Capitolo 37 - Harry

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Erano passate ormai due settimane da quella famosa serata e Harry si stava pian piano lasciando andare. Non mangiava più, studiava come un matto per non pensare a Draco, in Sala Grande non andava quasi mai e faticava a dormire. Erano tutti preoccupati per lui, specialmente perché né lui né il serpeverde avevano detto il motivo della loro lite. E, se Draco era troppo orgoglioso per andare a chiedere scusa per qualcosa che non avesse fatto, Harry lo evitava. A lezione si sedeva sempre lontano da lui e schizzava via non appena suonava la campanella.

Al biondo struggeva il cuore nel vederlo così, sempre più magro e con delle grandi mezzelune scure sotto agli occhi. Aveva provato a parlarci varie volte, ma il moro lo ignorava apertamente, troppo ferito per riuscirlo a guardare di nuovo negli occhi. Ogni sera Draco si addormentava con la felpa di Harry, per sentire il suo profumo e piangeva lacrime amare. Dopo aver scoperto chi era a mandare le lettere, non ne aveva parlato con nessuno, più che altro perché non aveva prove per dimostrare quello che pensava. 

Un giorno, però, Harry svenne. Erano tre giorni che non mangiava e, quando lo costringevano, vomitava tutto subito dopo. Appena lo venne a sapere, Draco si precipitò in infermeria, ma Pansy e Blaise lo trattennero dall'entrare.

"Non credi di aver già fatto abbastanza, Draco?" Gli chiese lei acida.

"Pansy io ti giuro, ti giuro, che non ho baciato nessun corvonero. Ora, chiama la Granger e Lenticchia e vediamoci tra dieci minuti nella Stanza delle Necessità. E' importante." Rispose lui, implorandola con gli occhi.

"Va bene, va bene, arriviamo."


"Perché ci hai voluti qui, Malfoy?" Disse stavolta Hermione.

"Granger, pensi davvero che tradirei Harry?"

"Non lo so più Malfoy. Quando me lo ha detto non ci volevo credere, ma ora non so cosa pensare."

"Niente ma, Granger. Guardami. Ti sembra che io stia mentendo?"

"No, Draco, non penso che tu menta." Rispose lei, sospirando e sedendosi.

"Vi devo dire una cosa. Weasley, mi dispiace. Te lo dico ora. Non interrompetemi."

"Per cosa dovresti disp-"

"Ho detto di non interrompermi. Bene. Grazie. Inizierò dall'inizio."

E raccontò loro tutto: delle lettere, dei comportamenti di Charlie, del fatto che fosse stato lui a dire ad Harry che lo stava tradendo, che il suo non fosse un atteggiamento da amico, ma da persona che voleva qualcosa di più.

E loro capirono. Perfino Ron, ammise che Draco aveva ragione. In effetti Charlie aveva condiviso la camera con il moro, quindi avrebbe potuto vederlo nudo, anche solo di sfuggita. Weasley pensava anche che fosse strano che suo fratello non avesse nessun ragazzo dopo tutto quel tempo, dato il numero strabiliante di ammiratori che aveva. 

I ragazzi però non sapevano che fare ora. Non si potevano mettere apertamente contro un professore e Harry non voleva parlare con il serpeverde. Decisero allora di escogitare un piano: avrebbero mandato una lettera al "mittente delle lettere misterioso" fingendosi Harry e chiedendogli di incontrarsi il giorno dopo nella Torre di Astronomia. Avrebbero portato il moro con una scusa e, una volta smascherato Charlie, Draco avrebbe potuto riconciliarsi con il grifondoro. 


drarry - love is the trueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora