34. Il momento della verità

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«You are the sunlight that rose again in my life
A reincarnation of my childhood dreams»

Taehyung separò le labbra sbattendo più volte le palpebre del tutto sorpreso dalla frase del suo ragazzo. «C-come? Ne sei sicuro Kookie? Guarda che non devi sentirti obbligato» si affrettò a dire credendo che il corvino lo volesse fare solo perché si sentiva costretto da lui.

Jungkook però scosse la testa prendendo un respiro profondo accarezzando il dorso della mano di Taehyung. «Non mi sento obbligato e ne sono sicuro Tae. Mi sento pronto e devi conoscermi pienamente. Sento che voglio raccontartelo» annuì leccandosi le labbra. «Ovviamente se vuoi stare ad ascoltarmi. Non so quanto tempo ci prenderà e se hai il tempo limitato non v-».

Taehyung gli sorrise dolcemente posando la mano libera sulle loro mani unite per tranquillizzarlo. «Non mi hanno dato un limite di tempo per stare con te, sono sempre il tuo medico e, medicalmente parlando, hai sempre bisogno di me. Voglio conoscerti del tutto Jungkook, voglio sentire la tua storia».

Il minore abbozzò un sorriso liberandosi gentilmente della presa del ragazzo passandosi le mani nei capelli. Aveva iniziato a tremare leggermente per l'ansia ma anche per la paura di ricordare quei momenti. Tuttavia sentiva che se avesse raccontato ad alta voce a Taehyung la sua storia avrebbe messo definitivamente un punto al passato.

«Amore prenditi il tuo tempo, non devi dirmelo ora. Mi dispiace essere andato a frugare nel tuo fascicolo ma questo non ti obbliga a dovermi dire tutto» ripeté Taehyung martoriandosi con i denti le pellicine sulle dita.

Jungkook sentì le guance scaldarsi e sbuffò sonoramente lanciando un'occhiata buffa a Taehyung. «Non chiamarmi così, mi metti in imbarazzo» sussurrò dandogli una leggera spallata.

Il rosso soffocò una lieve risata sporgendosi a dargli un bacio sulla guancia mordicchiandogliela. «È un modo per esprimerti il mio amore, amore» lo stuzzicò beccandosi un pizzicotto sul fianco. «Chiedo venia» borbottò guardandolo di sottecchi.

Rimasero in silenzio per qualche attimo sorridendo leggermente, poi il più piccolo iniziò a parlare e Taehyung si zittì drizzando le orecchie. «Sono sempre stato un ragazzino che fin da bambino aveva una grande stima per i propri genitori ed il sentimento è sempre stato reciproco. Mi amavano ed io amavo loro, mi trattavano come un piccolo principe. Ero la loro perla, mi dicevano sempre. Non siamo mai stati una famiglia ricca ma grazie al lavoro dei miei genitori potevamo definirci benestanti così da bambino mi viziavano un po'» accennò una risata al ricordo di tutti i giocattoli che riceveva.

«Sono sempre stati quei genitori comprensivi e amorevoli che avrebbero fatto di tutto per me pur di vedermi felice. Quando sono cresciuto e ho iniziato a portare a casa le mie prime ragazze erano felici e avevano uno sguardo strano negli occhi che all'età di tredici anni non potevo ancora comprendere. Con il senno di poi ho capito che era sollievo. In quegli anni arrivavano notizie dall'America dove il movimento dei figli dei fiori e degli omosessuali si stava espandendo sempre più e forse pensavano che sarebbe arrivato anche a me» sbuffò una risata amara premendo la lingua contro l'interno guancia.

«Non ero ben informato su queste cose dal momento che i miei si rifiutavano di parlarmene, quando mi azzardavo a chiedere qualcosa su quell'argomento i miei genitori sembravano trasformarsi in altre persone sgridandomi e dicendomi che non era necessario informarsi perché era solo merda da spalare. Era l'unico argomento che faceva incazzare mio padre soprattutto per cui si lasciava sfuggire qualche parola volgare per un ragazzino di tredici anni, ma sapevo che non mi sarei mai dovuto azzardare a ripeterle in loro presenza».

«Ed io lasciavo davvero stare, non avevo idea di cosa stesse succedendo nel mondo. Ho vissuto nell'ignoranza fino a sedici anni perché a quell'età...ho conosciuto quello che sarebbe stato il mio primo vero amore» si bloccò sorridendo come un ebete sentendo gli occhi bruciare al ricordo del suo ex ragazzo. Taehyung si sentì invadere dalla gelosia ma come poteva biasimarlo, aveva avuto anche lui il suo primo amore perduto all'età attuale di Jungkook, era un controsenso essere geloso. Piuttosto doveva essere grato per essere il suo presente. Non perse tempo ad intrecciare le loro dita rivolgendogli uno sguardo incoraggiante.

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