Affidiamoci Al Destino.

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Ci addormentammo lì, sulla spiaggia, ma non per molto.

I primi dolci raggi del sole mi fecero aprire gli occhi, facendomi ritrovare stretta in un abbraccio del biondo, ancora profondamente addormentato.

Sorrisi appena, insicura di ciò che potesse significare. Sempre che significasse qualcosa.

Non restai a lungo bloccata tra i miei pensieri, perché Willow si avventò scodinzolante sul viso del suo padrone, seguita da Francesco.

«W-Willow, piano!» cercò di calmarla Tom, svegliandosi e automaticamente sciogliendo il nostro abbraccio per poter accarezzare il cane, facendomi sorridere.

«Voi due mi farete venire un infarto. Sono andato a controllare come stesse Anna e ho trovato la stanza vuota. Ditelo che mi volete morto! Io me ne farò una ragione!» ci rimproverò Fra con un tono da regina del drama.

«Perdonami, la prossima volta ti sveglio alle tre del mattino per avvisarti che anche oggi si muore domani.» dissi io sarcastica.

«Il tuo sarcasmo non funziona dato che, Vista la situazione, l'avrei particolarmente gradito.»

«E fu così che Franco mi zittí.» dissi ridendo e mettendomi seduta.

Questa conversazione la avemmo involontariamente completamente in Italiano e ce ne accorgemmo solo guardando l'espressione confusa di Tom che ci guardava mentre continuava ad accarezzare Willow, perciò a quel punto ricominciammo a parlare inglese.

«Gli altri sono già svegli?»

«No, ma ora li sveglierò. Dobbiamo andare a preparare le valigie per stasera, ricordi?»

Io lo guardai confusa. «Stasera? Ma partiamo domani mattina.»

Francesco sospirò, afflitto dalle mie invincibili capacità mnemoniche

«No, Anna. Partiamo stasera.»

Calò un attimo il silenzio e con la coda dell'occhio potei notare Tom che abbassava lo sguardo sulla testa di Willow che era poggiata sulle sue gambe, ancora scodinzolante.

«Oh...» dissi io dopo qualche secondo, per poi allungare una mano verso Francesco, che mi aiutò ad alzarmi.

Un velo di tristezza e malinconia mi pervase l'animo. Nonostante ciò che era successo nemmeno ventiquattro ore prima, bhe... Mi sarebbe piaciuto restare a Brighton. Almeno un altro po'. Con Tom.

Mi convinsi però che fosse meglio così, infondo.

Sarei potuta tornare alla mia noiosa, normale vita. E probabilmente sarei stata anche più felice così.

Si, sarebbe stato impossibile vivere una storia d'amore con Tom. Non una Vera storia d'amore.

Di certo non mi sarebbe piaciuto vivere circondata da telecamere, paparazzi, interviste.

Sarebbe stato straziante, no?

Fu facile convincermene, quindi mi pulii la sabbia dai vestiti e mi girai verso Tom, ancora con la testa abbassata.

«Grazie di tutto, Tom. Davvero. Hai reso con la tua sola presenza questa vacanza davvero speciale. La tua... Amicizia sarà sempre qualcosa di molto prezioso per me, a prescindere dalla tua fama. E...»

«Va bene così. Ti prego, non dire altro.» lo sentii dire.

Fra si allontanò, tornando in casa e lasciandoci parlare in pace. Ipotizzai che ne stesse approfittando per svegliare gli altri.

Tom, invece, si schiarí la voce e si alzò in piedi, avvicinandomisi.

«Anna, io...»

«Tom, non... Dire nulla di cui entrambi potremmo pentirci.» lo bloccai io mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime.

When He Became MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora