28. Sapore di ciliegia e lacrime

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«Listen to my heartbeat
It calls you whenever it wants to»

«Guarda hyung, un cerbiatto!» esclamò Jungkook puntando il dito in alto nel cielo chiaro indicando una nuvola che si muoveva lenta insieme alle altre a causa del vento.

Taehyung seguì la traiettoria del dito del ragazzo e si stese accanto a lui sul prato posando la testa accanto alla sua. Arricciò il naso chiudendo un occhio e scosse leggermente il capo in segno di dissenso. «Assolutamente no Kook! È ovvio che sia una sirenetta che insegue un coniglio» asserì lanciandogli uno sguardo divertito.

Jungkook si imbronciò voltando la testa verso di lui arrossendo nel ritrovarlo così vicino da togliergli il fiato. Era indubbiamente bellissimo anche con delle leggere occhiaie sotto agli occhi, cose che lui non aveva più da un po'. «Quindi vorresti dirmi che tu saresti la sirena che insegue me?» inarcò un sopracciglio.

Taehyung scoppiò a ridere portandosi le mani sulla pancia che vibrava a causa delle sue risate sonore. «Una sirena io? Un tritone al massimo! Ma no, non intendevo quello. Se dovessimo essere stati noi due io sarei stato una tigre».

«Avresti potuto mangiarmi» disse il corvino con un'espressione fintamente scioccata e spaventata facendo aumentare le risate del maggiore. Amava farlo ridere e amava il suono della sua risata.

«Oh ma è quello che voglio fare: mangiarti in un sol boccone» sorrise malizioso aprendo la bocca e richiudendola con uno scatto dei denti ad un soffio dal naso di Jungkook.

Il minore scosse la testa strizzando gli occhi e lasciandosi scappare una lieve risata. «Sei pessimo ti prego, non ti si addice affatto l'immagine di un pervertito».

«Stai dicendo che non potrei mai essere eccitante?» si finse offeso l'altro portandosi una mano al petto.

Jungkook arrossì di più riportando lo sguardo al cielo osservando le numerose nuvole bianche sopra le loro teste. «Non farmi dire queste cose, scemo. Intendevo dire che sei più il tipo...dolce e zuccheroso. Quando vuoi fare il perverso mi fai ridere perché semplicemente non ti si addice».

«Ma io voglio essere dominante!» protestò Taehyung sbuffando sonoramente.

Jungkook soffocò una risata ignorandolo bellamente: non avrebbe intrapreso quella conversazione con lui soprattutto nel giardino dell'ospedale.

[...]

Era passata qualche ora da quando erano arrivati in giardino e Jungkook si era divertito ad esaurire le ultime cartucce scattando foto a Taehyung in mezzo a tutto quel verde. Il rosso però gli aveva tolto la polaroid di mano e aveva scattato l'ultima foto a Jungkook mentre era perso tra le risate.

«Questa giuro che la incornicio. Guarda, sei bellissimo mentre ridi» gli aveva detto mostrandogli la polaroid sviluppata. Il corvino era arrossito violentemente e aveva dato una sberla al suo ragazzo borbottando qualcosa che l'altro non era riuscito a comprendere.

Avevano anche incontrato Jimin il quale aveva chiesto loro di giocare con lui a nascondino e acchiapparello e si erano divertiti da matti, scordandosi di essere ancora confinati in un ospedale. In seguito era voluto tornare nella sala ristoro perché gli mancava Yoongi.

Jungkook, poi, aveva chiesto a Taehyung come mai Jimin fosse in giardino dato che non aveva avuto miglioramenti. Il rosso gli aveva spiegato che, avendo la mentalità regredita a quella di un bambino, aveva bisogno di stare all'aria aperta ogni qualvolta che ce n'era la possibilità poiché altrimenti avrebbe sofferto ancora di più mettendosi ad urlare come un indemoniato. Era successo moltissime volte da quando Jimin aveva messo piede nell'ospedale e il signor Jung, il quale inizialmente aveva ignorato la richiesta di Seokjin per farlo uscire in giardino quando sarebbe stato possibile, era stato costretto ad accettare per non sentir più quelle urla e i capricci del ragazzo-bambino.

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