Amor aspettò che Berlino le rispondesse, e i minuti che passavano le sembravano ore.
Le gambe iniziarono a tremarle e le mani pure, le sembrava di svenire da un momento all'altro.
<< Avanti >>
disse Berlino parlando con voce bassa, anche se lo sentì chiaramente.
Aprì lentamente la porta, come se al di là di essa ci fosse il pericolo.
Appena entrò, sentì lo sguardo dell'uomo su di lei.
Berlino si alzò velocemente dalla sedia, come se avesse preso la scossa, e si diresse verso di lei.
<< Amor, come stai? >>
Berlino si fermò ad un metro da lei, come se la sua vicinanza poteva farla scappare via.
<< Beh... ora sto un po' meglio... grazie a te! Ecco... Berlino, io sono venuta qui per ringraziarti... >>
Era talmente nervosa che cominciò a torturarsi la manica della tuta rossa.
<< Amor... non ti preoccupare! Se non riesci a parlare oggi facciamo un altro giorno, ora non ti devi sforzare >> disse Berlino con voce calma.
Amor lo guardò sconcertata.
Berlino non si era mai rivolto con quel tono, e non si era mai preoccupato per lei così tanto.
Lasciò la manica.
<< Berlino... ti ringrazio, ma non preoccuparti, c'e la faccio >>
disse Amor.
Fece poi un sospiro, prima di continuare.
<< Berlino... io ti volevo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me oggi.
Per come mi hai curata e... ti sei preso cura di me. Senza di te... ora non sarei qui a parlare con te. Mi dispiace davvero tanto per... averti detto quelle parole, e... per il mio comportamento. Io... ti perdono >>
Berlino la guardò e per un secondo non disse nulla.
<< No, Amor... l'unico qui a chiedere scusa sono io. Ti ho fatto passare l'inferno in questi giorni e... mi sento una vergogna per quello che ti ho detto e fatto. Io... non volevo assolutamente arrivare a farti del male, non... era mia intenzione davvero. Tu non meritavi tutto
ciò, e- >>
Berlino si bloccò, con i suoi occhi che diventarono lucidi.
<< Io non merito il tuo perdono. Sono un essere spregevole, una persona meschina, che non merita neanche un briciolo di compassione da una persona unica come te, Amor.
L'unica persona che deve avere il perdono, sei tu da parte mia >>
si bloccò ancora ma questa volta oltre ad avere gli occhi lucidi, aveva un nodo alla gola.
Amor rimase in silenzio, immobile. Quelle parole l'avevano lasciata sconvolta. Non si aspettava minimamente una cosa del genere da parte di Berlino.
Per la prima volta provò davvero compassione per Berlino.
<< Berlino, tu meriti il perdono come lo merito io.
È vero, sei una persona orribile, ma non così tanto come pensi tu. Io credo che una persona veramente "meschina" non avrebbe mai fatto quello che hai fatto tu oggi. Mi avrebbe lasciato morire, invece... tu mi hai salvato la vita. Io sono stata orribile a dirti quelle cose! Non sapevo neanche cosa avevi fatto per me, e subito ti ho giudicato senza sapere niente. Per questo ti chiedo scusa, e ancora grazie >>
Berlino le sorrise, ma con un sorriso buono, sincero, non sadico.
Pensò dentro di sé che doveva sorridere più spesso, perché quel sorriso toglieva il fiato da quanto era bello.
Contagiata da ciò, sorrise a sua volta.
Trascinata dalla felicità, fece una cosa che non pensava di essere mai stata in grado di fare verso di lui: abbracciare Berlino.
L'uomo si bloccò.
Non se lo immaginava che Amor avrebbe fatto una cosa del genere, poi allungò le mani e le mise intorno al corpo della ragazza, stringendola.
Le mancò per un attimo il fiato.
La sua presa era energica, lo poteva sentire bene.
Le toccò dolcemente i capelli.
Amor diventò rossa per quel gesto, e di risposta non fece altro che annusare il suo buon profumo che avrebbe ricordato per sempre.
La sua presa era allo stesso tempo dolce. La stringeva come se per lui fosse una cosa importante, da proteggere.
<< Amor, promettimi che non farai mai più una cosa del genere, non posso pensare che tu rischi la vita un altra volta. Non resisterei ancora- >>
Improvvisamente si bloccò, come se si fosse accorto di parlare troppo.
Le parlò nel orecchio, e la sua voce le fece venire un brivido alla schiena.
Imbarazzata si staccò, rossa in viso.
Per quanto fosse stato bello e dolce quella situazione, doveva staccarsi dall'abbraccio, o non sarebbe durata per molto.
Doveva riprendere in mano la situazione, e controllare le sue emozioni, per cercare di non fare altri casini.
Ne aveva già combinati parecchi, ultimamente.
Lo guardò negli occhi per la prima volta, cercando di trasmettere meno emozioni possibili.
<< Non resisterei ancora...? >> chiese lasciando la domanda in sospeso, come per incoraggiarlo a continuare.
Berlino fece un leggero sorriso, abbassò lo sguardo per qualche secondo e poi si concentrò nuovamente su di lei.
<< Non capiresti... è meglio non dire più nulla >>
Berlino si allontanò da lei.
Dentro di lei le stava dicendo di lasciar perdere, ma la curiosità era troppo forte.
No, non era solo quello... voleva anche sapere cosa stava pensando.
<< Perché non capirei? Per te sono solo una ragazzina? >>
Il tono non era aggressivo o provocatrice, era calmo, ma quel tono faceva capire bene tanta cose.
Ed ecco che la bomba era stata sganciata. Ormai non si poteva più tornare indietro.
Berlino si avvicinò a lei.
Mentre si avvicinava aveva voluto non dire nulla, ma a volte la sua lingua non aveva freno.
Le si fermò davanti.
Questa volta i suoi occhi avevano una scintilla diversa.
<< Davvero, Amor... vuoi sapere quello che stavo per dire? Ne sei... proprio sicura? >>
chiese usando la stessa voce suadente che avvenne cominciato a usare ultimamente.
Ma questa volta, sembrava che non le importasse più.
Sentì un brivido alla schiena, le gambe diventare molli, e la gola seccarsi.
Che accidenti le stava succedendo?
<< Beh... sì, ecco... >>
Come immaginava, l'era uscita la voce tremante.
Berlino la guardò e, vedendo che non aveva ricevuto nessuna risposta, si avvicinò ancora di più.
<< Sicura di stare bene, Amor? >> chiese Berlino sorridendo.
Amor devi fare qualcosa, forza.
Abbassò lo sguardo per terra, e subito si riprese da quello stato di trance.
<< Sì, sto benissimo! Berlino>>
disse allontanandosi da lui.
<< Emh... dato che abbiamo risolto questa cosa... io andrei via Berlino, grazie per...tutto >>
Si girò velocemente e uscì dalla porta.
Appena fuori, tirò un sospiro.
Si misi una mano sul cuore: le batteva all'impazzata.
Poi si toccò la faccia rossa, sentendo del calore.
Sembrava avesse corso una maratona.
Che cosa le stava succedendo?
Fece un altro sospiro per calmarsi e questa volta capì.
<< Ok Amor, quello che è successo oggi non si deve più ripetere. Hai rischiato parecchio la dentro >>
Dentro di sé, decise che non sarebbe mai più capita una situazione del genere con Berlino.
Ma era davvero così?
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Odi et amo~ Berlino
RomanceAmor Blanco Àlvarez, è una ragazza che vive a Madrid, con la sua famiglia. Lavora in una libreria e ama i libri. La sua vita procedeva tranquillamente, quando un giorno entra nella zecca di Spagna, e viene fatta diventare un ostaggio. Conosce Berlin...