Quella sera Draco si mise una felpa di Harry e dei normalissimi skinny jeans neri. Voleva che tutti sapessero che Harry era suo, suo e di nessun altro, soprattutto una certa testa rossa.
Dal canto suo il grifondoro, invece, stava tormentando Pansy e Hermione con i suoi dubbi. Quel giorno aveva ricevuto sei lettere, SEI! E ovviamente non lo aveva detto a Draco, che sarebbe andato su tutte le furie. Le due amiche, invece, gli avevano consigliato di non avere segreti con lui, altrimenti non si sarebbe più fidato. In particolare Pansy, lo convinse ad andare da lui:
"Harry, io lo conosco Draco. Se c'è una cosa che lui non sopporta sono le bugie. Devi dirglielo."
"Va bene Pansy, ora vado."
Arrivato davanti alla camera del serpeverde un moto di insicurezza lo pervase e stava quasi per andarsene, quando tirò fuori un po' del coraggio da grifondoro che aveva ed entrò.
"Ehi..."
"Ciao."
"Aspetta. Quella felpa non è mia?"
"Si, ma ora tu sei mio e la felpa pure. Era nel contratto da fidanzato, sai?"
Draco lo abbracciò dolcemente, sussurrandogli una semplice, ma importante frase:
"Lo sai che ti amo, vero?" Disse, al suo orecchio.
"Si, lo so. E ti amo anch'io."
Il sorriso che si dipinse sul volto del biondo gli fece mozzare il fiato, Draco era tutto per lui.
I due passarono il pomeriggio coccolandosi, avvinghiati, su uno dei divanetti della Sala Comune dei Grifondoro.
"Draco?"
"Si?"
"Devo parlarti."
"Dimmi."
"Io non volevo dirtelo, per paura della tua reazione, ma Pansy mi ha fatto riflettere sul fatto che non voglio che ci siano segreti tra di noi."
"Mi stai facendo preoccupare, Harry."
"Sono arrivate altre lettere."
Il silenzio. Un silenzio glaciale, durante il quale l'espressione di Malfoy divenne una fredda maschera d'odio per il mittente delle missive.
"E io non vorrei che tu le leggessi."
"E perché mai?!?" Stavolta Draco stava urlando.
"Perché ecco sono... ehm... diciamo, si... spinte."
"Cosa vuol dire spinte?" Chiese, tremante di rabbia.
"Non lo vorresti sapere, fidati."
"No." Rispose lui calmo "Ora tu me le dai, io le leggo e poi le brucio."
"Uff, va bene, ma non dire che non ti avevo avvisato."
E infatti appena Draco le lesse scattò subito, adirato.
"Allora, le bruciamo o no?" Gli disse Harry, divertito dalla sua reazione.
"Assolutamente!" Esclamò l'altro.
Alla fine la serpe si calmò e tutto tornò come prima.
"Ti muovi? Dobbiamo andare!" Urlò Harry al biondo.
"Sto arrivando."
Salirono in macchina e si diressero verso Godric's Hallow. Entrambi non avevano la patente, ma guidava Harry, che, effettivamente, era molto bravo.
Una volta arrivati i due salutarono Lily, James, Sirius, Remus e Tonks, che stavano conversando, già seduti a tavola. Dopo poco arrivarono anche i due Weasley e tutti iniziarono a divertirsi, ridere e chiacchierare. Ben presto la cena fu servita e la serata passò in fretta. I ragazzi decisero di fare una partitina a Quidditch e furono coinvolti anche gli adulti.
L'ora di tornare ad Hogwarts arrivò e Charlie chiese ad Harry di potergli parlare nel giardino sul retro. I due uscirono mentre il biondo li seguiva con lo sguardo, chiedendosi cosa mai avessero da dirsi.
"Cosa c'è Charlie? Non ti stai divertendo? Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?"
"No, Harry, niente di tutto ciò." Rispose ridendo.
"E allora cosa vorresti dirmi?"
"E' che ho notato che... forse sembrerò invadente. E' meglio che non dica nulla."
"No, tranquillo, puoi dirmi tutto."
"Solo che, una sera, quando stavo facendo i miei turni per controllare che tutti gli studenti fossero a letto, mi è sembrato di vedere Malfoy baciare un corvonero."
"Oh..." Harry non sapeva cosa pensare. Lui credeva che tra loro andasse tutto bene.
"Ma forse potrei sbagliarmi!" Si affrettò ad aggiungere.
Una lacrima solcò il volto del moro.
"No, hai fatto bene invece. Probabilmente tra di noi non ve così bene come pensavo. Magari dopo le lettere non si fida più di me."
"Lettere?" Chiese Charlie inarcando un soppracciglio.
"Si, qualcuno continua a mandarmi lettere amorose."
"Mi dispiace molto Harry."
Il grifondoro era rimasto immobile e zitto, ma, dopo un attimo, Charlie lo abbracciò, asciugandogli le lacrime.
"Io ci sarò sempre per te, Harry, lo sai vero?"
"Si, Charlie, lo so. Grazie per... beh, per tutto."
I due rientrarono e il serpeverde andò subito incontro al suo ragazzo.
"Tutto bene?" Gli chiese, notando gli occhi ancora lucidi.
"Si." Rispose il moro, freddo. "E' meglio se andiamo."
"Ok... va bene."
I due ripartirono e tra loro calò un silenzio, stavolta carico di tensione.
"Sicuro di star bene?" Domandò di nuovo il biondo.
"Perché non lo chiedi ad un corvonero?" Ribatté Harry, stizzito.
"Perché mai dovrei chiederlo ad un corvonero?"
"Ah, non lo so, dimmelo tu."
"Non so di cosa tu stia parlando Harry!"
"Non mentire Draco!" Disse lui, inchiodando di colpo. "Charlie vi ha visti!"
"Ha visto chi?"
"Tu e un corvonero baciarvi!" Esclamò, in tono accusatorio.
"Ma mente, Harry! Lo dovresti sapere!"
"No, Draco, non lo so."
E detto questo si smaterializzò fuori dal castello, lasciando il biondo solo in macchina.
Una volta tornato nel suo dormitorio, Draco iniziò a riflettere.
Cosa aveva sbagliato con Harry? Come aveva fatto a rovinare tutto?
Non riuscendosi a dare una risposta che non fosse "Charlie", si mise a ragionare sulle lettere.
E all'improvviso capì.
Capì chi le aveva scritte.
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drarry - love is the true
RandomSegreti, bugie, macchinazioni e due ragazzi che si amano segretamente. Cosa mai potrebbe accadere? Tutto tranne quello che accadde.