7. Non vincerai, non con me

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Hopeless nonsense, I'm never fooled by your story uh
Even if you shamelessly say the things I'm not even curious about, I keep yawning every time

La sala ristoro era piena quel giorno e non era affatto un caso. Il bianco di quel sudicio ospedale aveva smesso di nauseare i pazienti, anche se per poco. Una canzone di cui non si riuscivano a distinguere bene né note né parole faceva da sottofondo, ma quasi nessuno sembrava prestarci attenzione.

L'autunno sembrava lontano dal momento che faceva ancora un po' caldo essendo oramai a fine settembre ma non mancava molto prima che arrivassero i venti, il freddo e le piogge autunnali. Tuttavia in quel momento quasi a nessuno importava.

Erano tutti rapiti dalla voce intrigante e suadente del professor Kim che sapeva bene come leggere un racconto per far rimanere tutti con il fondoschiena incollato al pavimento sporco della sala ristoro.

Il piccolo principe aveva tra le mani Namjoon, la copertina colorata che dall'inizio aveva attirato l'attenzione dei pazienti. Solitamente lui leggeva solo per Jimin dato che sembrava essere l'unico interessato alle fiabe ma Seokjin gli aveva chiesto di provare, tempo fa, a tenere una lettura pubblica a tutti i pazienti per vedere come avrebbero reagito e, incredibile ma vero, erano rimasti folgorati dal modo in cui leggeva il professore di letteratura.

Jimin teneva stretto al petto il suo pinguino spennacchiato, che aveva portato con sé dal primo giorno in cui era arrivato, e teneva le iridi scure incollate sulla figura di Namjoon seduto su uno sgabello davanti a tutti loro seduti compostamente. Yoongi, perché quel giorno -dopo tre giorni nei quali aveva di nuovo prevalso Suga- finalmente era tornato in sé, aveva lo sguardo perso nel vuoto: ascoltava, gli piaceva la voce di Namjoon ma era come se non fosse lì con tutti loro. Profonde occhiaie segnavano il suo volto stanco, una piccola ferita decorava squallidamente il suo labbro inferiore e dei lividi di un colore molto violaceo erano impressi sulle sue tempie. Lo avevano portato per la seconda volta in una settimana sulla friggitrice, era così che chiamava l'elettroshock.

Jungkook non appena lo aveva visto aveva sentito un conato di vomito salirgli su per la gola e l'orrore si era fatto vivo nei suoi occhi. Era stato portato di forza su quell'aggeggio infernale proprio ad inizio mese. Sapeva che la settimana successiva sarebbe toccato di nuovo a lui. Non capiva come mai Yoongi era quello a dover subire sedute più frequentemente rispetto a lui ma probabilmente era a causa dei numerosissimi problemi che aveva.

Il corvino stava giocherellando con le proprie dita del tutto disinteressato al racconto e piuttosto impegnato ad intrattenere una delle sue solite conversazioni con le sue uniche vere amiche.

«Credi che io stia facendo bene il mio lavoro?» sussurrò Taehyung al fratello maggiore accanto a lui, gli occhi fissi da prima su Jungkook.

«Certo che sì, fratellino. Non credevo avessi bisogno della mia conferma» gli rispose immediatamente Seokjin voltandosi verso di lui. Non capiva come suo fratello, sempre stato consapevole della sua bravura, iniziava a dubitare delle sue capacità.

«È che...è passato quasi un mese Jin e Jungkook non ancora si apre a me. So che ci vuole molto prima di vedere i primi progressi ma ho paura che si rinchiuda sempre di più nel suo castello che si è costruito nella mente. E sono preoccupato: la prossima settimana so che ha l'elettroshock e non so come impedirlo» sospirò pesantemente portandosi le dita sulle tempie.

«Impedirlo? Tae, non puoi impedirlo...Credimi, neanche io vorrei che Yoongi venga sottoposto a quell'orrore ma non possiamo fare nulla contro il signor Jung» sussurrò Seokjin guardando il fratello sbigottito da quella sua uscita.

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