IL REGNO DEL TERRORE

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Mi ricordo ancora il giorno dopo la sua morte

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Mi ricordo ancora il giorno dopo la sua morte.

Pioveva, era come se il cielo volesse farmi compagnia nella mia tristezza, in questo modo non sarei stata l'unica a versare delle lacrime.

I rumori non arrivavano più distinti alle mie orecchie, sembravano un lontano brusio.

Sentivo gli occhi bruciare ad ogni lacrima che li abbandonava.

Un incidente.
Uno stupido incidente aveva portato via l'amore della mia vita.
Non ci credevo, non ci credo, non posso credere che un uomo come lui fosse stato distrutto da un semplice incidente.

Il dolore era talmente insopportabile che aveva creato in me una sorta di apatia; non parlavo, se non strettamente necessario e non mangiavo, se non ero al limite delle mie forze.

ALEKSANDR pov.
Sono passate due settimane da quando le ho dato la notizia che le ha rovinato la vita.

Non esce dalla stanza di Niklaus da allora, ha chiuso l'intero mondo al di fuori di essa.

Se qualcuno osa anche solo entrare lì dentro subisce la sua ira, le sue urla, la  sua disperazione.

Una sola volta ho osato aprire quella porta e Bianca era irriconoscibile, non sembrava più se stessa.
Il suo sguardo perso nel vuoto, le occhiaie che le circondavano gli occhi gonfi di nero e i tremiti che scuotevano il suo corpo, ora ancora più esile di un tempo, le davano tutta l'aria di un morto vivente.

Tutto all'interno di quella stanza era rimasto intatto come l'aveva lasciato Niklaus in un ordine quasi maniacale; a parte i suoi vestiti che bianca stringeva fra le fragili mani come se stesse stringendo Niklaus stesso.

Era come se si fosse creata un mondo suo, un mondo in cui lei e Nik erano ancora assieme.

BIANCA pov.
Porto per l'ennesima volta un maglione di Nik davanti alle narici e lascio che il suo odore le inebri.

Le sue cose sono l'unica cosa che mi rimane di lui, di noi.

Il suo odore è diventato la mia droga preferita.
So che prima o poi svanirà come alcuni dei ricordi che continuo a riprodurre senza alcuna sosta nella mia mente.
È questo ciò che mi spaventa di più, dimenticare, lasciare che tutto ciò che abbiamo avuto svanisca, dimenticare quanto lo amassi, quanto lo amo e come mi facesse sentire il nostro amore.

Ogni volta che provo ad uscire dalla nostra stanza è come se un attacco di panico mi assalisse, la mano che ogni volta provo ad appoggiare sulla maniglia scatta all'indietro come se il ferro di cui è fatta fosse rovente.

Continuo a torturarmi pensando a come avrei potuto salvarlo, a cosa avrebbe voluto che facessimo dopo la sua dipartita.

Devo prendermi cura di Elena per lui, era come se quella bambina fosse la sua vita, forse perché voleva che lei avesse la vita che lui e Aleksandr non hanno mai potuto avere.

Ancora fra i miei pensieri mi ritrovo a camminare avanti e indietro per la camera fino a ritrovarmi davanti a quella dannata porta, davanti a quell'uscita dal mio mondo perfetto.

Premo sulla maniglia e finalmente trovo la forza per aprirla.
Appena metto un piede nel corridoio un groppo si forma nella mia gola.

Cerco di non guardarmi intorno farebbe troppo male.
Continuo a camminare, scendo le scale per andare in sala da pranzo.

Entro all'interno della stanza quasi trascinandomi, mi dirigo al nostro tavolo con gli occhi bassi a terra, al contrario dei miei tutti quelli dei presenti sono puntati sulla mia figura.

Raggiunto il tavolo alzo finalmente lo sguardo, Alek si alza e scosta la mia sedia per farmi sedere.

La sedia di Niklaus è occupata.
Come si permettono, nessuno ha il diritto di stare lì, nessuno è degno di stare lì.

"Si alzi"

Le parole mi escono di bocca prima che io possa anche solo pensarci.

Quando quella nullità di uomo mi guarda come se fossi una pazza mi spazientisco.

"Ho detto si alzi!"

Sbatto la mano sul tavolo accompagnando il mio urlo.

Finalmente si alza.

"Fuori"

Guardo per terra per non incrociare gli occhi di una feccia del genere.

"Fuori cazzo!"

Finalmente cammina fino alla porta per poi uscire.

Una fragorosa risata mi costringe a guardarmi intorno.

Sasha è comodamente seduto ad un'altro tavolo godendosi lo spettacolo.

La voglia di schiacciare la sua testa sotto i miei piedi e di vedere il suo corpo agonizzante è irrefrenabile.

"Anche tu!"

Stringo i denti mentre mi avvicino.
Non dice niente, si mette solo a ridere più fragorosamente.

La mia mano destra colpisce inevitabilmente la sua guancia in un impeto d'ira.

"Pensavo che in quanto traditore fossi stato bandito o te lo sei forse dimenticato"

Lo costringo a guardarmi stringendo il suo viso nella mano che poco fa aveva lasciato un segno su quest'ultimo.

"Perché io me lo ricordo, mi ricordo di come hai tradito la sua fiducia.
Solo un verme si ripresenterebbe in casa sua"

Lo lascio andare bruscamente prima che si alzi ed esca per l'ultima volta da questa casa.

"E tu"- mi giro puntando un dito verso Alek -tu sei suo fratello eppure non sembra che la situazione ti turbi più di tanto.
O non è così Aleksandr?"

Gli sbotto contro con le lacrime agli occhi; mi sento tradita da lui, mi sento come se avesse tradito Niklaus.

"Bianca calmati, va tutto bene, sei solo un po' turbata."

Cerca di appoggiare una mano sulla mia spalla in segno di conforto- "No, non toccarmi"- ma mi scosto subito.

"Nessuno di voi, nessuno di voi osi avvicinarsi a me o a qualsiasi cosa appartenesse a lui"

Mi rivolgo alla gente presente quella mattina; che sicuramente nelle ore successive avrebbe riferito a chiunque non ci fosse in quel momento quanto successo e quanto detto.

"Che c'è, vi ho forse turbati, vi aspettavate che fatto fuori il re la regina si sarebbe fatta da parte o ancora meglio sarebbe stata più facile da uccidere"

Continuo il mio discorso.

"Perché lo so che l'avete ucciso"

Era ciò che mi tentennava nella mente come un chiodo fisso; non poteva essere stato un banale incidente.

"Da oggi in poi chiunque di voi abbia commesso un crimine contro questa famiglia si guardi le spalle; perché non uscirà vivo da qua"

Se la violenza era ciò che volevano l'avrebbero avuta.
Il regno del terrore è appena iniziato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 21, 2021 ⏰

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