VENTIQUATTRO

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Camilla


La settimana scolastica procedeva come se nulla fosse. Ottavio aveva ragione, dopo il suo intervento nessuno ci aveva più dato fastidio. Quel poveretto tutte le volte che m'incrociava nel corridoio durante l'intervallo tirava dritto con lo sguardo basso. Provavo dispiacere per lui, ma visto come si era comportato gli stava bene!

 «Credi che sabato pomeriggio potresti passare da me per acconciarmi i capelli?», mi chiese Susanna toccandosi i ricci scuri ribelli. Stavamo scendendo le scale dirette alle macchinette al pian terreno.

«Certo, nessun problema. Che pensavi di fare?»

La mia amica tirò fuori dai jeans una moneta e selezionò un pacchetto di taralli. «Sinceramente non ci ho ancora pensato, ma dal momento che ho un bel vestito stavo pensando che magari anche coi capelli potevo fare qualcosa, che so, essere più carina!»

Mi avvicinai di più a lei. «Lo so che ti avevo promesso di non essere indiscreta e di non interferire con la tua vita, ma te lo devo chiedere... vuoi fare colpo su qualcuno?»

«Intendi qualcuno in particolare?», chiese fissando il pacchetto di snack avvicinarsi all'uscita. «No, vorrei un po' più di rispetto, ecco tutto.»

Annuii sovrappensiero.

«Ehi! Non è giusto!», esclamò lei.

«Che succede?», chiesi e voltandomi verso la macchinetta lo vidi: il suo pacchetto di taralli incastrato tra il vetro e la spirale. Susanna si toccò le tasche e sbuffò quando si accorse di non avere altri soldi. La imitai riscontrando purtroppo lo stesso problema. Presi la mia merenda e la divisi con lei e sorrisi quando la notai con la faccia affranta mentre si allontanava dal suo pacchetto tenuto in ostaggio.

«Hai scelto il vestito?», mi chiese cinque minuti dopo seduta accanto a me sul muretto del giardino. Avevamo deciso di trascorrere la ricreazione sotto al sole e godendoci l'aria fresca.

Scossi la testa. «Sono ancora molto indecisa, probabilmente opterò per un tubino bianco fiorato. Il problema sono le scarpe», dichiarai pensando a quali sarebbero state più adatte. «Tu?»

«Io di certo non metterò il tacco dodici», scherzò Leo facendoci ridere. «Io andrò di camicia bianca e abito blu.»

«Però... mica male direi», approvai e Susanna mi fece il verso. «Con chi ci vai?», chiesi portandomi la lattina alle labbra. Il gusto della Cola mi risvegliò tutti i sensi.

«Dal momento che le mie tre donne preferite sono state portate via dai fratelli Rossi, ho chiesto a Ottavio se potevo portare sua sorella Cecilia.»

Sgranai gli occhi. «Come?»

Leo fece vagare lo sguardo per il cortile. «Sì, diciamo che in realtà è stata lei a venire da me e a supplicarmi di accompagnarla. Vorrebbe andarci ma suo fratello è iperprotettivo quindi mi ha chiesto di farle da cavaliere. Dal momento che Ottavio è a conoscenza come l'intero pianeta della mia cotta per Regina mi ha dato il via libera. La sua dolce sorellina sarà al sicuro col sottoscritto!», esclamò lui facendoci vedere il bicipite che ogni giorno cresceva di più.

«Però... wow! Sono davvero molto felice! Ai Rossi e alla nostra grande famiglia!», brindai con loro. «Regina ha ragione, in una famiglia i problemi si affrontano insieme», appurai. «Grazie per essere parte della mia.»

Susanna e Leo mi abbracciarono stretti e io ringraziai il cielo per quello che avevo. «Filippo mi ha detto che ha passato tutte le verifiche», dissi a Susanna e lei annuì precedendomi nella stanza tutor.

E' sempre bello averti intorno (THE ROSSI'S SERIES 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora