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Chiara's pov.

Una settimana dopo...

'Chiara sbrigati cazzo' dice Addison.
'Si un attimo e ho finito'.

La partita inizia tra 10 minuti e io sono arrivata in ritardo ovviamente.

Mi metto la divisa e Charli e Addi mi fanno due treccine con le ciocche davanti,legate con nastro verde ovvero il colore della nostra scuola.

'Come fai ad arrivare sempre tardi' dice Charli.

'Ragazze calmatevi non è colpa mia se l'autobus non arrivava più eh'
'Sei la figlia del proprietario di aziende più ricco del New Jersey e devi pure prendere l'autobus' dice Chalie.

'Non voglio approfittare dei soldi di mio padre e voi due lo sapete' mi rivolgo alle mie amiche.

Alzano gli occhi al cielo.

'Va bene ragazze andiamo in campo la partita sta iniziando' ci richiama Avani.

La seguiamo tutte davanti alla porta dello spogliatoio per entrare in palestra.

'Cercate di cordarvi tutti i passi e se qualcosa dovesse andare storto fare finta di niente e continuate la coreografia' ci incoraggia prima di aprire la porta e sentite tutte le urla della gente.

Ci sono un sacco di persone,la maggior parte sono negli spalti ma alcuni sono anche in piedi.

Appena entriamo parte la musica e iniziamo la coreografia.
Anche se mi sento tremendamente a disagio la coreografia va alla grande.

Appena finiamo di ballare tutti applaudono e dopo un paio di secondi entrano le squadre di calcio.

Prima entra la squadra della nostra scuola.
Tutte le ragazzine in calore iniziano ad urlare come delle forsennate.

'Mattiaaaa' urlano delle ragazze dagli spalti.
Le guardo storte ma loro non se ne accorgono.

Noi cheerleader ci sediamo in delle panchine ai lati del campo.

L'arbitro fischia e la partita inizia.

Per tutto il tempo le ragazze hanno fatto di tutto per farsi notare dai giocatori,soprattutto da Mattia e questo mi da un fastidio tremendo.

La partita termina dopo un pò e abbiamo vinto 3-2.

Mattia si gira verso di me e mi fa un sorriso così grande da farmi sentire importante.

Ricambio il sorriso e dopo tutti i giocatori si abbracciano in un cerchio.

'Andiamo a cambiarci adesso dobbiamo andare a festeggiare' dice Charli.

La guardo con una faccia stranita.
'Si di solito quando vinciamo una partita i giocatori e le cheerleader vanno a mangiare fuori' dice entusiasta Addison.

Non ci vedo niente di così entusiasmante però non voglio deludere le aspettative di Addison così andiamo tutte negli spogliatoi a cambiarci.

Le ragazze hanno portato dei vestiti di ricambio abbastanza eleganti e oggi per fortuna io ho portato una maglietta a barca bianca e una gonna a pieghe nera.

Mi cambio e insieme alle altre esco dallo spogliatoio dirigendomi verso l'uscita.

Sento una mano che mi blocca il polso facendomi girare.

'Dove stai andando?' mi chiede Mattia.
'A festeggiare no?' faccio una domanda retorica.

'Si ma io non volevo festeggiare con gli altri sai io avevo in mente altro per noi due' fa una faccia da innocente ma capisco cosa vuole dire.

'Fai schifo Mattii' gli do un pugno sul petto che ovviamente non lo smuove anzi ride di gusto.

Mi giro e vedo Addison e Charli che continuano a camminare.
Almeno dovrò dargli delle spiegazioni.

Vado verso di loro e le chiamo per farle girare.

'Ragazze oggi non ci sono mi spiace' indico Mattia dall'altra parte del corridoio.

'Okay ma stai attenta' dicono contemporaneamente facendo una faccia perversa.

'Stronze' rido e si aggiungono anche loro.
Ci salutiamo e io torno da Mattia.

'Okay ora possiamo andare' dico.
Ci avviamo verso la sua macchina e lui guida verso casa sua.

Accende la radio e iniziamo a cantare a squarciagola le canzoni di tyga.
Entrambi amiamo questo cantante.

Mi fermo a guardalo mentre canta.
Ha un sorriso che mi fa sciogliere ed è spensierato mentre fa gesti strani con le mani facendomi ridere.

Questa settimana l'abbiamo passata insieme, quando eravamo in pubblico si limitava solo a mettere un braccio sulle spalle anche perchè mio fratello non sa nulla.

Ma quando eravamo da soli si comportava in un altro modo.

Noi quando siamo soli ci comportiamo da fidanzati ma in realtà non lo siamo.

Vorrei chiedergli cosa siamo ma sinceramente non mi sembra il caso, mi sentirei una cogliona a chiederglielo ma ormai credo che mi sembra ovvio.

Arriviamo, parcheggia davanti casa e scendiamo.

Prende le chiavi e entriamo.

Neanche il tempo di entrare e mi mette le mani sui fianchi e mi bacia.

Questo bacio non è come quelli che ci siamo dati, è un bacio dolce e lento come se volesse dirmi qualcosa.

Prendo le mani e metto dietro la sua nuca.

Mi solleva e mi fa mettere in braccio a lui mentre mi tiene con le mani sul mio sedere.

Continua a baciarmi fino a quando qualcuno tossisce.

Scendo subito e mi giro per guardare chi è.

'Scusate ragazzi ,Mattia devi farmi un favore' dice Mirna.
'Mamma devo proprio ora?' sbuffa Mattia.

'Si devi andare a prendere tuo fratello da scuola'
'Non puoi andate tu?' cerca di convincere la madre.

'No non posso io ho delle cose da fare,vai tu' dice decisa sua madre e non credo che cambierà idea.

'Chiara mi vai prendere una felpa da camera mia mentre io bevo un sorso d'acqua?' mi chiede Mattia.
Annuisco e salgo le scale ed entro in camera sua.

Stranamente è tutto perfettamente in ordine probabilmente sua madre avrà messo a posto da poco.

Inizio a cercare nei cassetti una felpa fino a quando un disegno attira la mia attenzione.

Lo prendo in mano è vedo che è un ritratto di una ragazza.

Ha i capelli raccolti in uno chignon disordinato e si regge la faccia con le mani.
È una ragazza molto carina e non riesco a capire di che colore abbia i capelli o gli occhi visto che il ritratto non è colorato.

Vedo che al lato del foglio c'è una data.
14/7/2018.

'Che cazzo stai facendo?' ringhia Mattia facendomi sobbalzare.

'Stavo cercando la felpa' dico sincera.
Si avvicina e mi toglie velocemente foglio di mano.
'Non devi mai più toccare le mie cose' continua a urlarmi contro.

'Cerca di calmarti,stavo cercando la felpa e ho visto questo disegno stop.
E poi quella arrabbiata dovrei essere io visto che hai la foto di una ragazza in un cassetto,chi è questa ragazza?' sbotto.

'Non ti fai mai i cazzi tuoi, noi non siamo niente quindi non sono tenuto a dirtelo' urla.

Spalanco la bocca alle sue parole.
Noi non siamo niente?

Lo guardo con disprezzo.
'Hai ragione Mattia,non siamo niente' esco da camera sua e corro verso la porta di casa.

Esco e inizio a camminare,non so nemmeno dove sto andando ma voglio solo andare più lontano possibile da lui.

Prendo il telefono e decido di chiamare...

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Scusate per il capitolo penoso ma sono riuscita a scrivere solo questo per oggi,perdonatemi.🥺🥺

Resta qui con me.//Mattia PolibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora