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Nei giorni successivi non successe niente di che. Li passai in casa a studiare, un'immensa gioia...d'altronde mancava all'incirca una settimana al mio ritorno in California, e finché Finn era stato qui non avevo toccato libro. La mia camera era diventata un completo disastro, quaderni e libri sparsi su tutto il letto, che onestamente è molto più comodo rispetto alla scrivania per fare i compiti, vestiti accatastati sulla sedia e scarpe su tutto il pavimento. Voglio vedere come farò a mettere tutto nella valigia per tornare...mi dimenticherò qualcosa sicuro, e ovviamente sarà un libro di scuola. Una volta avevo lasciato un quaderno di matematica in classe per tutte le vacanza estive, rimase lì fino a settembre perché ero troppo pigra per andarlo a prendere...proprio tipico di me.
In ogni caso la domenica arrivò prima del previsto e iniziò nel modo peggiore di tutti, con la sveglia.
-Ma che cazzo!-. Il rumore mi perforò i timpani, mannaggia a me che attivo sempre un sacco di sveglie sul telefono e non le disattivo. Cercai di spegnerla a tentoni ma l'unico risultato che ottenni fu accenderlo e accecarmi con la luminosità al massimo. Tornato il silenzio mi rimisi a dormire, o almeno ci provai, perché il telefono squillò.
-E vaffanculo!-. Guardai lo schermo, era Jess. Ma quella non dorme mai?
-Pronto- dissi con la voce ancora impastata dal sonno.
-Soph!- urlò lei sveglissima invece.
-Che c'è?!-.
-Oggi pomeriggio vieni a casa mia, niente discussioni-.
-E perché?- le chiesi sbadigliando e stropicciandomi gli occhi.
-Perché ci prepariamo insieme per la festa, viene anche Mel-.
Cazzo la festa...
-Non dirmi che te ne eri già dimenticata-.
-Come potrei dimenticarmi di cose così importanti e a cui mi interessa moltissimo partecipare...-. Non mi piace andare alle feste, potevano non scomodarsi per cercare di farmi entrare, me ne sarei fatta una ragione. Purtroppo però tutti i miei amici si divertivano in quei posti infernali quindi io di solito alternavo, una volta dicevo di si per accontentarli e...sei volte inventavo una scusa.
-Soph non rompere, tu verrai e non ci sono storie-.
-Va bene ho capito. Dopo pranzo arrivo-.
-Beh muoviti a mangiare, è l'una-.
Guardai l'orologio e effettivamente era così. Quando sono in vacanza dormo un sacco, puntualmente è sempre lei a svegliarmi.
-Sì vado. A dopo-.
-A dopo, sbrigati-.
Chiusi il telefono e mi ributtai sul letto. Avevo bisogno di un attimo per prepararmi psicologicamente alla giornata che mi si prospettava davanti. Mi alzai con la mia tipica calma e andai in cucina.
-Buongiorno- dissi a mia nonna che stava già armeggiando ai fornelli.
-Ben alzata! Sto preparando il pranzo, vanno bene le lasagne?-.
-Benissimo, dopo devo scappare che Jess mi aspetta a casa sua-.
-Oh che bello, che cosa fate?-.
-Ci prepariamo per la festa di capodanno della scuola, hanno convinto la preside a far entrare anche me-.
-Mi fa piacere, così passi il capodanno coi tuoi amici-.
L'unica cosa positiva della serata...
-A proposito, farò abbastanza tardi quindi non c'è bisogno che mi aspettate alzati-.
-Ok va bene ma non troppo tardi, sai com'è tua madre-.
-Certo, lo so bene...-.
Mangiai il più lentamente possibile, quando vorrei evitare l'arrivo di qualcosa sono sempre più lenta a fare tutto.
Tornai in camera, presi qualche trucco a caso dal beauty-case, un vestito e le scarpe. Avevo scelto di indossare un abitino blu notte stretto in vita e più largo sui fianchi, lungo fino a metà coscia e con la schiena scoperta; sotto ovviamente le mie immancabili all-star nere, i tacchi li rifiuto sia in California che qui. Buttai tutto dentro a una valigia che avevo portato, precedentemente svuotata di tutto il suo contenuto, finito sul pavimento.
Uscita di casa mi infilai le cuffie e mi incamminai verso casa di Jess, non abitava molto lontana da me.
Suonai alla porta e mi aprì subito, seguita da Mel.
-Sono le tre-.
-Lo so-.
-Ti avevo detto di muoverti-.
-Infatti, è già tanto che non sono le cinque-.
Le sorpassai e entrai.
-I miei genitori non ci sono, li ho convinti ad andarsene-.
-Bene, direi che possiamo iniziare-.
-Ma la festa è alle 22:00 mancano sette ore- risposi a Mel.
-Lo so, ma so anche come sei, tu ti sistemerai i capelli a caso e ti farai il tuo solito trucco, se così si può chiamare, ma stavolta mi oppongo, ti truccherò io-.
-Sì e ti liscerai i capelli- continuò Jess sfoderando la sua nuova piastra.
-Jess lo sai che col caldo i miei capelli non la reggono-.
-Ma se siamo in inverno-.
-Mel, lì dentro, al chiuso, con un sacco di gente in preda a alcol e ormoni, credi che sia freddo?-.
-No, ma lo lascio credere a te così la smetti di rompere i coglioni-. In un attimo mi presero per le braccia e mi trascinarono al piano di sopra, in camera di Jess. Mi fecero sedere sul letto e iniziarono a sistemarmi i capelli.
-Comunque non ci vorrà così tanto tempo-.
-Hai una vaga idea di quanti capelli hai?-
-Sì lo so, me ne rendo conto quando li lavo-.
-Bene allora stai zitta e aspetta il tempo che ci vuole-.
Intanto Mel cominciò a frugare nella valigia e tirò fuori il vestito che volevo mettere la sera.
-Beh dai il vestito te lo approvo, le scarpe non dirò nulla perché convincerti a mettere i tacchi è come cercare di parlare in maniera intelligente con Jackson-.
-Impossibile?- chiese Jess.
-Esatto- concluse Mel.
Effettivamente ci volle un'oretta buona per farmi la piastra, però devo dire che il risultato non mi dispiaceva affatto, anche se ero ben consapevole che avrebbero resistito a dir tanto dieci minuti.
-Grazie Jess-.
-Prego- rispose sorridendo e iniziando a lavorare invece sui suoi capelli, che erano più ricci dei miei.
Verso le cinque del pomeriggio iniziammo a truccarci, o meglio Mel iniziò a truccarci. Per Jess puntò sulle labbra, con un rossetto rosso scuro, su di me invece accentuò gli occhi, con tanto di ombretto che credo di non aver mai messo in vita mia.
Finito il trucco arrivarono anche Cam e Tommy, in perfetto orario per le pizze che avevamo ordinato.

-Da quando Soph si fa la piastra?- chiese Cam mentre finiva la pizza di Mel.
-Da quando l'abbiamo costretta- continuò Jess.
-Sì, a quanto pare ho perso qualsiasi tipo di potere decisionale-.
-No non l'hai mai avuto che è diverso-.
-Grazie Mel, sempre bello sentire la tua opinione-.
-Lo so grazie- disse spostandosi i capelli dietro le spalle.
-Bene, forza vestiamoci, se no facciamo tardi come tutte le altre volte- iniziò Tommy alzandosi.
-Infatti sarà così pure stasera- concluse Jess iniziando a sistemare la tavola.
Dopo aver rimesso tutto in ordine andammo di sopra a cambiarci e finimmo appena in tempo per partire. L'unico ad avere la patente tra tutti noi era Tommy, e di solito oltre a me, era anche quello che beveva meno, quindi era sempre arruolato come autista personale.

Dopo un battibecco tra Cam e Mel durato dieci minuti su chi dovesse mettere la musica, arrivammo a scuola. Mi fermai un secondo appena scesa dalla macchina e guardai il cortile dove nemmeno un anno fa mangiavo in compagnia dei miei amici. Sapevo che quel posto mi sarebbe mancato, ma non pensavo così tanto. Jess mi prese per mano, aveva questi scatti di affetto solo quando si accorgeva che ero triste, forse anche per questo li apprezzavo di più, e entrammo.

Unexpected lover || Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora