Paper Houses

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Lei fuori dagli schemi, irriverente ed ironica, lui uomo orgoglioso e misurato.
Ma se lei ha dovuto imparare a non fidarsi dei pregiudizi per scoprire chi fosse lʼuomo a cui il suo cuore ambiva, questʼultimo ha dovuto lasciarsi alle spalle il suo orgoglio per rendersi conto che non avrebbe potuto amare nessunʼaltra donna.

Orgoglio e Pregiudizio - Jane Austen

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Pensa a tutte le cose che ti rendono felice, buttale in una ciotola e dopo mescolale insieme.

Parlando della mia ciotola, fino a qualche tempo fa lʼavrei riempita con la musica, il suono delle risate dei miei amici, il rumore del mare, il respiro di mio fratello, il profumo dei fiori che teneva mamma sul terrazzo e il ticchettio della penna di papà quando giocavamo tutti insieme a nomi, cose e animali.

Di lì a qualche ora avrei compiuto ventunʼanni, sarei diventata maggiorenne in tutto il Mondo, non che servisse a molto considerando che non ero mai uscita dal suolo Europeo, ma comunque suonava figo.

Mi era sempre piaciuto compiere gli anni in estate, perché mi permetteva di spegnere il candeline nel periodo dellʼanno che tutti, o per lo meno quasi, preferivano, il periodo in cui solitamente le persone erano più felici.

Okay, quello era anche il periodo in cui si facevano vive le zanzare, il sudore, la spossatezza, e tante altre cose negative, però i tramonti estivi erano qualcosa di mozzafiato, era bello che le giornate durassero di più ed era bello gustarsi un gelato seduti allʼaria aperta.

Avrei inserito anche tutte quelle cose, allʼinterno della mia ciotola.

“Lù?”

E poi, eccolo.

Mi piaceva fare gli origami, quando ero più piccola, e mi piaceva tanto in generale appuntarmi le cose sui fogli, appiccicare post it in giro per ricordarmi le cose, anziché segnarmele sul cellulare.
Mi piaceva poter toccare la carta, pasticciarla quando mi annoiavo e accartocciarla quando tutto andava male.
Perché, seppur potesse rovinarsi, bastava spiegazzarla un poʼ e tornava come nuova.
Se facevi un foglio a pezzettini, potevi sempre rimediare con dello scotch.
Se lo bruciavi, comunque della cenere rimaneva.
Perciò, qualsiasi cosa fosse fatta di carta mi dava lʼidea di poter essere resistente e sicura, più sicura di tante altre, seppur fosse estremamente sottile.

Lʼultimo ingrediente della mia ciotola lʼavevo trovato più o meno sei mesi prima, in un ragazzo orgoglioso dalla punta dei piedi alla punta dei capelli.

Con quel ragazzo avevo costruito una piccola casa di carta, dentro di me, non visibile ad occhio nudo.

Perché sapevo che Tancredi avrebbe potuto accartocciarmi, farmi a pezzetti, bruciarmi o calpestarmi, come io avrei potuto farlo a lui, ma non cʼera la minima possibilità che ci saremmo mai potuti dimenticare lʼuno dellʼalltro, del modo in cui, entrambi, insieme, ci sentivamo a casa.
Al sicuro.

Mi voltai, vedendolo che sprofondava nella sabbia con le infradito. Si era abbronzato in quei giorni, e gli occhi sembravano più chiari, più verdi e meno grigi, i capelli di una tonalità più tendente allʼoro.

“Sì?”

“Tuo padre chiede come vuoi farcire la piadina.”

Se eravamo la classica famiglia milanese che andava in vacanza in Romagna da tutta la vita?
Ebbene, sì.
Ma andava bene così, nonostante il mare non fosse cristallino e le spiagge fossero dannatamente affollate, quello era il mio posto, uno di quelli in cui avevo alcuni tra i miei ricordi preferiti.

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