Verde e Grigio

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Se un giorno mai qualcuno mi avesse chiesto di dare la mia prima impressione su di lui, avrei probabilmente risposto "basso."

Non che io non lo fossi anche di più, ma cʼera qualcosa in lui che lo faceva risultare piccolo, o forse era solo la vicinanza con quei suoi amici, decisamente più alti e piazzati.

Comunque, per quanto spiccasse in mezzo a loro per il suo essere così minuto, a catturare la mia attenzione furono quei piccoli occhi che oscillavano tra il verde e il grigio.

Occhi nei quali avrei trovato risposte a domande che assillavano la mia mente curiosa da mesi.

"Sono questi?" Chiesi a Tommaso, guardando attraverso il vetro della sala di registrazione.

"Sì, ti avevo chiesto di informarti, non lo hai fatto, scommetto. Poco preavviso o no, avresti potuto fare uno sforzo."

"Senti, non ti arrabbiare, mi era passato di mente. Abbiamo registrato una marea di cose in questi giorni." Tentai di giustificarmi, per non farlo infuriare, mentre saltavo giù dalla scrivania. "Tanto ora si presenteranno, prometto di ricordarmi i nomi, e suoi fogli ci sono tutte le info importanti, no? Andrà bene, quanto potrà mai essere difficile? Dobbiamo solo introdurli e poi leggere le domande dei fan, lʼho fatto mille volte."

"Con la differenza che le altre volte conoscevi gli ospiti, almeno un minimo. Qual è il nome di questo gruppo di ragazzi, almeno sai?"

Allungai lo sguardo sui suoi appunti, cercando di non farmi notare, ma sapevo che lui era una specie di faina. Infatti, si strinse la cartellina al petto. "Quattro...qualcosa?" Mannaggia a lui e al fatto che fossero le dieci del mattino ed io non riuscissi ancora a connettere del tutto.
Facevo fatica a calibrare fino più o meno a mezzogiorno.

Si passò una mano sul viso, esasperato."Q4, come la macchina. Cerca di ricordarlo, per lʼamor del cielo."

E poi entrarono. Ed io, appunto, andai a sbattere negli occhietti del più basso nellʼesatto istante in cui allungai la mano e dissi "Piacere, Luce."

Prevedibile.

"Ragazzi, in onda tra dieci secondi."

Vidi i ragazzi infilarsi le cuffie, e guardarsi attorno in maniera un poʼ spaesata.

Doveva essere strano per loro, abituati a fare quegli strani video tramite il cellulare, ritrovarsi lì. Forse, o forse no. Insomma, che ne sapevo io se avevano avuto altre esperienze del genere? Dove queste nuove piattaforme digitali li avevano portati?

Anche se, quando si erano presentati e mi avevano stretto la mano, mi erano sembrati leggermente persi, ma non potevo sapere che genere di traguardo potesse rappresentare per loro andare in onda in radio.

Quello biondo sembrava essere il più spigliato, mentre il nanetto il più chiuso, dava lʼidea di essere anche leggermente presuntuoso, mentre gli altri due sembravano simpatici.

"Come state ragazzi? Siete emozionati?" Domandò Tommy.

Risposero, ovviamente, in maniera affermativa, mentre io, ogni qual volta qualcuno apriva la bocca, tentavo di associargli uno dei nomi che avevo appuntati sui fogli.

"Vi ascolto sempre tipo in taxy, e trovarci qua è fantastico." Disse quello che evidentemente rispondeva al nome di Gianmarco, con un sorriso.

"Tancredi, tu dovresti essere il più abituato, o sbaglio?" Proseguì il mio collega.

"Puo' essere, ma mi sto vergognano lo stesso, menomale che mi dicono spesso che ho una bella voce."

"Modesto il nostro Tancr- cioè Sigh Tanc?" lessi, scuotendo la testa.

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