@sigh.tanc ha iniziato a seguirti
@sigh.tanc vuole inviarti un messaggioAvevo il turbante attorno alla testa e un altro asciugamano stretto al corpo, quando sul mio telefono lampeggiarono quelle notifiche.
Era ormai sera, mi trovavo a casa da sola e non avevo assolutamente voglia di cucinare, infatti ero sul punto di ordinare qualcosa da asporto, almeno, prima che lui si facesse vivo.
Lo seguii a mia volta e accettai il messaggio, così da poterlo leggere.
@sigh.tanc: ei ragazza della radio, come va?
Davvero divertente come metodo di approccio.
@luce: bene grazie, ancora meglio se non mi chiami così. tu?
@sigh.tanc: bene grazie, ancora meglio se domani a pranzo sei libera.
Abbandonai la pagina di Instagram, così come quella di Just Eat, per andare ad aprire la rubrica.
“Io non ci vado.”
“Ti ha trovata? Cosʼha detto?”
Ero uscita forse con due ragazzi in tutto il corso della mia vita, sia perché, senza troppi giri di parole, ero sempre stata molto selettiva e le persone quasi si prendevano paura, ad avvicinarsi a me, sia perché non avevo niente di particolare.
Non ero il tipo che spiccava in mezzo alla folla.
Ero ordinaria, comune, lunghi capelli castani, occhi dello stesso colore, naso a patata, bassina.
Probabilmente, cercando “classica ragazza mediterranea” su Google, ne sarebbero uscite altre duecento mila, uguali a me.Comunque, come dicevo, un paio di appuntamenti con dei compagni di scuola, qualche limone in discoteca, cotte sporadiche, ma niente di che, non avevo mai avuto una fitta vita sentimentale.
Per questo, il fatto che qualcuno mi avesse invitato ad uscire, aveva già fatto il giro di tutte le mie persone preferite.
Che, sempre per la storia della selettività, non erano poi molte.
Tommaso, e Celeste, la mia migliore amica.
Tra lʼaltro, Luce e Celeste, non è difficile immaginare la quantità di battutine che ci eravamo prese negli anni.
Ed era proprio lei che avevo chiamato in quel momento.“Niente di emozionante, qualcosa come ei come va e poi mi ha invitata a pranzo, domani. Come lo bidono?”
“Sei così pesante. Perché dovresti bidonarlo? È solo un pranzo, vacci e vedi cosa succede.”
Tipico di lei.
Buttati, vai, hashtag no regrets.
Io ero diversa, per quanto mi piacesse fare la strafottente, non ero impulsiva. Mi piaceva riflettere, sapere di fare la cosa giusta, così da non potermi rimproverare più tardi.
E lui, per quanto carino potesse sembrare, non mi dava comunque lʼidea di essere affidabile.“Non voglio uscire con quello cheb imbratta muri di Milano.” Era la frase più insensata che avessi mai pronunciato, ma non avevo molto con cui pararmi il culo. Non volevo andarci, punto. Ma sapevo che Celeste non avrebbe mollato la presa così facilmente. Con Tommy sarebbe stato anche peggio, perciò avevo scelto lei perché era il male minore, e anche perché in quei rari casi sentivo la necessità fisiologica di confrontarmi con una mente femminile.
“Che cazzo significa? È solo una persona, santo Dio. E comunque, nemmeno sai se è davvero lui quel tipo, lʼhai detto tu stessa. E poi, non era carino?”
“Solo se sta zitto. E presumo vorrà parlare, a pranzo, non fare il gioco del silenzio.”
“Oh, andiamo, so che un poʼ ti piace. Altrimenti non avresti avuto neanche la necessità di sentirmi, semplicemente se una persona non suscita un minimo la tua attenzione visualizzi senza rispondere, ti conosco.”
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Paper Houses
FanfictionSe un giorno qualcuno mi avesse chiesto di dare la mia prima impressione su di lui, avrei probabilmente risposto "basso." Non che io non lo fossi anche di più, ma cʼera qualcosa in lui che lo faceva risultare piccolo, o forse era solo la vicinanza...