Calcolo Delle Improbabilità

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La lettera che Francesco calpestò era bianca.
Non aveva il solito odore di carta nuova mista a plastica dovuta agli imballaggi delle cartolerie.

Su di essa c'era scritto il mio nome e ora stavamo seduti tutti intorno al tavolo del salotto.
Mi cadde l'occhio sulla rosa mezza schiacciata, osservandone i petali cadenti sul tavolo.
Sul gambo spinoso nessun biglietto.

Chi diavolo mi aveva scritto una lettera?

Ero emozionata all'idea di averne ricevuta una, scrivere una lettera era una tradizione che sarebbe dovuta essere a mio avviso immortale.
Tenerla in mano e accarezzarla con le dita mi riportava ai tempi della mia infanzia, quando io e la mia migliore amica ci scambiavamo lettere del tutto casuali per il semplice gusto di farlo.

«Allora? Che aspetti ad aprirla?» mi chiese Asia impaziente tamburellando con le unghie sul tavolo.

« Forse ho paura di scoprire chi me l'abbia scritta. Non voglio restare delusa. Voglio dire, una lettera e una rosa recapitate direttamente a casa in una città dove conosciamo due sole persone.»

«Sto per prenderla e aprirla io.» Mi incalzò Silvia, mentre Fra annuiva vigorosamente.

Lanciai sul tavolo la lettera come se mi stesse bruciando fino a quel momento e non vedessi l'ora di liberarmene e la mia amica la raccolse.

La aprí senza paura, mentre io muovevo compulsivamente la gamba sotto il tavolo e mi toglievo gli occhiali stile anni '50 per prendermi il volto tra le mani, aspettando una qualsiasi reazione di Silvia.

«... Allora...? » chiesi, aumentando la frequenza dei movimenti della gamba.

« Sembrerebbe di Tom.»

Tre parole riuscirono a zittire cinque persone.
Non credo se lo aspettassero sul serio, infatti Asia non iniziò nemmeno a strillare.
La mia gamba si fermò e io alzai lo sguardo su Silvia.
«... Cosa? Davvero?»

«Si, fra, guarda.» disse porgendomela.
Io la presi, iniziando a leggere «A quanto pare vuole vederti tra un paio di giorni.»

« Un paio di giorni? Strano...» Dissi tra me.

'Cara Anna,
Vorrei scusarmi con te.
William mi ha detto di cosa avete parlato ieri sera sulla spiaggia e io...
Sento di doverti parlare.
Sentirgli dire quelle cose mi ha inaspettatamente reso forse l'uomo più felice del mondo!
Ti prego, vediamoci tra due giorni esatti a casa mia perché ho intenzione di farti una sorpresa. Sono sicuro che sarai bellissima.
E, per favore, non contattarmi o non so se riuscirò a tenere per me la sorpresa che ho in serbo per noi.
Per sempre tuo,
Thomas. '

«... Ma... Che... » Aggrottai le sopracciglia. « Queste si che sono richieste molto strane.»

Finalmente, Asia diede segni di vita, urlando.
Io guardai Dave: neanche lui sembrava convinto.

« Vabeh Anna, è un riccone famoso! Sono persone esuberanti. Magari vuole fare le cose in grande.»

In effetti Francesco non aveva tutti i torti.
Non conoscevo persone ricche, ma dai libri e dai film li dipingevano come persone estremamente esuberanti e sfacciate.
Annuii leggermente, sorridendo appena, convincendomi mentalmente che quella lettera era vera e che la stavo stringendo tra le mani, e poi la richiusi e mi alzai dalla sedia.
« Bhe? Andiamo al mare?»

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Stavo prendendo il sole, scervellandomi su quali potessero essere le implicazioni di quella strana lettera.
Non me ne accorsi nemmeno, ma mi ritrovai a sorridere ad occhi chiusi nel cercare di immaginare cosa potesse star preparando per me.
Ammetto che le idee stavano iniziando ad essere fin troppo audaci per i pochi indizi che avevo, quindi cercai di frenare la fantasia che stava correndo a briglie sciolte anche per non restare eventualmente delusa.

When He Became MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora