VENTOTTO

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Camilla


Seduta sul suo letto continuavo ad osservare Cesare fare avanti e indietro per la sua stanza.

«Calmati», gli suggerii e lui senza ascoltarmi continuò ad andare in giro per la camera. Mi alzai e lo raggiunsi bloccandogli il passaggio. «Ehi, ci sono io qui con te, va bene?»

Scosse la testa. «No che non va bene. Hai visto cosa c'era nella macchina? Un biglietto con sopra scritto PRESTO. Camilla è chiaro che non saremo mai al sicuro!»

«E quindi? Cosa pensi di fare? Di rompere di nuovo con me? Di continuare a mentire ai tuoi fratelli?»

«No... non lo so. Non so più cosa fare», ammise sedendosi sul letto.

 «Dì loro la verità», gli suggerii. «Sapranno ascoltarti.»

I suoi occhi incrociarono i miei. «Non posso farlo.»

«Certo che puoi. Tu devi dirglielo. È il solo modo che hai per proteggerli. Non sono più due bambini Cesare, è ora che sappiano la verità. Ne hanno il diritto.»

Espirò. «Ci penserò su. Ora abbracciami, ti prego», mi supplicò e io non potei fare altro se non accontentarlo.


Il lunedì dopo mi alzai alla solita ora e andai assieme a Cesare a fare una passeggiata col cane.

«Secondo te... no nulla.»

«Dimmi, secondo me, cosa?»Lo guardai negli occhi. «Secondo te, Filippo sta bene?»

«Penso di sì, perché?»

Mi contorsi le dita delle mani. «Non so, ma è diverso ultimamente. Da quando abbiamo fatto pace mi sembra... ecco, come posso dire, meno cazzone. Insomma studia, fa i compiti, s'impegna. Non è come prima. Lo fa con interesse. Anche in classe sta attento alle lezioni, prende appunti.»

«E questo è un male?», chiese confuso.

 Scossi la testa. «No, non è un male, anzi. Solo che non sembra da lui.»

Cesare si strinse nelle spalle. «Magari sta crescendo e ha capito che essere "cazzoni", come dici tu, non porta da nessuna parte», rise.

«Forse hai ragione. Mi piacerebbe molto se le cose per lui si sistemassero. Purtroppo so cosa vuol dire trovarsi nei suoi panni. Prima di conoscere te», rivelai. «Sono stata infatuata di Fabio per tre anni. Stare affianco a una persona e non poterla avere ma vederla felice assieme a qualcuno d'importante per te è molto difficile. Non è una bella cosa. Ti strappa il cuore ogni singola volta. Quando ti ho incontrato ho capito che quello che provavo per Fabio non era amore perché non riuscivo ad essere me stessa con lui. Ero sempre frenata mentre con te ero naturale. Spero che Filippo possa trovare al più presto quella persona che tirerà fuori il meglio di sé. Così come me lo auguro per Ale.»

«Perché per Ale?», mi chiese lui scrutandomi attentamente.

«Perché c'è qualcosa in lui che non mi è chiara. Finge nettamente di essere una persona che non è. Lo si capisce dal modo in cui si veste, dai tatuaggi e i piercing che ricoprono il suo corpo, che lo fanno sembrare un ragazzo fuori dagli schemi ma quando ci parli, ti rendi conto di quanto sia inquadrato e fermo sulle sue decisioni. Una volta mi ha detto che tutti indossiamo delle maschere e che recitiamo una parte perché siamo troppo spaventati da ciò che potremmo essere. Probabilmente ha ragione ma lui, ecco credo che sia l'unico a sapere esattamente com'è. Credo che lui si conosca più profondamente di chiunque altro eppure si nasconde. Perché lo fa?»

E' sempre bello averti intorno (THE ROSSI'S SERIES 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora