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Il resto della settimana la passai malissimo, non potevo fare una passo senza che qualcuno mi insultava. Non mi preoccupavo nemmeno del resto della classe, loro potevano dire quello che volevano, mi faceva più male vedere Alya, Nino e Adrien prendermi in giro e poi ridere come non mai. Li avevo persi e non sapevo come riconquistarli.

Oltre a vari insulti e prese in giro dovevo subire scherzi orribili da parte di tutti, se ero fortunata prendevo solo qualche secchiata d'acqua fredda, altrimenti qualcuno mi sporca con la vernice da testa a piedi come ha fatto Alix, oppure mi sono ritrovata con le puntine sulla sedia, a pensarci potevo risentire ancora il dolore e certe volte guardavo allo specchio i segni che mi erano rimasti senza volersene andare. Oppure di quando "per sbaglio" Juleka mi aveva rovesciato un vaso con un cactus addosso, togliere tutte quelle spine era stata un vera impresa. E queste erano solo alcune di tutte quelle cattiveria che mi combinavano.

~𖣘︎~

Finalmente era sabato e per due giorni non avrei più rivisto nessuno.
《Mari, dai, non ti abbattere, ci sono ancora io.》 Mi disse Tikki avvicinandosi a me.
《Lo so, ho ancora te e i miei genitori, ma... voi non ci sarete per sempre》 mi rattristai. Tikki non parlò più sapeva pure lei che in fondo avevo ragione, raggiunta una certa età non sarei più potuta essere Ladybug e avrei dovuto cedere i miei miraculous per la nuova generazione. E poi i miei come avevo già detto non ci saranno per sempre. Ogni volta che ci pensavo mi deprimevo sempre, la verità certe volte fa male.

《Marinette, vieni a cenare!》 Mi chiamò mia madre e scesi giù con poca voglia come sempre.
《Mari, ci vuoi dire cosa succede?》 Domandò mio padre evidentemente preoccupato per come avevo cominciato a comportarmi:
《Perché? Cosa succede?》 Chiesi senza alzare gli occhi dal mio piatto che era ancora intatto mentre con la forchetta ci giocherellavo:
《Sei strana, non tocchi cibo, non ti fai mai vedere e quando torni da scuola sei sempre bagnata oppure sporca di altre cose, c'è qualche problema?》 Domandò mia madre. E adesso cosa gli avrei detto? Aveva sicuramente capito che stava succedendo qualcosa a scuola ma io non volevo parlargliene:
《Niente, non succede niente.》 Detto questo mi alzai e tornai in camera a stomaco vuoto.
《Mari, stai peggiorando solo la situazione, parlane con i tuoi genitori, saprete risolvere la situazione.》 Mi disse Tikki. Io ero stufa di sentire di continuo la solita frase, era ovvio che era preoccupata per me ma non volevo più spiegargli la ragione perché facevo così.
Mi sedetti sulla chaise longue con la testa tra le mani. Non sapevo quanto avrei retto tutta questa storia, la pressione che mi davano a scuola, quella del dover essere Ladybug senza Chat noir mi stavano pian piano sottetando. Se ci sarebbe stato un attacco da Papillon cosa avrei fatto senza il mio gatto? Lui era indispensabile, senza di lui non avevo nessuna speranza, e avrei sicuramente perso i miei miraculous.

《Tikki, trasformami!》
Avevo bisogno di aria, avevo bisogno di sfogarmi come meglio potevo, per un'attimo volevo dimenticare tutto quello che mi circondava, non pensare più a come sarebbe andata avanti questa storia.
Atterai sulla punta della Tour Eiffel, anche se era il primo posto da scartare ero sempre attratta da qualcosa fino a qui.

Ora quel posto mi metteva tristezza.
Tutti i bei momenti passati con Chat, tutte le battaglie che avevamo fatto e vinto alla fine, proprio qui, insieme, come una squadra. Ma ora era tutto perduto, tutto era rimasto un ricordo bellissimo ma allo stesso tempo doloroso. Alcune lacrime cominciarono a rigare il mio volto, ricordare tutto questo faceva male. Chat, la persona più importante che avevo mi aveva abbandonata senza una ragione ben precisa, la persona che avevo cominciato ad amare più di un semplice amico ma che non avevo avuto il coraggio di dirglielo perché ero troppo occupata a pensare ad Adrien.
Mi sedetti a guardare il cielo e le stelle che lo coprivano, era tranquillo quella sera.
Vidi qualcosa di nero saltare tra i tetti. Aguzzai lo sguardo e mi resi conto che era Chat noir, il mio gatto!
Asciugai le lacrime e presi il mio yo-yo per inseguire Chat, magari potevo fargli cambiare idea.

《Chat!!! Fermati!! Per favore!!》 Urlai quando lo vidi che si era fermato su un tetto:
《Cosa vuoi ancora?》 Sputò acido:
《Voglio solo sapere perché... perché mi ai abbandonata? 》
《Te l'ho già detto. Sono stufo di te.》 Fece per andarsene ma io lo fermai abbracciandolo da dietro. Lui con un gesto veloce si liberò di me scaraventandomi a terra:
《Guai a te se provi ancora a parlarmi oppure a toccarmi》 e se ne andò.
Io rimasi per qualche secondo incredula. Non avevo mai visto questo suo lato di lui, non sapevo che in 24 ore una persona possa cambiare così tanto, mi alzai da terra e tra le lacrima gridai:
《Io ti amo Chat!》 Come se mi potesse sentire, ma era evidente che non mi sentiva.
Tornai a casa tra le lacrime, mi detrasformai e mi buttai sul letto, non volevo più avere contatti con nessuno, non volevo più vedere nessuno, nemmeno Tikki si osò avvicinare, mi lasciai ad un pianto disperato singhiozzando come non mai.

 𝐓𝐨𝐠𝐞𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora