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"Ed io sarò la nuvola che ti terrà nascosta..
Perchè gli altri non si accorgano di averti persa..."

Daniele Silvestri - Occhi da orientale

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Il vecchio quaderno con i bordi rovinati era sul tavolo, a metà strada tra me e lui.
Mirio lo guardava incuriosito, chiaramente desideroso di scoprirne il contenuto.
Silenziosamente lo spinsi nella sua direzione, facendogli un cenno con la testa impossibile da non cogliere. Gli stavo praticamente dando il permesso di sfogliarlo.
Lui, capendo si trattasse di qualcosa di importante, lo prese lentamente e lo aprì quasi con reverenza, scoccandomi un'occhiata insicura; come per paura di essere rimproverato.
Decisi di incoraggiarlo. <<Coraggio, non avere timore. Aprilo.>>
Mirio annuì leggermente e aprì una pagina a caso, iniziando a far scorrere gli occhi sulle righe contenute sul foglio capitato a tiro. Poi non convinto sfogliò le successive, prendendosi qualche secondo per esaminarle.
<<È un diario?>> chiese, staccando per un momento lo sguardo.
<<Più precisamente il diario della mia malattia. L'ho iniziato quando avevo dodici anni e ogni tanto aggiungo qualche riga. Dentro c'è tutto il mio percorso, ma ci inserisco anche i momenti più importanti della mia vita>> spiegai <<ma non è tutto qui...>>
Mirio restò in silenzio, incoraggiandomi con un cenno della mano a continuare.
<<Dentro ci sono alcune lettere che mia madre ha scritto per me prima di morire e sono infilate nel giorno corrispettivo alla loro apertura, con allegati i pensieri in merito e il motivo che mi ha spinto a leggerne una, piuttosto che un'altra.>>
Lui non sembrò seguirmi e mi affrettai a spiegarmi meglio. <<Alcune lettere sono scritte per delle ricorrenze... come il mio compleanno, altre invece riportano sopra un'indicazione specifica, ad esempio: "Per quando vorrai conoscere la mia storia" o "Per quando avrai davvero paura" e che per l'appunto ho aperto durante quei momenti.>>
<<Che cosa bella>> disse lui, rigirandosene una tra le dita, chiaramente letta <<le hai aperte tutte?>>
<<No. Ne mancano due e le troverai nell'ultima pagina>> spiegai, sollevando la copertina posteriore.
<<Per il raggiungimento della maggiore età e... per quando la speranza verrà meno?>> chiese lui, leggendo le parole scritte con l'elegante scrittura di mia madre sul retro delle buste in questione.
<<Una non l'aprirò mai per ovvi motivi, visto che morirò prima, mentre dell'altra spero di non averne mai bisogno...>> spiegai.
<<Non dire così>> mi supplicò il ragazzo, riferendosi alla prima parte della mia frase.
Lo guardai dubbiosa, ma poi mi aprii in un piccolo sorriso pieno di comprensione. <<Preferisco chiamare le cose con il loro nome ed evitare di infilare la testa sotto la sabbia. Tengo quel diario sempre con me proprio per accettare il mio destino e prepararmi al giorno in cui... beh... hai capito.>>
La bocca di Mirio era chiusa in una linea dura e si limitò semplicemente ad afferrare nuovamente la mia mano posta sul tavolo, tornando a sfogliare qualche pagina con quella libera.
<<E qui cosa c'è?>> chiese, notando una tasca trasparente incollata sul retro della copertina sul davanti e che conteneva un foglio piegato a dovere.
<<Quello non sono ancora pronta per fartelo leggere, scusa>> spiegai, bloccando la sua mano intenta a prenderlo <<ma posso dirti cos'è se vuoi.>>
Notandolo tacere mi decisi a rivelare la natura dell'oggetto. <<È una lista di tutte le cose che desidero fare prima di morire. Alcune sono semplici, altre... diciamo leggermente più complicate. Quindi so già che difficilmente ce la farò, anche se alcune le ho già realizzate.>>
Quell'informazione in particolare sembrò colpire molto il ragazzo, tanto da farlo allungare leggermente nella mia direzione.
<<Perché dici così? Non devi rinunciare, devi realizzarli tutti, non puoi arrenderti senza nemmeno provare>> mi disse lui, afferrando anche l'altra mia mano con enfasi.
Sgranai leggermente gli occhi davanti a tutta quella decisione nei suoi modi e mio malgrado sorrisi.
<<Non è così semplice...>> commentai.
Lui restò muto per diversi secondi, troppo intento a fissare la busta trasparente sul suo grembo, ma poi qualcosa sembrò prendere vita nel suo sguardo e lo sentii rafforzare la presa. Sembrava preda dell'idea del secolo.
<<Voglio farti una promessa>> disse lui.
<<Che genere di promessa?>>
Mirio mi sorrise apertamente e le sue dita si avvolsero dolcemente tra le mie, intrecciandosi lentamente.
<<Ti prometto che ti aiuterò con tutte le mie forze per farti realizzare tutti i sogni che hai scritto su questa lista, sono sicuro che insieme ce la faremo.>>
Sussultai leggermente e mi affrettai a palesare i miei dubbi in merito. <<Ma Mirio... non sai nemmeno cosa c'è scritto e inoltre non posso chiederti così tant->>
Lui mi parlò sopra. <<Ormai ho deciso e non puoi fare nulla per farmi cambiare idea. Per favore, completa la lista con me. Permettimi di farlo... ti prego.>>
Lo sguardo del ragazzo era di una dolcezza disarmante, ma al tempo stesso anche deciso e sicuro. Talmente tanto da mettere a tacere quella vocina che mi consigliava di convincerlo a desistere.
Riuscii solo ad avvolgere meglio le mie dita attorno alle sue e a dire: <<Io accetto>>.

• • • •

Quella sera l'aria era perfetta. Soffiava infatti una piacevole brezza, né troppo calda, né troppo fredda.
Mirio inoltre camminava al mio fianco con le mani nelle tasche, rivolgendomi ogni tanto degli sguardi di una bellezza impossibile da descrivere. Lui era il tassello che rendeva quel momento davvero unico, nella sua semplicità.
Procedevamo ormai in un pacifico e gradevole silenzio da un po', quando il ragazzo decise di prendere parola. <<Hai voglia di parlarmi di tua madre?>>
Non mi aspettavo quella specifica domanda, ma la trovai comprensibile dopo avergli raccontato delle lettere che mi aveva scritto.
In fondo non era cosa da tutti i giorni.
<<Cosa vuoi sapere?>> chiesi dunque.
<<Quello che vuoi, presumo.>>
Iniziai immediatamente a raccontare, sentendomi ispirata. <<Come ti ho detto ieri lei è morta per un tumore alla mammella, quello che non sai è che le fu diagnosticato quando era incinta di me di appena due mesi.>>
<<Oh>> disse semplicemente lui.
<<Beh, diciamo che da sentire non è il massimo... in effetti è molto triste, però è andata esattamente così. Il suo tumore era ancora a uno stadio che permetteva un buon margine di guarigione, tuttavia le chemioterapie e le radioterapie non erano compatibili con una gravidanza>> spiegai <<i dottori le chiesero senza tanti giri di parole di scegliere tra la sua vita e la mia, puoi intuire dalla mia esistenza la scelta da lei compiuta... lei scelse di sacrificare la sua vita per me.>>
Solo a raccontare quelle parole sentii di nuovo i brividi percorrere le mia colonna vertebrale, come succedeva ogni volta che ripensavo al sacrificio dell'incredibile donna che mi aveva messa al mondo e che mi aveva amata dal primo istante. Era più forte di me, non riuscivo a fare a meno di non commuovermi ogni volta.
<<Penso che sia un gesto d'amore enorme>> commentò il ragazzo, ottenendo il mio consenso.
<<Lo penso anche io...>> dissi <<considera che mia madre sapeva di dovermi lasciare presto e per non farmi sentire sola negli anni successivi alla sua mancanza mi ha scritto tutte quelle lettere, successivamente è venuta a mancare che avevo pochi mesi, lasciando mio padre da solo a gestire una neonata. Lui non ha avuto tempo per piangere il lutto, aveva me a cui badare...>>
<<Mi hai detto che vivi con i tuoi zii... quindi...>> disse lui, lasciando in sospeso la frase.
<<Proprio così, nemmeno mio padre c'è più. Ha avuto un incidente sul posto di lavoro. Avevo sei anni e mezzo>> spiegai.
Notai Mirio guardarmi pieno di tristezza negli occhi e trassi le mie conclusioni.
<<Stai pensando che sono una povera sfortunata? Non ti biasimo, sono orfana e per di più malata terminale, un connubio perfetto per un film strappalacrime.>>
<<Non è questo. Stavo pensando che per essere una ragazza che ha conosciuto tanto dolore sei venuta su davvero bene. Addirittura trovi la forza per sorridere ogni giorno, non è cosa da poco>> disse lui, alzando leggermente un angolo della bocca.
Le nostre dita si sfiorarono leggermente per volontà sua e quel gesto mi intenerì enormemente.
<<Grazie di tutto. Per avermi ascoltata, per la tua promessa e soprattutto per il fatto di non provare compassione per me. Non sai che regalo enorme mi hai fatto>> gli dissi.
<<Grazie a te per esserti aperta così tanto con me. Non lo dimenticherò mai...>>

𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚒 𝚛𝚊𝚐𝚐𝚒 || 𝙻𝚎𝚖𝚒𝚕𝚕𝚒𝚘𝚗 𝚡 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚎𝚛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora