15 • Come stelle ad agosto

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Narratore's Pov

-Nelson...-

-Cesare per favore torna dentro!-

-Nelson per favore fammi parl...-

-Non devi dire un cazzo! Proprio un cazzo... Vai, vattene dentro!-

Cesare era certo che Nelson avrebbe reagito così non appena sarebbe uscito fuori, ma vuole chiarire subito. È stato già fin troppo male per fingere di essere ciò che non è.

-Mi fai parlare? Per favore...-

-No! Cazzo... Vai via!-

Dentro lo studio si era creato un clima strano. I ragazzi sentivano le urla provenire da dietro la porta, ed erano tutti seduti a fissare il nulla...
Si davano rapide occhiate tra di loro e nulla di più: nessuno di loro si aspettava quella reazione da parte di Nelson.
Tutti tranne Dario... Lui lo aveva già detto a Cesare tempo prima: "Cesare, Nelson è il primo a cui avresti dovuto dirlo. Perchè ne hai parlato prima con me e non con lui?".
Non arrivò mai risposta a quella domanda...

-Avevo paura, cazzo! Nelson perchè non ti metti nei miei panni?-

Cesare alza la voce, Nelson è infuriato, si gira verso di lui e gli parla ad un centimetro dalla faccia.

-Io? Io Cesare? Tu! Sei tu che devi metterti nei miei! Abbiamo vissuto insieme, per anni ed anni, ci conosciamo da quando siamo nati, abbiamo condiviso ogni cosa! Non c'è mai stato nulla che tu non dicessi a me o io a te! Ed oggi invece arrivi qua bello spensierato e dici che sei g...-

Sposta lo sguardo e vede qualcuno non troppo lontano... Dice le ultime parole a voce bassa.

-E dici che sei gay! Ma ti rendi conto Cesare? Pretendi che io reagisca bene? Eh? Come fai a pretenderlo? Tu mi hai mentito per più di venti anni... Io ho condiviso la mia vita con una persona che non esiste! Perchè in realtà non ti ho mai conosciuto per davvero... E scusami se è poco, brutto stronzo!-

-E perchè non ti metti nei miei di panni, eh Nelson? Perchè non provi a chiederti come l'ho vissuta io tutta questa situazione? Tutta questa merda... Lo sai cosa significa dove ammettere a se stessi una cosa del genere? No, non lo sai! E non fare il figlio di puttana, perchè non puoi saperlo. È vero abbiamo condiviso tutto, la nostra vita per intero, ma pensi che non avrei voluto dirtelo prima? Credi che mi sia divertito a mentirti, a farti credere di essere come tutti voi, di essere... Normale. Credi mi sia divertito a non dormire di notte, a pensare in continuazione a come comportarmi per non far capire quanta confusione avevo in testa, a partecipare a tutti i vostri discorsi così interessati alle ragazze rispondendo con frasi prese da un copione che mi ero scritto in testa per non farmi trovare impreparato? Credi che sia facile fare il ragazzo duro e forte mentre dentro stai morendo di paura per ciò che senti di essere davvero? Oppure pensi che i giorni in cui ero spento, o non mi facevo vivo, lo facevo per il gusto di farlo? Ero terrorizzato dall'idea di essere ciò che sono... Fatico ancora a dirlo. Come avrei fatto a parlarne a te se non volevo parlarne nemmeno con me stesso? Come facevo a dirti chi ero se non lo sapevo nemmeno io? Come avrei fatto a farti capire cosa avevo in testa se in testa avevo solo confusione e paura di essere me stesso?-

Si passa una mano sugli occhi per asciugare le lacrime. Nelson è immobile, lo sta ascoltando come non ha mai fatto prima: sta cercando di capire, di mettersi nei panni di Cesare.

-Nelson io mi metto nei tuoi panni e ti chiedo scusa perchè non è facile di certo per te, ma non dire che ti ho mentito per vent'anni, perchè non è vero... Sono sempre io Nels, sono quello con cui hai condiviso tutto fino ad oggi, è solo che ho qualcosa che mi sono portato dentro per un po', e parlarne non era tra le opzioni possibili. E poi non dire vent'anni, perchè io non so di preciso quando mi sono reso conto che qualcosa non andasse in me, nella mia personalità e in come mi rapportavo con gli altri... So solo che non avevo il coraggio di affrontare tutto questo, e fino a qualche tempo fa non facevo altro che convincermi che fingere e ripudiarmi fosse la cosa migliore! Mi dicevo che dovevo svegliarmi, mettermi una maschera, eliminare quei pensieri e venire in studio. Assecondare ogni vostro discorso che riguardasse le ragazze, il sesso e tutto il resto. Andare in bagno, piangere, reprimere la rabbia. Reprimere la mia personalità, dirmi che non ero davvero così, convincermi che era un momento di confusione... Poi tornare a casa, togliere la maschera e ricominciare a chiedermi perchè proprio a me. Non ero io, non volevo esserlo. Non volevo ammetterlo e non volevo amare nè me nè qualcun altro...-

I Fall On You || CesolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora