9 • La pioggia che non sapevo

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Narratore's Pov

Piove a Bologna.
Stasera piove e non fa affatto caldo.
La macchina di Cesare sta letteralmente sfrecciando per le strade.
Sta cercando di elaborare mentalmente la strada più veloce per arrivare da lui.
La luce gialla dei lampioni al vapore di sodio illuminano a intermittenza il volto di Cesare: sta rischiando grosso con quella guida spericolata, ma non gli importa e tantomeno ha tempo per pensarci...
Prende il telefono e chiama il primo del gruppo che trova nella lista chiamate:

-Frank! Chiama tutti gli altri e andate in studio, ora! Non farmi domande e fai come ti dico per favore! Si tratta di Nicolas, è urgente... Aspettatemi tutti lì!-.

Chiude la chiamata senza dare possibilità di replica.
La sua testa è piena di altri pensieri.

Cesare's Pov

Nic, porca puttana se provi solo a fare cazzate io...

Ma cazzo!

Perché Nic, perché...

Era così lampante porca puttana, era facile da capire.

I tuoi atteggiamenti, i tuoi comportamenti, i tuoi modi di fare, il modo in cui parlavi quando stavi insieme agli altri, tutti quei momenti in cui ti appartavi da solo...

Erano tutti segnali.
Tu aspettavi solo che qualcuno ti capisse, peccato che non hai affatto dei buoni amici...

-Spostati SPOSTATI! Levati dal cazzo con questa macchina di merda!-

Sono così stupido che...
Se ora ti succede qualcosa la colpa è mia.

Io sono nella stessa situazione tua, eppure non sono riuscito a capire niente.

-No cazzo!!!-

Semaforo rosso di merda!
Nic sto arrivando... Sto arrivando.
Non fare cazzate, senza di te non vivo più...

Nic's Pov

Passo dall'altro lato rispetto a casa di Marco, non ho nessuna intenzione di farmi vedere.
Ormai non serve più incazzarmi con nessuno, o incazzarmi col mondo, evidentemente sono davvero io quello sbagliato...
Sta iniziando a piovere. Quassù quando piove si sente sempre l'odore dell'erba bagnata...
Si sentiva anche ieri mattina.
Potessi tornare indietro non rifarei le stesse scelte che ho fatto ieri...
Ma potessi tornare indietro non farei tante cazzate, potessi tornare indietro cambierei tutto di me stesso... Tornassi indietro non mi farei trovare da Marco, quella sera.
Tornassi indietro non allontanerei l'unica persona per cui aveva ancora senso vivere.
Non ti farei scappare via da me Cesare, ma è troppo tardi...

Sto per arrivare, e sta iniziando a piovere più forte...

Mi siedo sul muretto. Ruoto dall'altro lato e faccio scendere le gambe penzolanti...
Turo fuori dalla tasca il pacchettino e lo poggio di fianco a me.
Il giubbino lo lascio cadere giù.

Da qui si vede tutta Bologna sotto: infondo i colli sono stati sempre il mio posto, e non solo mio...
Molte cose sono nate qui o finite qui.
Tante risate le ho fatte qui e tanti pianti anche.
Non ho salutato nessuno, e nessuno sa che sono qui.
Questo momento me lo ero immaginato diverso...
Pensavo che avrei voluto salutare qualcuno senza far capire, avrei voluto anche solo abbracciare qualcuno senza dire nulla.
Non ho fatto niente...
Forse è meglio così.

Mi dispiace per Marco. Non merita di stare male per me...
So che lo deluderò, nonostante tutto quello che ha fatto per me sto tradendo lui e la sua fiducia. Non te lo meriti Marco, non te lo meriti per nulla... Ma come migliore amico hai uno stupido, e per una volta sta mettendo la sua felicità prima di quella degli altri.
In tanti dicono che sia un ragionamento egoista: "non pensi a quanto starebbero male gli altri?" oppure "chi ci torna più negli stessi posti dove siamo stati insieme, senza di te"...
Sì, forse si... È un ragionamento egoista. Ma sempre io devo pensare a come starebbero gli altri? Non voglio più scendere a compromessi per la mia felicità.

I Fall On You || CesolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora