Darkness

267 15 41
                                    

Erano giorni che non passavo una giornata come quella: normale.

Nessun Will o Tom in giro, nessuna dose di drama, Andrew sembrava anche una persona divertente e alla mano.
Era carino vedere come si premurasse di fare bella figura con noi nonostante fosse evidente che stesse riservando delle attenzioni in più per Asia.

Mi chiesi se la mia amica se ne fosse accorta perché la vedevo fin troppo tranquilla.

Comunque la mattinata passò e Fra invitò Andrew a salire da noi per fargli assaggiare del Tiramisù che non avevo idea fosse in casa.

Dovete sapere che per Francesco ci sono 3 modi per fare un buon tiramisù:
-Bisogna avere buone uova
-Bisogna avere buon mascarpone
-oppure....
No, la terza opzione non posso dirvela.

Andrew accettò ben volentieri e tornammo a casa per pranzo.

Fu un'ottima occasione per fargli assaggiare la vera cucina italiana, anche se penso avremmo voluto tagliargli le mani visto che ogni volta che lo diceva univa la punta delle dita di una mano a formare il gesto universalmente conosciuto come italiano.

Mi sarebbe piaciuto dire che si trattasse di un mero stereotipo, ma...
Non amo mentire così spudoratamente.

Questo fu un pensiero che balenò nella mia mente anche in quel momento e che mi fece sorridere.
Partí una gara tra noi a chi riuscisse ad insegnare quante più parole italiane ad Andrew.
Non andò a buon fine e non osai immaginare cosa mai sarebbe potuto accadere se il biondo avesse deciso di venire in Italia e avesse inziato a salutare tutti con quello che credeva fosse il nostro ciao.

Comunque finimmo di mangiare e chiudemmo con l'ovviamente ottimo dolce.
Asia uscì a farsi un giro con Andrew mentre noi ci fermammo a guardare la tv.

Mentre io, Dave e Fra ci accingevamo a seguire un episodio del Graham Norton Show, Silvia si stava divertendo ad imprecare amorevolmente sul rythm game Love Live.

«Allora, sei pronta per l'appuntamento di stasera?» mi chiese Dave tutto ad un tratto.

«Dimmi che non te ne sei dimenticata.» implorò Fra facendomi ridere.

«No, no, non l'ho dimenticato. Anzi, tra un po' inizio a prepararmi.» risposi io freddando la conversazione.

Dave e Fra si scambiarono un'occhiata e non mi chiesero altro, consci del fatto che probabilmente ci fosse qualcosa sotto di cui non volevo parlare.

Finito lo show, andai in camera da letto e iniziai a prepararmi.
Presi la lettera di Tom che tenevo nel cassetto del comodino accanto al letto e la rilessi sorridendo.
Solo allora mi accorsi di un dettaglio: non c'era l'indirizzo.
Andai nel panico. Stavo per prendere il cellulare per mandargli un messaggio quando sentii il campanello della porta.

Immaginai che gli altri non l'avessero sentito, perciò presi i vestiti che avevo intenzione di indossare e andai io ad aprire.

Quando aprii la porta qualsiasi parola avessi intenzione di pronunciare mi morì in gola.
Sperai di non rivedere quegli occhi verdi che ora invece erano lì, sul mio portico.

«Che diavolo ci fai tu qui, Will? Dopo quello che mi hai fatto ieri...!  » sussurrai rabbiosa io così da non farmi sentire dai miei amici.

William alzò un sopracciglio, restando freddo e serio. «Ho detto che se non fossi riuscito a conquistarti ti avrei accompagnato io stesso da Tom.»
Dise con calma, come se stesse dicendo qualcosa di ovvio.

Io invece mi sentivo confusa. Neanche mi ricordavo l'avesse detto, eppure ne avevo qualche vago ricordo. «Si... È vero... Ma I-io...»

«Senti, quello che è successo sul mio Yacht resta tra noi. Io mi sono arrabbiato, tu sembri arrabbiata, perciò siamo pari.»

When He Became MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora