora per mano?>> chiese.
Non gli negai quell'opzione e glielo comunicai stringendo la sua per prima. Quello sembrò rincuorarlo un minimo.
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𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚐𝚒 || 𝙻𝚎𝚖𝚒𝚕𝚕𝚒𝚘𝚗 𝚡 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛
PoetryMirio Togata era apparso nella mia vita come una stella cadente. All'improvviso, senza nessun preavviso. Così come una stella cadente aveva realizzato i miei sogni. Così come una stella cadente la sua luce era destinata a sparire presto dalla mia...