“Hell raising, hair raising
I'm ready for the worst
So frightening, face whitening
Fear that you can't reverse”Finalmente era arrivata la domenica e Jungkook poteva dirsi sia sollevato che preoccupato: non sentire la continua parlantina del dottor Kim lo stava rilassando ma al contempo era preoccupato per quel che gli avrebbero fatto. Aveva stranamente notato che quando Taehyung era presente gli altri infermieri lo lasciavano in pace, per così dire, ma non appena se ne andava per Jungkook tornava l'inferno.
E non sapeva assolutamente come sentirsi. Taehyung sembrava davvero intenzionato a proteggerlo e salvarlo ma Jungkook lo trovava comunque irritante e non riusciva a fidarsi di lui.
Taehyung gli aveva anche lasciato nel cassetto le sue pillole quotidiane da prendere ma ovviamente non le avrebbe ingurgitate, piuttosto le avrebbe buttate nel cestino come aveva fatto nelle domeniche precedenti.
Le uniche due cose di cui faceva buon uso e che gli aveva lasciato Taehyung erano la lampada di emergenza, che ormai lo accompagnavano ogni notte, e una borraccia d'acqua che usava per cambiare l'acqua al fiore.
L'angolo della bocca si alzò impercettibilmente mentre osservava il fiore ancora in vita di cui Taehyung si prendeva cura tutti i giorni. A quel pensiero si infastidì visibilmente battendo un piede a terra.
Il fiore è mio, perché dovrebbe prendersene cura lui? Da oggi in poi lo annaffierò solo e soltanto io.
Avvicinò il viso ai petali e chiuse gli occhi ispirando profondamente il profumo che emanavano rilassandosi visibilmente. Gli piaceva quel fiore, gli piaceva molto. Ed inoltre aveva trovato incredibilmente rilassante il colore blu, cosa che non si sarebbe mai e poi mai aspettato.
Sobbalzò quando la porta si aprì di scatto e vide non più la solita infermiera robusta e bisbetica bensì una ragazza che poteva avere qualche anno in più di lui. Doveva ammettere che era molto carina.
Jungkook la guardò stranito non avendola mai vista e si appiattì contro la parete quando la vide entrare nella stanza. Quel sorriso dolce che aveva non lo rassicurava per niente.
«Tranquillo Jungkook, non voglio farti assolutamente niente» lo rassicurò fermandosi al centro della stanza, i lunghi capelli color pesca ondeggiarono dietro la sua schiena. «Sono qui per conto di Taehyung, mi ha chiesto di tenerti d'occhio ogni domenica visto che lui non potrà esserci. Credo voglia assicurarsi che tu prenda le tue medicine» spiegò continuando a sorridere. «Mi chiamo Chaeyoung» si presentò poi con un piccolo inchino.
Fantastico, ora ti controlla anche a distanza. Cos'è, un maniaco?
No, è solo fottutamente irritante. Com'è che non l'hai ancora ucciso Jungkook?
Credo faccia solo il suo lavoro...
Scassandoti il cazzo? Certo.
Ti controlla anche da casa sua per conto di un'altra persona! Non ti ritiene responsabile abbastanza, non si fida di te. Perché tu dovresti fidarti di lui?
E come ogni volta Jungkook fu succube delle parole taglienti delle sue voci lasciandosi facilmente influenzare. Fu proprio per quello che un forte senso di rabbia lo invase facendogli stringere i pungi e contrarre la mascella.
Quel bastardo.
Chaeyoung se ne rese conto e cercò di non andare nel panico mantenendo una posizione corretta e sicura. «Jungkook, Taehyung ci tiene molto a riuscire nell'intento di aiutarti quindi per favore collabora. So che adesso dovrai prendere le tue pillole prima di andare nella sala ristoro. Non me ne andrò da qui finché non farai quel che ti ho detto».
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Talk | 태국
FanfictionNon erano vere le voci nella sua testa, ma gli sussurravano cose orribili. Non erano vere le cose che vedeva, ma vedeva cose spaventose. Lo facevano impazzire, gli toglievano il sonno, lo facevano soffrire. Jungkook non era più il ragazzino sorriden...