Capitolo 13

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"Salve a tutti, mi chiamo Daphne Green, sono la madre di John e la moglie di Robert come tutti sapete. Ho quarantadue anni e sono una contabile fin da quando ne avevo venticinque. Il mio mestiere consiste nel calcolare grafici e tabelle. Uno stress enorme devo dire, ma la matematica è sempre stata il mio forte!" Sorrise.

"Signor Robert?"

"Mi chiamo Robert McClaren e sono un avvocato penalista da molti anni."

Daphne a quel punto lo guardò con attenzione e in un attimo gli sorrise tristemente, ricordando infatti dei momenti in cui erano felici e lei passava a prenderlo dopo il lavoro.

Certe occasioni gli mancavano come l'aria e solo in quel momento la donna se ne era resa davvero conto!

"Tutto bene mamma?"

Ad un certo punto John la distolse dai suoi pensieri.

"Eh? Sì, sì tesoro! È tutto a posto!" Rispose sforzandosi di sorridere, proprio per non far vedere a nessuno il suo stato d'animo.

"Mh, ok!"

Poco dopo la telecamera si spostò su Malfoy Senior che in quel momento era accanto al marito Harry.

"Draco? Tocca a lei." Disse Michael con un tono leggermente intimorito, dato il suo sguardo di ghiaccio.

"Mi chiamo Draco Malfoy e assieme a Robert e non solo lavoro come Avvomago penalista. Vorrei ricordarvi che siete responsabili di un reato molto grave: un sequestro di persona, articolo numero 2 del codice penale di Londra, condanna di terzo grado e..."

"Primo grado." Lo corresse Harry che amava giurisprudenza e ne sapeva abbastanza. "Come dice giustamente il..."

"Ehi!" Lo riprese il biondo. "Sto parlando io, chiaro?!"

Malfoy infatti non amava per niente essere interrotto.

"Prenda lei la parola signor Potter!" Disse allora John per poi vedere subito dopo Draco che come era prevedibile, non l'aveva presa bene considerati i suoi occhi grigi e ghiacciati come il marmo.

"Sono Harry Potter e lavoro a stretto contatto con Draco, mio marito da ormai troppo tempo come Avvomago."

"Che significa 'troppo tempo' papà?"

Gli domandò allora Tom con un groppo in gola in quanto quelle ultime parole gli sembravano come una frecciatina nei confronti del biondo platino.

"Quello che ho detto tesoro, fattelo bastare." Rispose allora il moro senza guardarlo negli occhi, tanto che a quel punto il figlio si alzò da lì in maniera brusca e se ne andò via, seguito poi da John pronto ad abbracciarlo con forza e a tranquillizzarlo il più possibile.

McClaren infatti lo capiva perfettamente che cosa significasse vedere la propria famiglia spezzarsi in un batter d'occhio e senza riuscire a capirne il motivo.

Il loro amico Michael quindi a quel punto abbandonò per un breve periodo la conversazione avendo bisogno di parlare con loro e tutti i genitori essendo rimasti "da soli" di conseguenza si alzarono dalle sedie messe in cerchio e iniziarono a discutere tra di loro creando anche un gran frastuono.

In quel momento però non importava proprio a nessuno.

"Tom mi dispiace, io..."

Potter/Malfoy quindi si staccò dalla stretta possente del suo ragazzo e lo guardò attentamente.

"Non preoccuparti Mic, non è certo colpa tua se fra di loro sta andando tutto a rotoli. Noi però non ci arrendiamo, vero?!"

"Beh, puoi contarci amico mio!" Sorrise con grinta rincuorando gli altri due.

In quell'istante però, nel mentre si era creata una sensazione di pace, qualcuno suonò al campanello di casa che i ragazzi avevano fatto in modo di silenziare proprio per evitare che i genitori lo sentissero e potessero gridare aiuto.

"Sì?" Mic infatti era andato ad aprire la porta, nel mentre John e Tom si erano allontanati da lì.

"Salve, sono Ralph Boyle. Cerco il signor Finnigan è in casa per caso?"

"Oh, salve! Sì, ma adesso è a letto perché ha la febbre alta. Mi dica pure!"

"Beh, avrei bisogno di consegnargli questo." Disse per poi mostrargli una busta gialla con dentro dei fogli.
"Glielo puoi dare tu?"

"Certo, ma di che si tratta?" Domandò con aria confusa... ed interrogativa guardando quell'oggetto.

"Sono le carte per il divorzio."

In quel momento il cuore del giovane sedicenne si fermò immediatamente, esattamente come se stesse subendo un vero e proprio arresto cardiaco.

"Le carte per il divorzio?!" Domandò con la testa che stava girando vorticosamente. "Mio padre non ha mai chiesto una cosa simile."

"Gliele puoi consegnare tu per favore?"

"D'accordo, arrivederla." Disse quindi con voce fredda e ghiaccia, per poi chiudergli o meglio sbattergli la porta in faccia e cadere subito dopo seduto per terra come una vera e propria gelatina dal dispiacere e la delusione più cocente.

Non era possibile!

Deamus ~ Rinchiusi in casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora