Tom fu abbastanza paziente da aiutarmi in quella situazione decisamente imbarazzante.
Tornò in camera e aprí il cassetto del comò che si trovava esattamente di fronte al letto mentre entrambi cercavamo di trattenere una risata.
Riuscimmo a mantenere un certo contegno fino a quando lui non mi lanciò letteralmente un paio dei suoi slip, perché a quel punto cominciammo a ridere di gusto entrambi.
A quel punto uscì dalla stanza e aspettò che io mi sistemassi, per poi accompagnarmi in bagno.
«Sicura di star bene?» mi chiese lui, premuroso, poggiandosi con una spalla sullo stipite della porta e tenendo le mani in tasca, con il suo solito sorriso ad illuminargli il volto.
«Si, tranquillo. Una doccia mi farà bene...»
«Fantastico. Allora io intanto ti preparo qualcosa. C'è qualcosa in particolare che ti va di mangiare?»
Ci pensai un attimo su. Non volendo essere di peso cercai di immaginare qualcosa che avessero tutti e che fosse facile da cucinare.
«Uhm... No, niente. Forse... Carne...?» dissi trattenendo il fiato, quasi come se lo stessi chiedendo a lui.
«Okay, si, dovrei avere degli hamburger in freezer.»
«Fantastico.»
«Si, fantastico.»
Restammo per qualche secondo in silenzio a fissarci mentre io stringevo tra le mani la biancheria pulita che nel frattempo Tom mi aveva preparato.
Boccheggiai un paio di volte, poi fu lui a rompere il silenzio imbarazzante riassumendo una normale posizione eretta e mettendo una mano sulla maniglia della porta, pronto a chiuderla al posto mio uscendo. «Allora io vado. Fa come se fossi a casa tua.»
Io risi e annuii appena aspettando che chiudesse la porta per guardarmi allo specchio.
"Dio del Cielo..." pensai "Cosa mi è successo?"
Non mi ero mai vista in quelle condizioni.
Avevo il trucco sciolto, occhiaie nere, viso pallido, capelli sporchi e scompigliati.
Mi sentivo orrenda.In un'altra Situazione probabilmente Mi sarei limitata ad una lavata veloce, ma viste le mie condizioni non potei far altro che optare per una doccia.
Una volta trovato tutto l'occorrente, mi affrettai a spogliarmi e ad entrare nel box doccia.
Avrei preferito farne una veloce, ma nel momento stesso in cui l'acqua calda cadde sulla mia pelle nuda, i muscoli sembrarono chiedermi un po' di relax.
Nonostante io non avessi alcun ricordo di ci che successe la sera prima, il mio fisico sembrava starmi dicendo più di mille parole: i muscoli tiravano e facevano male soprattutto sulla schiena all'altezza delle spalle, il mio viso era rovinato e pallido, lo stomaco continuava ad avere piccoli spasmi come se avessi vomitato per tutta la notte e, come se non bastasse, avevo un mal di testa tale che persino la luce chiara di quella stanza mi dava fastidio alla vista.
Mi accorsi di quanta fatica sembrassi fare per alzare le braccia al solo scopo di insaponarmi i capelli, perciò finii per piegarmi leggermente in avanti aiutandomi in questo modo.
Per quanto possibile senza uno spazzolino, cercai anche di sciacquarmi la bocca, così da togliere quell'orribile sapore d'acido che continuava a torturarmi dal momento stesso in cui mi svegliai quella notte.
Finita la doccia mi asciugai e passai con vigore un'asciugamani tra i capelli, così da eliminarne quanta più acqua in eccesso.
Sentii bussare e mi circondai il petto con il panno doccia per poi aprire leggermente la porta.
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When He Became Mine
ChickLitAnna e i suoi amici hanno deciso di intraprendere un viaggio in Inghilterra, impazienti di lasciarsi alle spalle, almeno momentaneamente, le loro vite scalfite da cambiamenti e delusioni. Un incontro fortuito la aspetta, cogliendola completamente a...