Capitolo 14

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Cinque minuti più tardi, dopo che Michael si era calmato, o almeno ci aveva provato, tornò in salotto da tutti gli altri.

"Ok, riprendiamo." Disse con uno stato d'animo non diverso da prima, anche per via della notizia appena ricevuta che era stata per lui come una vera e propria pugnalata al cuore. "Papà Seamus? Tocca a te!"

"Tesoro che hai?" Finnigan infatti aveva notato il suo sguardo cupo. "Mi sembrava che prima stessi meglio."

"Niente, davvero! Vai, parla."

"Ok, come vuoi. Beh, mi chiamo Seamus Finnigan, ho quarant'anni anche io e da una ventina d'anni lavoro presso la Banca Gringott, un mestiere che apprezzo e mi intriga molto."

"Mh, ok. Signora Weasley?" Chiamò con voce inespressiva.

"Un secondo soltanto Hermione: Mic mi vuoi spiegare che hai? Perché fai quella faccia? È successo qualcosa?!"

In quel momento Dean lo fissò attentamente e Michael non resistette più, spiattellandogli in un secondo tutta la sua amarezza.

"Che cosa sono queste?! Perché papà!"

"Chi te le ha date?!" Domandò allora il biondo con uno sguardo allarmato. Thomas infatti non sapeva niente. "Dove le hai prese?"

"Il tuo Avvomago Ralph Boyle è stato qui poco fa! Non ci posso credere papà!"

"Hai preso un Avvomago?!" Domandò allora Dean con aria del tutto scioccata.

"Tesoro io... ti posso spiegare tutto!"

"Voglio vedere quelle carte, ora!" Disse allora l'uomo per poi alzarsi dalla sedia e salire in fretta le scale seguito da Seamus.

Nel mentre i due uomini stavano discutendo fra loro, il telefono di casa iniziò a squillare e Michael rispose, nel mentre il gemello Yuri tentava di calmare i suoi genitori che stavano litigando in maniera anche piuttosto pesante.

"Salve sono Ralph Boyle. Hai parlato con tuo padre?"

"Vuole sapere se gli ho dato le carte per il divorzio? Sì, e ne era anche piuttosto felice! È contento adesso?!" Disse per poi attaccargli il telefono in faccia.

"Mic calmati!" Gli disse allora Yuri. "Se fai così rischiamo che saremo proprio noi a fargli fare il passo che non vogliamo!"

Finnigan/Thomas Junior a quel punto strinse con forza i pugni e in un attimo se ne andò via, verso la porta di casa per uscire da lì il prima possibile.

Non ne poteva più di restare lì dentro, la situazione stava diventando piuttosto pesante.

A quel punto per continuare ciò che avevano iniziato, John assieme agli altri ragazzi ancora sconvolti per la reazione improvvisa di Mic si misero a sedere e John disse: "Vuole iniziare signora Weasley?"

"Sì."

Sospirò affranta: perché le toccava fare quell'assurda tarantella?

"Salve a tutti, mi chiamo Hermione Granger e ho quarant'anni. Il mio lavoro, che amo molto, consiste nel fare da Ministro magico alla comunità di Londra."

"Certo." Disse allora Draco con gran fastidio.
"Leccando il culo a Cornelius Fudge è stato facile riuscirci, vero Granger?!"

"Ma come ti permetti di offendere così mia moglie Malfoy?" Ringhiò Ron per poi alzarsi da lì in fretta, ma venendo fermato in tempo sia da Harry che Hermione stessa.

"Ora basta Draco!" Lo riprese allora Potter con rabbia. "Quand'è che la pianterai di offenderla?! Cazzo, una volta non eri così!"

"Sono cambiate tante cose Harry e tu nemmeno te ne sei accorto!" Disse con un tono di voce glaciale lasciando sbigottito il moro.

"Ragazzi vi prego basta!" Gli urlò allora Tom esausto per tutta quella faccenda. "La volete piantare di litigare per ogni fottuta cosa?! Vorremo solamente che tutto vada bene e che voi siate in armonia! Ma a voi non ve ne frega nulla di come stiamo noi, vero?!"

"Tom non è così." Rispose allora Seamus per poi guardare Dean che in quel momento non lo stava degnando nemmeno di uno sguardo, ancora troppo ferito per la notizia appena ricevuta.

"D'accordo, allora riprendiamo. La terapia di gruppo deve continuare, ok?"

"Sì." Rispose Seamus per poi sospirare. "A chi tocca?"

"Al marito di Hermione."

"Ciao, mi chiamo Ronald Weasley, ho esattamente quarantuno anni e lavoro assieme ai miei fratelli Fred e George nel negozio "I tre Vispi" di Diagon Alley. Tutto qua."

"Adoro le vostre caramelle mou!" Disse allora Clarisse con un sorriso illuminato, facendo sorridere per un attimo l'uomo. "E anche te Light, no?" Domandò per poi guardare la sua amica che in quel momento era molto distante da lei e non faceva altro che fissare un punto preciso della stanza. "Light! Ehi, che cosa succede?" Domandò per poi avvicinarsi a lei con uno sguardo stranito.

In quel momento Arthur infatti stava fissando da molto tempo il punto in cui Mic era sparito e i suoi occhi azzurri come il mare e identici al padre Ron erano lucidissimi.

"Arthur? Perché hai gli occhi brilli? Stai piangendo per caso?" Light era davvero intenzionata a sapere tutto.
"Io? No, ti sbagli, io... sto benissimo!"

"Ah sì? E allora perché guardavi tutto il tempo verso la direzione da cui è sparito Mic? Per caso ti piace?" Domandò allora senza troppi rigirii di parole.

"Che cosa?! Ma..." Arrossendo come un pomodoro.

"C'è qualcosa fra di voi?!"

"Niente e tu lo sai benissimo!"

Gridò arrabbiato per le sue parole per poi scappare via a razzo verso un'altra stanza, nel mentre la ragazza si mordeva il labbro con rabbia.

"Ehi, ma che cosa ti prende?!" Domandò allora la Parkinson. "Perché lo hai trattato così?! Insomma Arthur non è gay! Non lo è mai stato!"

"Evidentemente sì Clarisse!" Disse per poi guardarla con stizza. "Ed io lo scopro solo adesso!"

Deamus ~ Rinchiusi in casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora