26. Era solo un sogno?

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«So, baby, hold on to my heart, oh, oh
Need you to keep me from falling apart»

Silenzio tombale regnava nella stanza 15B mentre il sole si faceva spazio nel cielo tra nuvole per annunciare l'inizio di un nuovo giorno da quella parte dell'emisfero.

Gli occhi di Jungkook erano ancora chiusi mentre lui dormiva pacificamente, le braccia ancorate al cuscino che profumava di lavanda. Si era addormentato quella notte abbracciato a Taehyung, con il viso affondato nel suo petto e i baci soffici del maggiore a fargli da ninna nanna.

Era stato così bene tra le sue braccia e aveva desiderato di rimanere in quella posizione per sempre. Aveva desiderato ardentemente di poter dormire con lui in quel modo ogni notte.

Il rosso si era addormentato decisamente più tardi di Jungkook, come d'abitudine, rimanendo a guardarlo mentre dormiva. Era così in pace con se stesso ed era bellissimo, aveva sentito il cuore esplodergli in tanti fuochi d'artificio a quella vista.

Così si era ritrovato a desiderare di potersi addormentare con il viso di Jungkook ogni notte per poi potersi risvegliare nella stessa posizione il mattino seguente. Purtroppo sapeva che era impossibile, che se il mattino dopo gli infermieri li avessero trovati sarebbe stata la fine per entrambi. Ma sperava che un giorno sarebbe stato possibile.

Jungkook iniziò a svegliarsi lentamente sentendo il ticchettio insistente della pioggia contro la finestra. Sospirò allungando una mano accanto a lui e corrugò la fronte non sentendo nessun corpo umano al suo fianco. Con il cuore a mille per la paura che quella del giorno prima fosse stata solo una fantasia aprì gli occhi di scatto mettendosi dritto sul letto.

Taehyung non era al suo fianco. Le lenzuola da quella parte del letto non erano neanche spiegazzate, come se non ci fosse stato nessuno nel corso della notte.

Sentì il cuore in gola e le lacrime premere contro le sue iridi volendo uscire insistenti. Allora è stato davvero solo un sogno...Taehyung non mi ha mai parlato, constatò a malincuore. In quel momento voleva solo raggomitolarsi sotto le coperte e piangere così tanto da sentir male alla gola.

Sentì la serratura scattare e si stese subito nel letto portandosi le ginocchia al petto. Non voleva farsi vedere in quelle condizioni da nessuno. Cos'avrebbe raccontato a Taehyung?

«Buongiorno piccoletto!», parlando del diavolo spuntano le corna. Taehyung entrò come al solito con un gran sorriso nella stanza portando come colazione a Jungkook una tazza di latte e una fetta di torta confezionata presa in prestito dalla sala del personale.

Jungkook strinse le labbra mettendosi seduto e provò ad abbozzare un sorriso. «Buongiorno» sussurrò guardandolo con la coda dell'occhio. Si era sentito improvvisamente buttato brutalmente giù di morale.

Il rosso lo notò e si sedette accanto a lui con un piccolo broncio. «Hey che succede? Che ha il mio piccolo Kook?» parlò con voce infantile iniziando ad affondare le dita nelle sue guance.

Jungkook lo guardò storto prendendogli le dita e allontanandole dalle sue guance. «Tae okay la differenza d'età ma non sono un bambino» brontolò roteando gli occhi.

«Scusami, scusami. Però che succede?» continuò il maggiore dandogli un buffetto sotto al mento.

«No è che...credevo che tu fossi qui a letto questa notte» scrollò le spalle il corvino non volendo scendere nei dettagli. Sarebbe stato fin troppo imbarazzante.

Taehyung parve illuminarsi e sorrise accennando una risata. «Ma ero qui. Avrei dovuto avvisarti, scusa. Mi sono svegliato prima di te, sai per le infermiere quando iniziando a preparare la colazione. Se non mi fossi svegliato in tempo per andare a prendere la tua sarebbero venute loro qui e trovare due ragazzi abbracciati nello stesso letto non è tra i loro piani».

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