21. Neve

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«There's something tragic, but almost pure
Think I could love you, but I'm not sure»

Delicati e soffici cadevano al suolo non producendo alcun rumore, i fiocchi di neve volteggiavano in aria annunciando l'imminente Natale. Jungkook li guardava come un bambino elettrizzato all'idea di poterci giocare quando la quantità di neve sarebbe stata sufficiente. Non era più quel bambino allegro ed eccitato all'idea di correre in strada a giocare con la neve ma adorava guardarla da dietro la finestra sporgendo di tanto in tanto la mano.

«Ti piace la neve?» domandò Taehyung avvicinandosi a lui da dietro infilando le mani nelle tasche del camice per soffocare la voglia di abbracciarlo. Non capiva quella sua improvvisa voglia: semplicemente sentiva il bisogno di stringerlo tra le sue braccia. Come l'istinto di protezione di una mamma. Storse il naso al pensiero di se stesso come mamma chioccia nel confronti di Jungkook: tutto poteva essere ma di certo non un istinto materno.

«L'ho sempre amata» sussurrò Jungkook totalmente immerso nel seguire con lo sguardo quella danza bianca. «Chi è che la odia dopo tutto» aggiunse poi con un sorrisetto divertito. Entrambi ebbero un déjà-vu e si ricordarono di quando Taehyung aveva iniziato a parlare della neve e Jungkook per la prima volta gli aveva parlato. Tutti e due risero sorridendo subito dopo al ricordo.

«Sai, quando ero piccolo mia madre era solita raccogliere la neve in delle bacinelle per poi farcela mangiare con dello sciroppo. Non era affatto male! Era come mangiare un ghiacciolo con lo sciroppo. Si potrebbe fare tutt'ora a dire il vero ma con l'inquinamento che c'è adesso non sarebbe esattamente lo stesso. Mi dispiace solo per le generazioni future che non potranno provarlo» parlò Taehyung sporgendo il labbro inferiore poggiandosi contro il muro.

Gli occhi di Jungkook per un attimo si illuminarono, si voltò con un gran sorriso verso Taehyung ed esclamò: «Anche la mia mamma lo faceva!» poi arrossì rendendosi conto di aver usato un tono troppo infantile.

Ma Taehyung non ci diede affatto peso, anzi ricambiò dolcemente il sorriso. «Davvero? Altra cosa in comune allora» gli strizzò un occhio tornando a guardare la neve notando che si erano creati già dei piccoli cumoli bianchi nel giardino dell'ospedale. «Stavo pensando che se continuerai così in primavera potrai uscire in giardino».

Il minore strabuzzò gli occhi come se Taehyung avesse appena detto una follia. «Cosa? In giardino? Lo permettono?» domandò incredulo.

Il rosso sorrise annuendo senza staccare gli occhi dalla finestra. «Certo, ma solo se il paziente è stabile. Non hai mai visto gli anni passati un gruppetto di persone qui sotto?».

«Non ci ho mai fatto davvero caso. Ero solito fissare la parete davanti a me piuttosto che la finestra» ammise Jungkook con naturalezza scrollando le spalle. Taehyung lasciò fuoriuscire dalle sue labbra una risatina.

«Giusto, hai ragione» annuì girandosi e mordicchiandosi il labbro inferiore. «Comunque quella sedia inizia ad essere scomodissima per il mio fondoschiena» si lamentò facendo qualche passo indietro ed indicò con sguardo ostile l'oggetto del suo discorso.

Jungkook rise saltellando verso la sedia sedendosi su essa. «Facciamo un gioco» iniziò accavallando le gambe e sorridendo divertito. «Fingiamo di essere l'altro per un po'. Sarà divertente» propose.

Taehyung non dovette neanche pensarci due volte che si era già sfilato il camice rimanendo nel suo maglioncino a collo alto bianco. Si buttò sul letto e sospirò rilassato. Non era un materasso fatto di nuvole ma sicuramente era meglio della sedia che lo aveva ospitato per quattro mesi. Guardò Jungkook indossare il suo camice e sorrise. «Ti dona».

Il più piccolo arrossì lievemente ringraziandolo per poi schiarirsi la voce mettendo su un'espressione allegra. «Oh Kook, lo sai che sei davvero carino quando arrossisci?» lo imitò in tono mellifluo sbattendo ripetutamente le ciglia.

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