Sbagliato

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"Non è oro ciò che luccica,
i miei occhi sono verdi."

Sbagliato - lowlow feat RIKI

"Come può essere umanamente possibile che siete romani e devo cucinarvi io la cacio e pepe? Senza contare che questa crema di pecorino sopra aveva i pezzi di muffa."

"Be' allora? Il gorgonzola sta pieno di muffa!"

"Oh, allora volevi che la lasciassi dentro? Cacio, pepe e muffa. Nuova ricetta dello chef Diego Lazzari." Lo presi in giro, sciacquandomi le mani dopo aver ripulito lo strato di quello schifo. Sentii Lele e Gian ridere, e capii che forse mi avevano sentito anche dalla sala.

Tancredi mi aveva praticamente imposto di restare a pranzo, e se ne erano tutti quanti approfittati dal momento in cui l'unica cosa che sapevano fare era ordinare mc e pizza. Non che quasi un chilo di pasta fosse la cosa più salutare che potessi cucinargli, ma in frigo avevano letteralmente due cose contate, molte delle quali andate a male.

"Comunque non esiste che non hai tiktok. Devi provare il più presto possibile." Disse Lele, entrando in cucina con Gianmarco.

Presi con il mestolo un po' dell'acqua bollente in cui la pasta stava finendo di cuocere, e la spostai con in un pentolino più piccolo, scuotendo la testa. "Non sono capace, le ho viste quelle ragazze, con tutti i balletti e i movimenti super agili. Io se ci provassi cascherei per terra e mi romperei tutte e due le anche."

"Che tragica. Non devi per forza fare tutte quelle cose, basta doppiare una serie tv o fare balletti semplici, oppure dei video comedy. In quelli andresti forte."

Andresti forte. Tancredi allora mi trovava divertente? Buono a sapersi, pensai, rovesciando tutto il contenuto del piccolo barattolino nellʼacqua calda per far sì che si sciogliesse.

"Va bene, tanto non accadrà mai, ora finitela e apparecchiate."

"Apparecchiare?" Chiese Gian con un cipiglio.

"Prendere un piatto e una forchetta come facciamo di solito non vale?"

"Avete tipo, una tovaglia... o delle tovagliette almeno? Ah, e Tancredi?" Chiamai poi. "Puoi assaggiare la pasta, e se è cotta scolarla?"

"Ce provo." Sorrise, prima di assaggiare uno spaghetto. Mi fece il segno del pollice, a indicare che era pronta, e perdendo qualche pezzo e qua e là riuscì a scolarla e a rimetterla poi nella pentola, così che io ci versassi il condimento che ormai era diventato super cremoso. Feci i piatti, e ci spostammo sul tavolo della sala, dove avevano apparecchiato per bene.

"Buona!" Esclamò Diego, quasi ingozzandosi. "Sei sicura di essere milanese te?"

"Sono sicura. Non ci vuole niente, siete solo pigri."

"Be' sì, è vero." Rispose Lele, dopo aver ingoiato il suo boccone. "Però il 90% delle volte abbiamo ospiti, a pranzo o a cena, quindi ordinare qualcosa e mettersi sul divano è oggettivamente più com-"

Driiin

"Visto? Qua non puoi stare mai tranquilli, è un porto, gente viene e gente che va." Finì la frase, per poi alzarsi dal tavolo.

"Regà, ma aspettate qualcuno?" Chiese Tancredi, rivolto agli altri due, che però scossero la testa.

"Non è il caso, mi vuoi ascoltare un momento per favore?" Sentimmo Lele alzare la voce dal corridoio, e storsi il naso. Chi era? Perché non voleva farlo entrare?

"No, ho bisogno di-"

Ovviamente, non l'avevo mai vista dal vivo, ma seppi che era lei nel momento esatto in cui comparve sulla soglia della sala pronunciando quelle parole, e sentii risalirmi su per lo stomaco le due forchettate di pasta che avevo mangiato. Perché era venuta? Che maledizione era mai questa? E soprattutto, perché doveva essere così maledettamente bella?

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