Capitolo 5

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Paura di perderti

OH NO! NO! NO! NO!
Non di nuovo! NO!
Io: Jennie! Dov'è? DIMMI DOV'È?
Cercai di rimanere calmo... non dovevo lasciare che la paura mi facesse perdere la ragione...
Iniziai a cercare nella sua borsa, poi le sue tasche. Nulla! NULLA! NON LO TROVO!

*Flashback*
Me lo ricordo benissimo, accadde circa 8 anni fa, Jennie ed io ci conoscevamo solo da una settimana, avevo 8 otto anni e lei 7, dopo la scuola Jennie andava sempre a casa mia, perché i suoi genitori lavoravano sempre fino a tardi.
Era un pomeriggio di autunno, Aira era andata con papà al compleanno di una sua amica mentre mamma, Jennie ed io eravamo andati a al parco dietro il nostro condominio.
Mia madre stava su una panchina mentre Jennie ed io giocammo a nascondino, poi ad acchiapparella, ci divertimmo un sacco fino a quando notai che Jennie iniziò a fare fatica a respirare, la vidi cadere a terra.
Corsi subito dalla mamma.
Io: EOMMAAAA!!!

Le afferrai la mano e la portai da Jennie.
La vidi preoccupata, la prese in braccio, salimmo in macchina e ci dirigemmo verso l'ospedale.
I dottori la misero su un lettino ed entrarono in una stanza, io non sarei potuto entrarci, mia madre sì, ma preferì restare al mio fianco.
Cercai di trattenermi, ma quando arrivai all'ospedale iniziai a piangere e gridare.
Io: JENNIEEEE!!!!
Mia mamma si avvicinò a me e mi strinse forte a sé.
Io: EOMMAA! JENNIEEE!!! JENNIEEEE!!!!
Gridai con voce stridula, aspettammo 10 minuti, furono i 10 minuti più lunghi della mia vita, ero disperato pensavo che non ce l'avrebbe fatta per un attimo pensai che non l'avrei più rivista.

Quando un dottore ci fecero entrare e disse a mia madre che Jennie soffriva d'asma, non sapevo cosa fosse, mia madre mi spiegò che Jennie aveva un problema a respirare, mi avvicinai alla mia amica, ancora distesa sul letto e le tenni la mano per tutto il tempo, fino a quando verso le 9:00PM aprì gli occhi, mi sentì sollevato, iniziai a piangere dalla  felicità.

Jennie: sei un piagnucolone... hahaha...
Disse con un filo di voce, ma io la sentì e mi misi a ridere insieme a lei.
Le raccontai cosa era successo...
Si era fatto tardi, mia madre aprì la porta.
Mamma: Jo dobbiamo andare, ti aspetto fuori.
Mi disse e poi si girò verso Jennie.
Mamma: Jennie, sta tranquilla, non è nulla di grave, ti dimetteranno domani, buonanotte.
Jennie: buonanotte Sig.ra Choi.
Mia madre chiuse la porta e rimanemmo da soli.
Io: tranquilla, riposa, tornerò domani.
Lei annuì.
Le accarezzai i capelli e le diedi un bacio sulla guancia.
Io: buonanotte principessa.

Mi diressi verso la porta e tornai a casa, durante il tragitto verso casa dissi alla mamma di non raccontare niente né a papà né ad Aira, lei annuì e mi disse che lo avrebbe detto solo ai suoi genitori così che avrebbero giustificato le sue ore di educazione fisica a scuola e ai professori così che lo mantenessero segreto, mia madre ed io pensammo fosse giusto che nessuno lo sapesse se non con l'autorizzazione di Jennie.

*Il giorno dopo*
Mi svegliai presto, trascinai mia madre in bagno così che Aira e papà non ci sentissero e le chiesi di accompagnarmi all'ospedale, lei annuì.
Ci dirigemmo all'ospedale per andare a prendere Jennie.
Entrai nella sua stanza, mia madre come al solito restò fuori...non so perché, comunque tornando a parlare di Jennie, lei ed io rimanemmo di nuovo soli nella stanza.
Jennie, si era già cambiata, indossava una maglietta blu, dei jeans e un cappello.
Jennie: Buongiorno Jo!
Io: Buongiorno principessa!
Jennie: I dottori mi hanno detto che dovrò usare questo...
Mi mostrò uno strano tubo.
Jennie: inalatore... se non mi sbaglio lo chiamano così, mi hanno detto che... quando inizio a sentire il respiro mancare devo portare l'inalatore alla bocca premere questo è nel frattempo ispirare, in pratica mi aiuta a respirare meglio... penso...

Iniziò a spiegarmi, poi disse...
Jennie: se succederà di nuovo e non riuscirò ad utilizzalo dovrai aiutarmi, sei l'unico che può farlo...
Io: No! TI PROMETTO CHE NON SUCCEDERÀ PIÙ!! PER TE CI SARÒ SEMPRE!
La abbracciai e nel frattempo le mie lacrime iniziarono a scendere, involontariamente mi accorsi di star piangendo, non riuscì a controllarmi in quel momento...
Jennie: Calmo... shhh... va tutto bene... ci sarò sempre...
A quelle parole mi calmai e dopo qualche minuto...
Jennie: Senti...
Io: Mmh?
Jennie: riguardo a quello che è successo ieri, ti prego, non dirlo a nessuno.
Io: Tranquilla, mia madre ed io abbiamo già pensato a tutto.
Jennie mi abbracciò ancora più forte, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò.
Jennie: Grazie, grazie di tutto.
Io:*arrossisco*
*fine flashback*

Jennie non aveva portato l'inalatore, iniziai a gridare.
Io: QUALCUNO MI AIUTI!!
Presi il mio telefono, chiamai il 118.
*in chiamata*
X: Pronto?
Io: PRONTO! SONO JOSEPH CHOI, COREANO, 16 ANNI, MI TROVO IN VIA ***** QUI A TERRA HO LA MIA RAGAZZA JENNIE KIM, COREANA 15 ANNI, HA APPENA AVUTO UN ATTACCO D'ASMA, VI PREGO AIUTATELA!
Cercai di scandire bene le parole, non so perché ma gridai, mi sentivo uno stupido a gridare in quel modo, ma in quel momento non stavo pensando a nient'altro se non salvare la vita di Jennie...
Notai che delle persone si misero in cerchio, tutti ci stavano guardando e facendo rumore, qualcuno iniziò addirittura riprenderci, iniziai ad irritarmi.
Io: SMETTETELA DI RIPRENDERE! SE NON VOLETE ESSERE DENUNCIATI PER VIOLAZIONE DELLA PRIVACY!
Le parole mi uscirono dalla bocca senza volere, tutti stettero in silenzio, li avevo spaventati.
Tornai a guardare Jennie che piano piano iniziò conoscenza.
Io: NO NO NO NO, TI PREGO RESTA SVEGLIA, L'AMBULANZA STA ARRIVANDO!
Le porsi la mano sulla guancia e iniziai a darle dei piccoli schiaffi, fu tutto inutile, la vidi perdere i sensi, non sentivo più il battito.
Io: NO NO NO NO SVEGLIATI! Ti prego! JENNIE SVEGLIATI! NON MI PUOI LASCIARE COSÌ!
Cosa poteva fare un 16enne, senza una macchina e senza patente... in quel momento mi venne in mente un corso di Rianimazione CardioPolmonare che avevo fatto in 5ª elementare, così iniziai a farle l'RCP o CPR e l'alternai con la respirazione bocca a bocca, riprese a respirare, il suo respiro era fievole, ancora instabile, mi sentì un po' più sollevato.
L'ambulanza arrivò dopo 5 minuti la chiamata...

Neighbor as lover ||COMPLETO|| ||IN REVISIONE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora