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Erano finite le lezioni, prima di andare a casa Alya aveva voluto che andassimo nel retro della scuola. Voleva parlarmi un po':
《Mari, io ho riflettuto, sicura che non ti penti di quello che ai detto a Chloé?》 Mi chiese:
《No, perché?》 Risposi con sicurezza:
《Insomma, ai visto anche te, tutti stanno dalla sua parte, cioè quasi tutti, non vorrei che ti facessero del male.》 Dal suo tono di voce sembrava preoccupata e infatti aveva ragione, non avevo dato peso alle mie parole:
《Cavolo cavolo cavolo. E adesso cosa faccio?》 Mi stavo agitando come non mai:
《DUPAIN-CHENG!!!!》 Sentì gridare il mio cognome da Chloé, perfetto, ero sicuramente nei guai. Quando fu vicino a me mi disse quasi urlando:
《Te ne pentirai amaramente!》 Per poi andarsene via con Sabrina.

"Pensavo la mia giornata sarebbe andata bene e invece ho rovinato tutto" fu l'unico pensiero che mi ronzava nella testa. Me lo sentivo che sarebbe successo qualcosa di brutto ed è stata solo colpa mia, pensavo di poterla zittire e farle cambiare idea ma non è stato così, ho solo peggiorato la situazione.
Entrai lentamente nella pasticceria e subito mia madre mi chiese:
《Come mai così abbattuta? È successo qualcosa?》 Ma io non gli risposi finché non le fui davanti, presi un grande respiro per poi espirare lentamente:
《No mamma.》
《Ne sei sicura?》 Mi chiese in seguito, io feci cenno con il capo per affermare che non era successo niente e salì in camera. Sicuramente non se la sarà bevuta. Basta guardarmi per capire che qualcosa non va anche se nascondo il tutto sotto un falso sorriso.
《Marinette, lo sai bene che non puoi mentire di continuo.》 Mi rimproverò la mia piccola amica:
《Lo so, lo so, ma la faccenda la voglio risolvere da sola, sono stufa di ricevere aiuto dagli altri.》
《Ma Marinette, almeno parla con i tuoi genitori.》 Io non gli risposi, ero stufa di sentirla parlare, avevo preso la mia decisione e non ero intenta a cambiarla. Anche se aveva quasi 3000 anni e aveva sicuramente più esperienze di me poco mi importava. Lei volò via capendo che non avrei cambiato idea neanche se fossi morta e che stava parlando ai muri.
Scesi in cucina con uno dei sorrisi più falsi che avevo e andai ad aiutate mio padre in cucina.

~𖣘︎~

《Finalmente abbiamo finito!》 Esultò mio padre. Avevamo impiegato tutto il pomeriggio per realizzare una torta a 3 piani che l'indomani sarebbero venuta a ritirarla ma ci fu un piccolo cambio di programma, e menomale che in tempo eravamo riuscita a finirla. Sentimmo il campanellino sopra la porta suonare e vidi Nadja Chamack, la giornalista più conosciuta a Parigi e sopratutto la più impicciona. Era pronta a rischiare la vita pur di avere uno scoop da presentare. Se solo non avessi accettato di fare la babysitter alla sua figlia, Manon l'avrei mandata a calci fino a casa. Se avrebbe scoperto chi sono sarebbe successo un macello.
《Buon giorno signori Dupain-Cheng, scusate se non vi ho avvisati, ma devo ritirare la torta oggi. È pronta?》 Che fastidio che mi dava. Nel giro di 3 anni era diventata insopportabile. Menomale che non ero più la babysitter di sua figlia.
《Si certo.》 Rispose mia madre sempre sorridente. Quando uscì dalla cucina per portate la torta ormai impacchettata Nadja comincio a farmi una marea di domande alla quale non avevo la minima voglia di rispondere. La salutai con un semplice "Buona sera" ignorando quello che diceva e tornai in cucina per ripulire il tavolo da lavoro.
《Tua figlia è cambiata molto Sabine.》 Sentì dire Nadja a mia mamma:
《È cresciuta, è normale che si comporti così.》 Prese le mie difese mia madre ma servivano a poco:
《Dovrebbe rispondere almeno alle mie domande. È da molto che non la vedo》 a quel punto non ce la feci e urlai dalla cucina in modo che mi sentisse:
《SE VOGLIO RISPONDO SE NON VOGLIO NON SONO OBBLIGATA!》 E subito calò il silenzio. Quando sentì il campanello suonare tirai un sospiro di sollievo. Alla porta si affacciò mia madre:
《Potevi essere un pochino più educata?》
《Mamma, sta solo cercando notizie, a lei non importa niente del resto.》
《Ai ragione, ma la prossima volta cerca di essere più cortese》
《Uff, va bene.》
Finito di pulire sali su in camera e mi stessi sul letto. Tra poco di nuovo sarei dovuta andare a controllare Parigi e sinceramente non avevo voglia. Dopo la minaccia di Chloé volevo sola rimanere a casa. Ma tanto io uscivo da Ladybug non da Marinette. Chiamai Tikki e subito arrivò:
《Cosa succede?》 Mi chiese lei:
《Volevo chiederti scusa per questo pomeriggio.》
《Fa niente Mari.》 Io le diedi un bacio sulla testa per ringraziarla della comprensione. Restammo un po' insieme a parlare e poi arrivò il momento di andare, diedi la buona notte ai miei:
《Mari, ma non ai cenato!》 Mi riprese mia madre:
《Non ho fame, mangerò domani.》 E detto questo chiusi la botola:
《Tikki, trasformami!》

Strano che dell'akumizzato non c'era traccia. Avrei voluto dire al Maestro Fu che non c'era più bisogno di perlustrare Parigi, ma finché non ero sicura al cento per cento che non c'era l'akuma in giro non sarei andata da lui. Non era da Papillon ritirarsi così.

Ed eccomi per l'ennesima volta sulla Tour Eiffel. Ormai erano diverse decine di minuti che aspettavo l'arrivo di Chat ma lui non si presentava e non capivo il perché, di solito era il primo ad essere qua, raramente tardava ad arrivare, e se tardava era questione di pochi minuti. Decisi di tornare a casa, era inutile rimanere ad aspettarlo, tanto non sarebbe venuto.

 𝐓𝐨𝐠𝐞𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora