VENTINOVE

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Cesare


«E' vero?», chiesi entrando nella stanza di Camilla.

 Chiuse il libro che stava leggendo e lo ripose sul comodino affianco. «Ti riferisci al fatto che ho tirato in faccia un bicchiere di acqua colorata a Letizia oppure a Filippo che sembra essere stato esorcizzato da quel demonio?»

«A entrambe», dichiarai sedendomi accanto a lei. «Perché l'hai fatto?»

Si strinse nelle spalle. «Non lo so. Non mi andava di vederla mentre palpava mio fratello, mi dava fastidio.»

Una strana sensazione mi attanagliò lo stomaco. «Sei gelosa di lui?»

«Sì, ma non come credi tu. Sono gelosa in senso buono. Non provo nulla per Filippo se è questo che temi», ammise tranquillizzandomi all'istante. «Solo che non mi va di vedere una che si spalma su di lui. Soprattutto una come quella. Filippo si merita molto di più, lo so.»

«E sai anche chi?», domandai e quando notai il suo sguardo scossi la testa.

«Perché no?»

«Perché è una brava ragazza e mio fratello... beh, è una testa di cazzo in fatto di donne.»

«Ma è diverso ora, io so che...»

«Camilla, no. Credimi è meglio così. Lascia perdere. Se mai le cose dovessero cambiare sarà una scelta loro. Tu stanne fuori, promettimelo.»

Sbuffò, incrociando le braccia al petto. «Okay, lo prometto.»

Allungai un braccio oltre le mie spalle. «Comunque hai fatto bene a lanciarle addosso l'acqua. Filippo mi ha detto cos'ha insinuato quella stronza.»

«Oh lo so e ti dirò di più. Per un attimo ho temuto che si sciogliesse davanti ai miei occhi come un Grimlock.»

«Un cosa?»

«Un Grimlock. È un demone che compare in una puntata di Streghe. Non l'hai mai visto?»

Scossi la testa.

«Quando ero piccola lo guardavo sempre con mia mamma. A lei piaceva tanto e così papà le aveva regalato i cofanetti in DVD di tutte le stagioni e sotto Natale ci mettevamo a guardarlo. È carino.»

Le accarezzai i capelli. «L' hai sentito ultimamente, tuo padre?»

Scosse la testa. «No, lui... è in questa missione Top Secret. Non so se non mi risponde perché non c'è campo, se non può farlo oppure se... oddio non riesco nemmeno a dirlo.»

«Ehi, ci sono io qui con te. Vedrai che starà bene. Probabilmente si troverà da qualche parte in cui non può mettersi in contatto con te», tentai di consolarla.

«Già, probabilmente è così.»

Cullata dalle mie braccia si addormentò. Quando aprì gli occhi il sole brillava nella stanza. Voltò lo sguardo notandomi steso accanto a lei. «Buongiorno.»

 «'Giorno. Quanto ho dormito?», chiese sedendosi sul materasso.

«Ieri sera sei crollata. Non ti sei mossa per ben dieci ore», l'informai fissando l'ora sul telefono.

Si portò una mano tra i capelli. «Wow, dovevo essere davvero esausta.»

«Cosa ne dici se oggi saltiamo la prima ora? Andiamo a fare colazione assieme. Ti va?», proposi e lei annuì. «Ma sì, perché no! Tanto non ho nulla d'importante la prima ora, posso anche saltarla.»

E' sempre bello averti intorno (THE ROSSI'S SERIES 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora