1.C'è un cuore che batte nel cuore (Antonello Venditti)

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Roma, 1957

Era un giorno piovoso quando nacque Diana; Roma era fredda e grigia, ma dentro quelle quattro mura dell'ospedale c'era uno spiraglio di luce.

Enzo e Antonella avevano vent'anni, ma già da due provavano ad avere figli senza successo. Antonella era stata molto ottimista, ma col passare del tempo si era quasi rassegnata: aveva iniziato a non pensarci più e ogni volta che entrava un bambino nello studio medico dove lavorava come segretaria, gli porgeva un lecca lecca e non lo guardava più. Molte mamme si erano lamentate con il dottore che la sua segretaria era troppo "fredda", ma ad Antonella non importava, aveva solo bisogno di prendersi una pausa dal desiderio di essere madre. Poi, un giorno, all'improvviso, Antonella era svenuta: il dottore l'aveva fatta sdraiare sul lettino e, dopo averle chiesto se aveva nausee, se aveva avuto altri episodi di svenimento, se si sentiva più stanca del solito, le aveva detto sorridendo che forse avrebbe dovuto fare una visita più specifica per capire se era incinta o meno. Antonella non aveva detto nulla ad Enzo e due giorni dopo aveva fatto dei test e delle visite che le avevano dato un esito positivo: aspettava un bambino.

La sera a cena, aveva guardato suo marito e gli disse in modo solenne:<<Caro, non comprare il vino. Per nove mesi credo che dovremmo farne a meno.>>

Enzo aveva lasciato cadere il cucchiaio nella minestra e nel momento in cui aveva capito era corso ad abbracciare Antonella: era l'uomo più felice del mondo.

Nove mesi dopo nasceva Diana: non c'erano state complicazioni ed era sana come un pesce. L'avevano chiamata così perchè quell'anno era uscita la canzone di Paul Anka, Diana. Quando Antonella aveva detto all'infermiera il nome della bambina e la motivazione per cui l'avevano chiamata così, la donna aveva chiesto:<<Ma quindi si pronuncia Daiana come la canzone?>>

Antonella non ci aveva pensato, aveva pensato solo che Diana era un bellissimo nome e che la canzone di Paul Anka era la sua preferita perchè era passata alla radio il giorno in cui aveva scoperto di essere incinta, così, riflettendo su quella domanda, rispose di getto:<<Sì, si pronuncia Daiana.>>

Antonella ed Enzo tornarono a casa tre giorni dopo la nascita di Diana: erano felicissimi e non potevano chiedere di meglio. I giorni trascorrevano veloci e Diana cresceva ogni giorno di più; assomigliava moltissimo ad Enzo ma aveva gli occhi verdi e lucenti di Antonella. I loro momenti preferiti erano quando, scendendo da casa, passeggiavano tutti e tre per il colle oppio. Tutti si fermavano a guardare Diana e le sue guanciotte paffutelle e ogni volta che incontravano qualcuno che conoscevano lo fermavano per fargli vedere la loro splendida bambina tanto desiderata.

Era bello godersi quei momenti da genitori e per nulla al mondo pensavano di aver rinunciato alla libertà; si erano sposati giovani, era vero, ma si erano voluti sin da subito.

Si erano incontrati tre anni prima, nel 1954, ad una festa in terrazza d'estate. Era la festa di Sabrina un'amica che avevano in comune; Antonella era lì, con il suo vestitino bianco coi pois neri ed era seduta su una sedia, un bicchiere -con qualche bevanda alcolica- in mano e dondolava il piede a ritmo di musica. Enzo invece era affacciato alla ringhiera e guardava la luna annoiato, poi si era spostato per prendere qualcosa da bere e l'aveva vista: il suo cuore aveva saltato un battito, era rimasto paralizzato dalla bellezza di quella ragazza. I capelli castani raccolti in una coda alta e quel trucco leggero che la distingueva da tutte le altre donne in quella terrazza. Si era avvicinato e, mentre si dirigeva verso di lei, anche Antonella si era voltata e aveva incrociato lo sguardo profondo di quel bel ragazzo. Si erano guardati finchè lui non era arrivato davanti a lei e le aveva teso la mano:<<Ti va di ballare?>>

Antonella aveva tentennato imbarazzata, ma poi aveva poggiato il bicchiere sul tavolo lì vicino e aveva dato la mano a quel bel ragazzo.

Lui la portò in pista e iniziarono a muoversi lentamente, le mani di lui appoggiate ai fianchi di lei, le mani di lei intorno al collo di lui.

amoR- Amore nella città eternaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora